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La signora Upjohn, vagando per i corridoi del collegio Meadowbank, dimenticò la scena a cui aveva appena assistito: in quel momento era solo una madre che cercava la sua creatura. La trovò in un'aula deserta. Julia era china su un banco, la punta della lingua che le sporgeva nello sforzo di concentrazione.
Alzò gli occhi e la fissò un istante, poi le volò incontro per abbracciarla.
«Mamma!»
Poi, resasi conto che ormai era troppo grande per lasciarsi andare a simili effusioni, si staccò dalla madre e, quasi in tono d'accusa, le disse: «Non sei tornata un po' troppo presto, mamma?»
«Ho preso il volo diretto da Ankara» spiegò quasi scusandosi la signora Upjohn.
«Oh... Be', sono contenta di rivederti.»
«Anch'io, cara, anch'io» disse la madre.
«Si guardarono, imbarazzate entrambe. «Che cosa stai facendo?» domandò la signora Upjohn.
«Un tema per la signorina Rich» disse Julia. «Trova degli argomenti formidabili.»
La signora Upjohn si piegò sul banco. «Di che si tratta?» chiese.
Il titolo campeggiava sul foglio. Julia aveva già scritto, nella sua grafia irregolare, una decina di righe. "Differente atteggiamento di fronte all'omicidio di Macbeth e Lady Macbeth" lesse la signora Upjohn.
«Be'» commentò. «Un argomento di attualità, niente da dire.»
Lesse l'inizio del tema di sua figlia. "Macbeth" aveva scritto Julia "era attirato dall'idea del delitto, e ci aveva pensato parecchio, ma aveva bisogno di una spinta per agire. Una volta cominciato, aveva provato piacere nell'uccidere la gente, e gli era passato qualsiasi scrupolo e qualsiasi paura.
Lady Macbeth era avida e ambiziosa. A lei non interessava come ottenere quel che voleva, ma una volta arrivata al suo scopo si accorgeva che, in fin dei conti, non ne era valsa la pena."
«Direi che il tuo modo di esprimerti non brilla per eleganza» disse la signora Upjohn. «Bisognerà che tu riveda la forma, ma certo alla sostanza sei arrivata.»