RINGRAZIAMENTI

 

 

 

 

 

Comincerò ringraziando i colleghi e gli amici che hanno letto il manoscritto a differenti stadi del suo sviluppo, in certi casi anche più di una volta, offrendomi critiche e suggerimenti preziosi. Non ho parole per ringraziarli della generosità che mi hanno dimostrato. Essi comprendono Jean-Pierre Changeux, David Hubel, Charles Rockland, Steven Nadler, Stuart Hampshire, Patricia Churchland, Paul Churchland, Thomas Metzinger, Oliver Sacks, Stefan Heck, Fernando Gil, David Rudrauf, Peter Sacks, Peter Brook, John Burnham Schwartz e Jack Fromkin. Tutti loro non hanno alcuna responsabilità per le eccentricità e gli errori eventualmente rimasti nel testo.

I miei colleghi alla Iowa University e al Salk Institute mi sono stati ugualmente di aiuto, in particolare Antoine Bechara, Ralph Adolphs, Daniel Tranel e Josef Parvizi, i quali hanno anch’essi letto il manoscritto, dandomi utili suggerimenti. Come sempre, ringrazio il National Institute of Neurological Diseases and Stroke e la Mathers Foundation, senza il cui sostegno non avremmo potuto creare - a beneficio di scienziati, pazienti e studenti -l’atmosfera di lavoro davvero unica che caratterizza la Divisione di Neuroscienze Cognitive presso il Dipartimento di Neurologia della Iowa University.

Devo ringraziare anche tutti coloro che mi hanno aiutato negli ultimi cinque anni nelle varie ricerche bibliografiche che si sono rese necessarie per la realizzazione del progetto: Maria de Sousa eJosé Horta, che hanno reperito per me numerosi vecchi manoscritti su Spinoza custoditi in biblioteche portoghesi; Margaret Gullan-Whur, Maria Luisa Ribeiro Ferreira e Diogo Pires Aurélio, tre studiosi esperti su Spinoza che hanno risposto con grande pazienza alle mie domande su quel grande uomo; Mariana Anagnostopoulus, che ha individuato per me un riferimento chiave sugli stoici; Thomas Casey, che mi ha chiarito alcune cose riguardo al Boeing 777; e Arthur Bonfield, per un’utilissima conversazione su Thomas Jefferson eJohn Locke.

Il mio assistente Neal Purdum ha coordinato le varie parti del manoscritto con straordinaria professionalità ed equilibrio; ha anche provveduto a dattiloscriverne la maggior parte con l’aiuto di Betty Redeker, la cui pazienza nel lavorare sulla mia calligrafia, dopo vent’anni, non può esser definita altro che miracolosa. Un milione di grazie a entrambi per la loro dedizione, e a Ken Manzel per il suo pronto aiuto con le ricerche bibliografiche, aiuto che in diverse occasioni mi è venuto anche da Carol Devore.

Molti sinceri ringraziamenti vanno a Donna Wares per il suo superbo lavoro di editing e a David Hough per la realizzazione del libro.

Libro che non sarebbe stato scritto senza l'entusiasmo e il sostegno di due amici di vecchia data, Jane Isay e Michael Carlisle, e di Hanna Damasio, collega, critica -la peggiore e la migliore al tempo stesso - e fonte quotidiana di ispirazione e giudizio.

Ringrazio infine Roberto Calasso per avermi accolto nella sua casa editrice. Ringrazio inoltre Giuseppe Trautteur per aver proposto la traduzione in italiano della mia opera, Isabella Blum, che tale traduzione ha eseguito, nonché Maurizio Bruno e Matteo Codignola per l’aiuto e i suggerimenti prestati.