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Travis aveva letto la lettera che Eve gli aveva lasciato sul comodino, e non credeva ai suoi occhi.
Gli tremavano violentemente le mani e ringraziava Dio che Cammie stesse ancora dormendo. Cosa avrebbero dovuto fare? Eve li aveva abbandonati. Non credette nemmeno per un istante che li avesse lasciati di proposito. Non si fidò delle bugie che aveva scritto. Diceva che non dovevano preoccuparsi per lei, che sarebbero stati meglio con Donovan.
Era un addio. La ragione del biglietto e la tristezza racchiusa in quelle righe pesavano come macigni sul cuore.
Temeva che potesse succederle qualcosa. Cosa sarebbe accaduto se suo padre l’avesse trovata? Quel pensiero gli procurò un brivido, fin dentro le ossa.
Lì era al sicuro. Donovan non avrebbe mai permesso che le accadesse qualcosa. Cosa poteva averla indotta a scappare?
Stava sicuramente cercando di proteggere lui e Cammie, proprio come aveva sempre fatto, ma perché andarsene? Non aveva senso. Cosa l’aveva spinta a un gesto così disperato? Cosa sapeva che invece lui ignorava? Cosa gli aveva tenuto nascosto?
Rusty spalancò la porta proprio in quel momento, e guardò subito il letto. Il suo volto si contorse in una smorfia quando vide la faccia di Travis e il biglietto che reggeva nella mano.
«L’hai saputo» mormorò lei.
«Che cosa sai, tu?» domandò Travis. «Tu sai dov’è, Rusty?»
Rusty sospirò. «No, mi dispiace. Ma la troveremo Travis, te lo prometto. Sean sta avvisando Donovan. Credimi, i miei fratelli in missione fanno paura.»
«Non capisco» rispose Travis, con la voce rotta dalla disperazione. Riusciva a stento a mantenere il controllo. Era spaventato più di quando erano in fuga loro tre da soli, a guardarsi sempre le spalle con la preoccupazione costante di essere scoperti. Perché almeno, allora, erano insieme. Adesso Eve era dio solo sapeva dove, e lui e Cammie sarebbero dovuti rimanere con Donovan, vivendo felici senza di lei.
Col cazzo. Se era il prezzo da pagare per stare al sicuro, lui non lo voleva. Avrebbe preferito correre dei rischi con Eve, con la sua famiglia unita, e continuare a fuggire per il resto dei loro giorni se fosse stato necessario.
Rusty gli posò una mano sulla spalla, percependo la confusione nella sua mente. «La troveremo, Travis.»
Travis la fissò, pregandola con lo sguardo di non dire nulla a Cammie. Fosse stato per lui, non lo avrebbe mai saputo; Eve sarebbe stata ritrovata e si sarebbe scusata per la sua assenza e Cammie non avrebbe mai saputo che la sorella li aveva lasciati nelle mani di Donovan, per scappare via da sola.
Travis non ci capiva ancora niente. Stava male e malediva Walt Breckenridge con tutto sé stesso. Gli faceva schifo essere sangue del suo sangue e avere un legame con lui. Come poteva essere nato da un simile mostro? Chi sarebbe diventato?
Di certo non sarebbe mai stato come lui. Avrebbe preferito morire. Non sarebbe mai stato capace di fare del male a nessuno, come aveva fatto il padre.
Travis si avvicinò al letto appena il cellulare di Rusty squillò. Quando lei rispose, gli occhi le si spalancarono per la sorpresa. Poi disse solo: «Okay, saremo qui, pronti.»
Travis sollevò Cammie, guardando Rusty in silenzio con un’espressione interrogativa.
«Nathan e Swanny stanno venendo a prenderci» spiegò con calma. «Ti ricordi di loro?» Spostò lo sguardo verso la bambina, e poi di nuovo su Travis.
Anche se lo distruggeva non poter chiedere cosa diavolo stesse succedendo e se sua sorella fosse stata ritrovata, preferì stare in silenzio per non traumatizzare Cammie.
Rusty si avvicinò e le sorrise. «Ti va se ti aiuto a vestirti? Nathan e Swanny stanno venendo a prenderci e dobbiamo andare a casa dei miei genitori. I tuoi nonni!» disse lei, ponendo l’accento sul fatto che potevano considerarli come il nonno e la nonna.
A Travis veniva da piangere. Era Eve la sua famiglia. Senza di lei sentiva di non avere radici. Nessuno che l’amasse in modo incondizionato e che avesse sacrificato tutto per lui.
«Ci sarà Cece?»
Rusty fece spallucce, sorridendo. «Non ne sono sicura, ma è possibile che ci sarà la famiglia al completo.»
Poi, quando realizzò che nessuno aveva nominato Eve, il suo entusiasmo si spense.
«Dov’è Evie? Lei non ci sarà?»
Le scivolò automaticamente il dito in bocca, mentre li fissava con ansia.
«La passerà a prendere Donovan» disse Travis deciso. «Adesso lascia che Rusty ti dia una mano a vestirti, così potremo andare dai nonni.»
«Scusa, puoi ripetere?» chiese Donovan torvo, mentre fissava il giovane vicesceriffo, per niente felice di riferirgli quelle notizie.
I fratelli di Donovan e i membri del team erano sbigottiti. Passarono velocemente dall’incredulità più totale a un’espressione quasi ilare. Come se avessero appena sentito la barzelletta più divertente del mondo.
Fanculo. È impossibile. Eve non avrebbe mai fatto quello che ha detto Sean.
«Statemi a sentire,» disse Sean con un tono stanco «la cosa assurda è che Rusty sostiene che Eve sia convinta che tu l’abbia tradita. Rusty era veramente incazzata e frustrata perché voleva aiutarla, ma lei le ha risposto che sapeva che sarebbe rimasta fedele alla sua famiglia. Le ha detto anche che non voleva farle correre dei rischi, scusandosi poco dopo di doverle rubare la jeep, mortificata perché era costretta a legarla e a rubare il denaro a un uomo che non aveva neanche mai incontrato. Non sembra certo una criminale incallita, vero?»
Donovan si portò le mani al collo e chiuse gli occhi. «Gesù cristo, pensa che l’abbia tradita? Dov’è adesso, Sean? Dimmi che sai qualcosa. Qualunque cosa.»
«Quanto tempo fa?» disse Garrett. «Quando è successo, Sean?»
Donovan camminava avanti e indietro, sconvolto. Garrett era incazzato, ma non con Eve. In effetti i suoi fratelli, e i membri del team di Nathan e Joe sembravano solo... preoccupati.
«Be’, più o meno un’ora fa» rispose cupo. «Sono andato a soccorrere Rusty quando ho sentito l’allarme, per assicurarmi che stesse bene e poi l’ho mandata a casa di Donovan, perché Travis e Cammie non restassero da soli. Dopo ho immediatamente emesso una segnalazione per ritrovare la jeep ed Eve. Ora è nella lista delle sparizioni sospette.»
Donovan sapeva esattamente a cosa alludeva Garrett con quella domanda. Tutti in quella stanza pensavano la stessa cosa.
Quel dannato figlio di puttana l’aveva già in pugno. Era quello il motivo per cui all’incontro con Donovan e gli altri era sembrato così sereno. Quel bastardo l’aveva già catturata e pensava di averla fatta franca. Faceva l’ingenuo e, dopotutto, aveva un alibi di ferro. Era stato lì, a parlare con Donovan, fingendo di agire nell’interesse della sua famiglia, e intanto aveva già Eve per le mani.
«Forza» mormorò Sam, allungando una mano verso Donovan. Non si era accorto di barcollare, era confuso, aveva le ginocchia molli e dovette stringere la mano tesa per evitare di cadere.
«Ce l’ha in pugno» continuava a dire, con voce roca. «Devo andare a prendere Travis e Cammie. Questa notizia li ucciderà. Dio santo, sono stato io a farle questo? Come può pensare che l’abbia tradita?»
Non riusciva a controllare il profondo sconcerto che traspariva dal suo tono di voce. Da una parte avrebbe voluto infuriarsi, perché aveva minacciato Rusty e derubato suo padre, esponendosi a un grande rischio. Eppure non riusciva a sentire altro che una grande, orribile preoccupazione. Temeva di perderla.
«Preferisco parlare con un po’ di persone e incontrarci da mamma e papà tra un’ora» disse Sam. «Sean, puoi diffondere la notizia? Vorrei che estendessi la segnalazione anche per Walt Breckenridge. Non possiamo permetterci che lasci lo Stato. Diffondi l’allerta agli agenti della California e alla polizia locale e della contea dove vive quel bastardo. Non mi importa cosa dovrai inventarti. Convincili.»
Donovan annuì, ancora incapace di formulare una frase di senso compiuto. Non riusciva a capire perché pensasse che l’aveva tradita, ma aveva lasciato Travis e Cammie da lui. Sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere i suoi fratelli. Se pensava quelle cose orribili sul suo conto non aveva senso affidargli le due persone che più amava al mondo.
Era assurdo.
«Andiamo, amico. Credo che tu non sia in condizioni di guidare. Vai a casa di mamma a raccontare tutto e aspettaci. Prenderò Rusty e porterò anche i bambini» disse Nathan.
Poi si voltò verso Skylar. «Vieni con me. Swanny, anche tu. Cammie si fida di Swanny e non penso che Skylar la spaventerà. Edge, tu invece sì, la spaventeresti a morte. Tu e Joe andate a prendere le mogli. Cercate di non dire loro più del necessario, si preoccuperebbero. Più tardi, da mamma, quando staremo tutti insieme, spiegheremo ogni cosa. Non occorre dire più volte la stessa cosa.»
«Dài, Van» disse piano Ethan. «Andiamo da mamma, così possiamo raccogliere le idee e capire che diavolo sta succedendo. Ti sentirai un po’ meglio quando saprai che almeno Travis e Cammie stanno bene.»