Epilogo
Sette mesi dopo
«Dobbiamo chiederle di scendere?» sussurrò Meg.
Rhys si mise un dito sulle labbra. Sua moglie aveva un udito finissimo e lui voleva farle una sorpresa.
«Vogliamo darglielo in salotto?» Meg teneva in mano una scatola con il riguardo che avrebbe riservato ai gioielli della Corona.
«Credo che sia meglio lo studio.» Rhys lanciò un’occhiata al corridoio, verso la stanza che Bella aveva adibito a luogo dove si dedicava alla scrittura e alla creazione dei suoi libri.
«Dove lavora? Non sarebbe una sorpresa, non credi?» Meg si stava già dirigendo verso il salotto, camminando all’indietro.
«Fa’ attenzione» la mise in guardia Rhys, quando la vide avvicinarsi alla cassa che era arrivata insieme alla scatola che teneva in mano.
«Vado ad accertarmi che tutto sia pronto.»
«Che cosa devi fare?»
Rhys era impaziente di vedere l’espressione eccitata di sua moglie quando avrebbe aperto la scatola.
Meg ridacchiò. «Fidati di me, tu va’ a chiamarla.»
Quello l’avrebbe fatto volentieri.
Davanti alla porta dello studio di Bella, Rhys si fermò e vi appoggiò la testa. Di solito pranzavano insieme e lui faceva del suo meglio per non disturbarla prima. Peccato che il più delle volte non ci riuscisse.
Nessuno lo aveva messo in guardia su uno degli aspetti più fastidiosi del matrimonio: avere una moglie suscitava il desiderio di vederla ogni momento. Era normale, era ancora una novità. Si erano sposati da meno di un mese.
Se fosse dipeso da lui, non sarebbero mai usciti dalla camera da letto. Almeno non spesso.
Dopo la cerimonia non erano partiti per il tradizionale viaggio di nozze perché avevano intenzione di andare a trovare Lord e Lady Yardley in Grecia. Era piacevolmente buffo pensare che la famiglia di Bella fosse diventata anche la sua.
Rhys udì la moglie che si aggirava nello studio. I suoi metodi creativi comportavano sempre un certo movimento: camminare su e giù, fare degli schizzi, battere la matita sul labbro inferiore. Lei non immaginava quanto fosse seducente quel gesto.
Rhys bussò delicatamente per non disturbarla nel caso fosse concentrata su un’idea importante.
La porta fu aperta dopo un istante. Rhys osservò compiaciuto il rossore che coprì le guance di Bella, la luce che le illuminò lo sguardo quando lo vide.
«Santo cielo, è già ora di pranzo?»
«No.»
«Allora forse sentivi la mia mancanza?» Quando Bella gli posò una mano sul panciotto, Rhys avvertì i battiti del cuore farsi più veloci e il corpo fremere di piacere.
A volte, quando Bella faceva una pausa per pranzare, invece di andare in sala da pranzo si ritiravano in camera da letto.
«Sì, però vorrei anche mostrarti una cosa.»
«Davvero?» Bella lo esaminò da capo a piedi, poi fece scivolare la mano sul torace per dare un colpetto sul taschino del panciotto.
«Se continui così, ti porterò in camera da letto prima di darti il regalo.»
Bella fece quella risatina d’intesa che Rhys adorava. «Potrei essere d’accordo.»
«Bene. Prima però vorrei convincerti a venire con me nel salotto.»
Dopo avere guardato la scrivania, coperta di appunti e schizzi, Bella si girò verso di lui. «Prego.»
Rhys chinò il capo per darle un bacio su una guancia, poi le scostò i capelli per posare la bocca sul collo. «Volete venire con me in salotto, duchessa?»
«Mi hai incuriosita.»
Lui la prese sottobraccio e la condusse in corridoio. Mentre si avvicinavano percepì l’impazienza della moglie, che accelerò il passo e lo tirò dolcemente con sé.
Quando varcò la soglia del salotto, Bella emise un gemito di stupore.
«Meg, anche tu conosci il segreto?»
«Sì.» La cognata sorrise e allargò le braccia per mostrare l’allestimento che aveva preparato. Rhys le lanciò un’occhiata ammirata. Nei pochi minuti in cui lui si era assentato per andare a chiamare Bella, Meg aveva preso tutte le candele della stanza, le aveva accese e disposte intorno alla scatola come se fosse un’offerta su un altare. Aveva anche trovato un nastro e l’aveva legato intorno alla scatola con un bel fiocco.
«È per me?»
Meg indietreggiò di un passo, con le mani allacciate davanti a sé. Rhys, con un cenno, invitò la moglie ad aprire il regalo.
Bella tirò il nastro di seta con un sorriso eccitato, poi guardò il marito con aria perplessa. «Non è neanche il mio compleanno.»
«Diciamo che è un evento importante.»
Con la fronte aggrottata, Bella sollevò il coperchio della scatola.
Rhys sentiva le pulsazioni accelerate da quando erano entrati nel salotto. Sapeva quanto quel dono fosse importante per lei ed era ansioso di vedere la sua reazione.
Il regalo era stato avvolto in un foglio di carta colorata, che Bella aprì con cautela.
Il gemito di stupore che emise era quello che Rhys si aspettava. Non aveva previsto le lacrime. «È bellissimo.»
Lui le posò una mano su una spalla e la accarezzò. «È opera tua, solo tua.»
«Congratulazioni, Bella.» Meg avanzò di un passo e le diede un bacio su una guancia. «È un risultato straordinario.»
Le copie del primo libro di indovinelli e rebus di Bella non sarebbero uscite prima di una settimana, ma Rhys aveva chiesto all’editore il permesso di far stampare una copia speciale per la moglie, rilegata in pelle rossa e con le scritte dorate sulla copertina.
Bella si asciugò le lacrime. «Grazie, Meg. Puoi scusarci un istante? Vorrei parlare in privato con tuo fratello.»
«Naturalmente.» Meg lanciò un’occhiata perplessa alla cognata e al fratello prima di uscire dal salotto.
«Grazie.» Bella rivolse a Rhys uno dei suoi sorrisi sinceri che le facevano scintillare gli occhi.
Lui però la conosceva da troppo tempo per non notare che la sua espressione non conteneva solo gratitudine.
«C’è un ma» osservò in tono sospettoso.
«Non ho fatto tutto da sola, non credi?»
Rhys contrasse i muscoli del collo. «Mr. Peabody mi ha permesso di inviare il manoscritto alla tipografia per avere questa edizione speciale.» Guardò il volume che Bella teneva tra le mani. «Il contenuto è opera tua. Io riesco a malapena a risolvere i tuoi indovinelli, non potrei mai scriverne uno.»
Bella sorrise scuotendo la testa. «Sei meglio di quanto pensi e tutti questi complimenti mi commuovono, ma...»
«Allora devo farteli più spesso.»
«Conosci bene Mr. Peabody?»
Rhys ebbe un momento di incertezza. «Ci siamo scritti un paio di volte.»
«Gli hai per caso mandato una lettera in cui lo esortavi a pubblicare il mio libro?»
Rhys abbassò il capo. Come aveva fatto a scoprirlo? «Non gli ho ordinato di pubblicarlo, gli ho solo suggerito di dargli la giusta considerazione. A quanto mi hai riferito, ti aveva liquidato troppo in fretta.»
«Oh, sì, però ti avevo detto che volevo fare da sola. Pensavi che non ci sarei riuscita?»
«Niente affatto.» Rhys non riuscì a non sorridere. «Non ho mai dubitato delle tue capacità. Volevo solo aiutarti.»
Bella lo fissò con la bocca incurvata, come se stesse decidendo il suo destino. «Non so se esserti riconoscente o se arrabbiarmi.»
Rhys si avvicinò e le cinse la vita con un braccio. «Io propendo senza dubbio per la gratitudine.»
«Allora grazie.» Bella posò il libro per abbracciare il marito. I loro corpi allacciati misero a Rhys una gran voglia di fare l’amore, il loro passatempo preferito all’ora di pranzo.
Bella gli puntò un dito sul torace. «Però non devi più interferire nei miei affari privati, a meno che non sia io a chiedertelo. Non dovrai tramare alle mie spalle, né con Peabody né con nessun altro.»
«Hai ragione.»
«Me lo prometti?»
Rhys era disposto a prometterle qualsiasi cosa e ad aiutarla in ogni modo. Però la capiva. Mantenersi da solo e affrancarsi dal padre era stato essenziale per lui. E si rendeva conto che anche Bella voleva essere indipendente e dimostrare di avere delle capacità senza dover ricorrere al titolo del padre o all’intervento dei genitori.
«Prometto che ti aiuterò sempre, ma prima chiederò il tuo permesso.»
Bella gli gettò le braccia attorno al collo e premette il proprio corpo contro quello di lui. «Grazie per la comprensione.»
Dopo essersi sollevata in punta di piedi, posò la bocca sulla sua. Per qualche istante Rhys si abbandonò al calore del suo respiro, apprezzando i piccoli gemiti che le strappò quando approfondì il bacio.
«Questo potrebbe diventare il nostro pranzo...» suggerì, mentre le chiudeva una mano sul fondoschiena per attirarla a sé.
«Bene» sussurrò Bella.
Per un istante Rhys si chiese se avesse capito. Era molto intelligente, ma aveva la tendenza a prendere tutto alla lettera.
«Non intendevo dire...»
Bella si alzò di nuovo sulla punta dei piedi per dargli un bacio appassionato sulla bocca. «So che cosa intendevi.» Gli insinuò le dita nei capelli, spostò la bocca sul viso, sull’angolo della bocca. «Voglio quello che vuoi tu.»
Rhys la prese per mano e la condusse verso la scala.
Tutti dicevano che era un uomo fortunato, ma lui non aveva idea di che cosa avesse fatto per meritarsi l’amore di Bella.
Di una sola cosa era sicuro. Voleva assaporare ogni singolo istante con lei e non dare mai per scontata la fortuna che gli era toccata in sorte.