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L’amica
Sarah sta pensando al canto. Una delle cose fondamentali che aveva presto scoperto di avere in comune con Anna, a parte l’ossessione per il gioco con le due palle di quei primi giorni, era il canto. Cantavano insieme nel coro delle elementari e lo facevano con passione. Poi, alle medie, erano entrate insieme nel gruppo che allestiva musical.
Per alcuni anni quel focolaio di ambizioni teatrali era costato a entrambe un’altalena di lacrime e crisi isteriche, trionfi e tragedie. All’inizio il cameratismo era stato per lo più del tutto positivo. Da piccole cantavano tutte insieme nel coro. Ma appena erano cominciate le audizioni per parti più rilevanti, era diventato tutto più competitivo. Nel ribollire furioso di ormoni, languidi desideri e insicurezze, Anna e Sarah avevano affrontato il successivo alternarsi di amicizie sbocciate e amicizie appassite con una consapevolezza nuova e insidiosa.
Mentre Sarah sorprendeva molti di coloro che la frequentavano con i suoi nascenti talenti accademici, Anna la superava nel canto. A dieci anni erano tutte e due ossessionate dal proposito di diventare star del musical. Lo ritenevano entrambe perfettamente possibile e avevano architettato un piano per iscriversi a un corso di teatro musicale. Immaginavano di vivere insieme in un appartamento e passare le giornate cantando su un palcoscenico del West End, insensibili agli occhi alzati al cielo di Tim e Paul, per non dire di tutti gli adulti delle rispettive famiglie. Il padre di Anna era il più negativo.
«Io incolpo X Factor di questa cosa, Anna». Il suo mantra, seduto con le calze ai piedi al tavolo da pranzo della fattoria, era che provare soddisfazione nel partecipare a una produzione scolastica era una cosa, ma ben altro era illudersi di poterne tirar fuori una carriera. Sapete che fine fanno quasi tutti gli studenti della scuola di teatro musicale? A servire ai tavoli e a spillare birre. Lasciate perdere queste fantasie infantili e concentrate i vostri sforzi nell’ottenere buoni voti al diploma, è meglio. Tutte e due. Qualcosa che vi apra le porte di un lavoro…
Sarah e Anna avevano fatto orecchie da mercante. Nascoste nella camera di Anna, avvolte nel piumone, guardavano e riguardavano i DVD di tutti i loro musical preferiti. Cats. Phantom. Starlight Express.
Poi, gioia superlativa, agli inizi dell’ultimo anno la filodrammatica aveva annunciato che la nuova produzione sarebbe stata il loro musical più amato. Les Misérables.
Seduta ora sulla panchina dura e umida della stazione di Tintley, Sarah guarda l’orologio e socchiude gli occhi mentre riaffiora il ricordo. La prima discussione con Anna sulla parte per cui candidarsi. Erano in camera di Anna e ricorda che rimasero in silenzio, entrambe improvvisamente consapevoli, con emozione e apprensione, di ciò che avrebbe dovuto affrontare la loro amicizia.
A un tratto non c’era più posto per lealtà o compromessi. Ciascuna di loro era pronta a sacrificare la propria anima pur di interpretare Fantine.
Fin dal principio Sarah sapeva che la parte sarebbe toccata più probabilmente ad Anna, ma questo non l’aveva fatta demordere. In camera sua aveva guardato Anne Hathaway nella versione cinematografica tante di quelle volte da perfezionare ogni sfumatura, ogni respiro, ogni lacrima. Con vergogna aveva cominciato a sperare che ad Anna venisse il raffreddore o che suo padre le proibisse di distrarsi nell’importante anno del diploma.
Invece no. Il giorno dell’audizione c’erano entrambe, migliori amiche e arcirivali, ad augurarsi buona fortuna in pubblico e ad alimentare in segreto pensieri nuovi e inquietanti. A dispetto della vergogna, Sarah si consumava di ambizione e gelosia.
Il tre ottobre era finito tutto. Un messaggio sulla bacheca della filodrammatica lo aveva confermato: Anna avrebbe interpretato Fantine. Sarah sarebbe stata nel coro con la “responsabilità aggiuntiva” di prepararsi come sostituta di Madame Thenardier. La cattiva.
La faccia di Anna aveva detto tutto sulla natura della sua personalità. Vuoi che rinunci, Sarah? Onestamente, se significa così tanto per te, mi tiro indietro. Mio padre comunque è contrario che io lo faccia. E io non voglio che questo diventi un problema tra me e te.
No, non fare la stupida. Sono contenta per te.
E poi per settimane e mesi aveva dovuto sorbirselo. Il riflettore puntato su Anna. Tutti affascinati dal suo talento. Tutti i ragazzi che snobbavano quelli del musical dicendo che era gente isterica, all’improvviso la vedevano sotto questa nuova luce nei filmati delle prove che si scambiavano su Facebook. Persino Tim e Paul, che detestavano i musical, erano diventati più indulgenti e si mostravano interessati. Sarah aveva ancora una cotta segreta per Paul e non sopportava di vedere su Facebook i suoi commenti spiritosi, né leggere della sua ammirazione per come Anna gli sembrava favolosa in costume.
Era stato lì che Sarah aveva imboccato il suo bivio. Non una decisione consapevole. Piuttosto un esperimento per rafforzare l’autostima… e poi uno scivolone per una china scoscesa. Aveva scoperto che c’erano altri modi per essere popolari con i ragazzi. All’inizio si era sentita potente. Aveva anche lei il suo riflettore. Poi, molto velocemente, era emerso il lato brutto. Qualche pettegolezzo e qualche cattiveria sui social media. Una foto che aveva cominciato a circolare. E all’improvviso intorno a lei si era fatto il vuoto.
Non era passato molto tempo da quando le avevano dato della puttana. Era cominciata a girare la voce che avesse fatto sesso orale con due ragazzi della squadra di rugby allo stesso party.
Anna, leale come sempre, le diceva di ignorare i calunniatori. Sarah si chiedeva se sotto sotto Anna non sospettasse che lei stesse diventando una poco di buono, ma non ne avevano mai discusso sul serio. Pubblicamente Anna la difendeva senza riserve. Diceva che le persone si inventavano le cose perché erano invidiose della sua intelligenza. Sarah non le aveva mai detto che era tutto vero.
Proprio tutto.
Quello era stato il vero momento in cui la loro piccola ghenga aveva cominciato a disfarsi. Forse perché Tim e Paul avevano sentito troppe cose dagli altri ragazzi? Sarah non l’avrebbe mai saputo con certezza.
E ora, seduta sul marciapiede della stazione di Tintley si rende conto di quanto abbia assoluto bisogno di discutere di tutto questo con l’unica persona che potrebbe capire.
Lily.
Per un anno intero Sarah si è convinta che Antony e Karl siano i responsabili di ciò che è successo ad Anna. Ma ora ci sono nuove e confuse considerazioni che la tengono sulle spine e diventano ogni giorno più forti.
Perché Sarah continua a pensare a suo padre che compare dal nulla a guardare l’allestimento scolastico di Les Misérables. E quanto l’aveva menata su quanto era stata incantevole Anna nello spettacolo.
E non può dimenticare cosa è successo veramente a Londra. La verità di quello che è successo al club. E il messaggio.
Il messaggio che non ha avuto il coraggio di rivelare a nessuno.