3
Adam fischiettava allegramente mentre fissava la rete metallica attorno al campo da tennis. La porta del padiglione degli sport si aprì e la signorina Blanche, l'insegnante di francese, fece capolino. Parve trasalire alla vista di Adam. Esitò un momento e rientrò nell'edificio.
"Vorrei sapere che cosa sta combinando" si disse Adam. Non gli sarebbe passato neppure per la mente che la signorina Blanche stesse combinando qualcosa se non l'avesse vista comportarsi in quello strano modo. La donna aveva un'espressione colpevole che l'aveva subito insospettito. Poco dopo, la signorina Blanche uscì di nuovo, richiudendosi la porta alle spalle, e si fermò a parlare con lui quando gli passò davanti.
«Ah, vedo che riparate la rete.»
«Sì, signorina.»
«Giocate anche voi a tennis?» gli chiese lei guardandolo in maniera decisamente femminile e con un lieve invito nello sguardo. Ancora una volta Adam restò perplesso e lo colpì l'idea che per qualche ragione la signorina Blanche non fosse adatta come insegnante di francese in una scuola come Meadowbank.
«No» mentì lui. «Io non gioco a tennis. Non ne ho tempo.»
«Allora giocate a cricket?»
«Be', giocavo quando ero ragazzo.»
«Non ho avuto tempo finora per dare un'occhiata in giro. Ma oggi ho voluto visitare il padiglione degli sport. Desidero scrivere in Francia a dei miei amici che hanno un collegio.»
Di nuovo, Adam provò dei dubbi. Tutte quelle spiegazioni non gli sembravano necessarie. Era come se la signorina Blanche volesse giustificare la sua presenza nel padiglione. Perché? Aveva tutti i diritti d'andare dove voleva entro la proprietà del collegio. Non era davvero necessario che si scusasse con l'aiutante del giardiniere. Che cos'era andata a fare quella donna nel padiglione degli sport?
Adam guardò attentamente la signorina Blanche. Forse era bene sapere qualcosa di più sul suo conto. Con gli occhi Adam si permise di dirle che era una ragazza attraente.
«Immagino che a volte sarà un po' noioso per voi lavorare in un collegio femminile» le disse.
«È vero, non mi diverto molto.»
«Però, penso che avrete le vostre ore di libertà, no?» le chiese Adam.
Seguì una breve pausa. Fu come se lei stesse lottando con se stessa. Poi, la distanza fra loro fu intenzionalmente aumentata.
«Oh, sì» rispose lei. «Ho tutto il tempo libero che mi spetta. Le condizioni qui sono eccellenti.» La signorina Blanche gli fece un lieve cenno del capo. «Buon giorno» lo salutò e si allontanò.
Adam aspettò che lei fosse scomparsa dalla vista e poi lasciò il suo lavoro e andò nel padiglione degli sport. Apparentemente, nulla era fuori posto.
"Eppure" si disse lui "quella donna non me la racconta giusta".
Mentre usciva dal padiglione, il giovane si trovò faccia a faccia con Ann Shapland.
«Sapete dov'è la signorina Bulstrode?» gli chiese lei.
«Credo che sia rientrata, signorina. Stava parlando con Briggs poco fa.»
Ann aveva un'espressione accigliata. «Che cosa fate qui?»
"Che tipo sospettoso" si disse Adam e con una nota d'insolenza nella vo-ce, le disse:
«Volevo dare un'occhiata. Non c'è niente di male a guardare, no?»
«Non fareste meglio a continuare il vostro lavoro?» ribatté lei con durezza. Si diresse verso la scuola e a metà strada rallentò il passo e si voltò indietro. Adam stava trafficando con la rete metallica. Lei spostò lo sguardo da lui al padiglione con aria perplessa.
Assassinio