27
Donovan non chiuse occhio quella notte, nonostante fosse estremamente felice e soddisfatto. Fare l’amore con Eve lo coinvolgeva molto più di quanto gli fosse mai successo prima, a livello emotivo. Così era rimasto sveglio, pensieroso e preoccupato.
Prima dell’alba, e proprio prima che si addormentasse finalmente con lei rannicchiata tra le sue braccia, elaborò un piano. Doveva solo metterlo in atto e, per farlo, aveva bisogno dei suoi fratelli. Del team di Nathan e Joe. Pensò per un attimo di chiamare anche Steele e la sua squadra, ma sapeva che era alle prese con sua moglie e la bambina. E poi era già deciso che sarebbe stato operativo il team di Nathan e Joe da quel momento in poi, per le missioni. Anche se forse la soluzione migliore sarebbe stata mandare i ragazzi in prima linea con la squadra di Rio e Steele a coprirgli le spalle.
Nessuno dei due caposquadra sarebbe stato felice di quel tipo di organizzazione, ma non avrebbero nemmeno discusso perché avevano mogli e bambini a cui pensare. E le altre squadre? I loro membri non sarebbero stati contenti di starsene senza far nulla e permettere a un altro team di agire al loro posto.
Ma ci sarebbe voluto molto più tempo per coinvolgere tutte e Donovan non poteva permettersi il lusso di tergiversare. Soprattutto perché il padre di Eve era già molto vicino. Aveva fiducia nel team di Nathan e Joe e anche nei suoi fratelli. Li reputava più che capaci di mettere in atto la strategia che aveva in mente.
Si svegliò presto, senza disturbare Eve. Fece il suo giro di chiamate in cucina, in silenzio, per non farsi sentire dagli altri. Poi fece un’ultima chiamata, la più importante. Aveva gettato l’esca. Ora doveva solo aspettare che la vittima abboccasse.