Ringraziamenti.
Stavolta piú del solito, devo un grosso grazie a Dave Walsh, le cui conoscenze del mondo dei detective mi hanno dato tutto ciò che in questo libro è basato sulla vita reale e nulla di ciò che non lo è. Devo ringraziare anche la sempre stupefacente Darley Anderson e tutte le persone dell’agenzia, specialmente Mary, Emma, Rosanna, Pippa e Mandy; Andrea Schulz, Ciara Considine, Nick Sayers e Sue Fletcher, per le loro immense capacità come editor, per le intuizioni e per la saggezza; Breda Purdue, Ruth Shern, Joanna Smyth e tutto lo staff di Hachette Books Ireland; Swati Gamble, Kerry Hood e tutto lo staff della Hodder & Stoughton; Carolyn Coleburn, Angie Messina, il meraviglioso Ben Petrone, e tutto lo staff della Viking; Susanne Halbleib e tutto lo staff della Fischer Verlage; Rachel Burd; Steve Fisher di APA, l’uomo piú paziente di Los Angeles; il dottor Fearghas Ó Cochláin, per avermi messo a posto gli ematomi; Sophie Hannah, per avermi indicato il titolo; Alex French, Susan Collins, Ann-Marie Hardiman, Jessica Ryan, Karen Gillece, Kendra Harpster, Kristina Johansen e Catherine Farrell, per ogni tipo di aiuto pratico, emotivo e divertente; David Ryan, guarnire con prosciutto affumicato, carne di manzo macinata, funghi e olive nere, cuocere in forno su pietra da pizza per dieci minuti e servire con Pilsener tedesca; mia madre, Elena Lombardi; mio padre, David French; e ogni volta di piú l’uomo in grado di risolvere i peggiori problemi di intreccio prima che arrivino gli antipasti: mio marito, Anthony Breatnach.