Il morso
Quando Remus compié quattro anni, il livello di attività Oscura nel Paese continuava a crescere. Anche se erano in pochi a presagire cosa si nascondeva dietro agli attacchi e agli avvistamenti, il potere di Lord Voldemort andava crescendo e i Mangiamorte reclutavano ogni genere di Creatura Oscura invitandola a unirsi a loro per far cadere il Ministero della Magia. Il Ministero convocò quindi diversi esperti di Creature Oscure (anche quelle meno pericolose come Mollicci e poltergeist) per cercare di capire e contenere la minaccia. Lyall Lupin era tra quelli a cui fu chiesto di unirsi all’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, un invito che accettò con piacere. Fu lì che Lyall si trovò faccia a faccia con un lupo mannaro di nome Fenrir Greyback, che era stato condotto al Ministero per essere interrogato sulla morte di due bambini babbani.
Il Registro dei Lupi Mannari non veniva aggiornato di frequente. I lupi mannari si sentivano così respinti dalla società dei maghi che tendevano a evitare il contatto con altre persone, vivendo in “branchi” autogestiti e facendo il possibile per evitare di essere smascherati. Greyback, che non era registrato, sostenne di essere semplicemente un senzatetto Babbano molto sorpreso dal trovarsi in una stanza piena di maghi e inorridito dalla storia dei due poveri bambini morti.
Gli abiti sudici di Greyback e il fatto che non avesse con sé una bacchetta furono sufficienti a persuadere due membri del comitato di indagine, oberati di lavoro e ignoranti, che stesse dicendo la verità, ma Lyall Lupin non si lasciò ingannare così facilmente. Riconobbe infatti alcuni caratteri indicativi nell’aspetto e nel comportamento di Greyback e consigliò al comitato di tenere l’uomo sotto custodia fino alla prossima luna piena, che avrebbe avuto luogo solo ventiquattr’ore più tardi.
Greyback rimase seduto in silenzio mentre Lyall veniva deriso dai colleghi del comitato (“Lyall, continua a occuparti dei Mollicci gallesi, va’!”). Lyall, che di solito era un uomo molto pacato, si arrabbiò ed esclamò che i lupi mannari erano “esseri malvagi e senz’anima che meritano solo di morire”. I colleghi ordinarono a Lyall di lasciare la stanza, il capo del comitato si scusò con il senzatetto babbano e Greyback venne rilasciato.
Il mago incaricato di scortare Greyback fuori dalla stanza degli interrogatori intendeva effettuare un Incantesimo di Memoria su di lui, in modo che dimenticasse di essere stato all’interno del Ministero, ma prima che potesse farlo venne sopraffatto da Greyback e da altri due complici nascosti nell’ingresso. I tre lupi mannari fuggirono via.
Greyback raccontò subito agli amici il modo in cui Lyall Lupin li aveva descritti. La loro vendetta sul mago fu rapida e terribile.
Poco prima del quinto compleanno di Remus Lupin, mentre il bambino dormiva tranquillo nel suo letto, Fenrir Greyback forzò la finestra della sua camera e lo attaccò. Lyall arrivò appena in tempo per salvare la vita al figlio, cacciando Greyback fuori di casa con una serie di potenti incantesimi, ma era troppo tardi per impedire che Remus diventasse un lupo mannaro.
Lyall Lupin non riuscì mai a perdonarsi per le parole che aveva detto di fronte a Greyback durante l’interrogatorio: “esseri malvagi e senz’anima che meritano solo di morire”. Aveva ripetuto a pappagallo l’opinione di chi lo circondava, ma suo figlio continuava a essere un bambino dolce e intelligente, fatta eccezione per quei terribili giorni di luna piena in cui subiva una straziante trasformazione e diventava un pericolo per chiunque gli fosse vicino. Per molti anni, Lyall nascose al figlio la verità sull’attacco e l’identità dell’aggressore per paura delle recriminazioni di Remus.