Una nota, prima di cominciare
La scrittura di questo libro ha richiesto oltre due anni di lavoro di documentazione. Gli eventi storici narrati sono realmente accaduti, i personaggi sono esistiti. Alcune parti della trama, situazioni e dialoghi, sono però opera di fantasia. Basandomi rigorosamente sulle informazioni fornite dalla mia famiglia, sulle lettere e il diario e le testimonianze scritte, su libri di storia locale e documenti d’archivio, ho ricostruito alcune circostanze in modo narrativo.
Un’avvertenza sui toponimi. Quando comincia questa storia, il Sudtirolo fa parte da sempre dell’Impero austroungarico e tutti i suoi luoghi hanno nomi tedeschi. Quando diventa italiano, cambiano lingua. Non volevo però costringere il lettore a ricordare due nomi per ogni borgo, lago e vallata, o sostituirli a metà del libro, e ho scelto di usare i toponimi italiani noti a tutti. Con un’eccezione. I luoghi della storia familiare saranno menzionati in tedesco, a partire dal cuore del racconto, il paese della mia bisnonna: Pinzon e non Pinzano, così come Entiklar e non Niclara, Kurtatsch e non Cortaccia e così via. È una manciata di piccoli nomi, che nella grande Storia non contano molto ma che i protagonisti hanno conosciuto e amato in tedesco. È un omaggio a Rosa, che come tanti non si è mai sentita italiana.