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Il portone di Meadowbank era aperto e l'ingresso illuminato. Qui l'ispettore fu ricevuto dalla signorina Bulstrode in persona. Lui la conosceva di vista, come molta gente dei dintorni. Persino in quel momento di confusione e d'incertezza, la signorina Bulstrode aveva pieno controllo di sé, della situazione e di tutti i suoi dipendenti.

«Ispettore Kelsey, signorina» si presentò lui.

«Che cosa desiderate fare per prima cosa, ispettore Kelsey? Volete andare nel padiglione degli sport o preferite prima ascoltare tutti i particolari?»

«C'è con me il dottore» disse Kelsey. «Se volete mostrare a lui e a due dei miei uomini dove si trova il cadavere, io vorrei scambiare qualche parola con voi.»

«Certamente. Venite nel mio salotto. Signorina Rowan, volete far strada al dottore e agli altri?»

Kelsey seguì la signorina Bulstrode nel salottino. «Chi ha trovato il cadavere?»

«La governante, la signorina Johnson. Una delle ragazze aveva mal d'orecchi e la signorina Johnson la stava assistendo. È stato allora che ha notato che le tende non erano ben tirate e quando si è avvicinata alla finestra ha visto una luce nel padiglione degli sport, cosa assolutamente anormale all'una di notte» concluse seccamente la signorina Bulstrode.

«Già» convenne Kelsey. «Volete continuare, signorina?»

«La signorina Johnson è andata a svegliare un'altra delle mie collabora-trici, la signorina Chadwick. Insieme hanno deciso di andare a fare una piccola ispezione. Mentre uscivano dalla porta laterale hanno sentito un colpo di rivoltella, in seguito al quale si sono precipitate verso il padiglione. Arrivate là...»

L'ispettore la interruppe.

«Grazie, signorina Bulstrode. Se potete chiamare la signorina Johnson, vorrei sentire da lei il seguito. Ma prima, forse, sarà meglio che mi diciate qualcosa sulla vittima.»

«Si chiama Grace Springer.»

«Era con voi da molto tempo?»

«No. Era venuta all'inizio del corso. L'insegnante di ginnastica che era qui prima di lei si è trasferita in Australia.»

«E che cosa sapevate della signorina Springer?»

«Le sue referenze erano ottime» rispose la signorina Bulstrode.

«Ma non la conoscevate personalmente prima?»

«No.»

«Non avete nessuna idea di ciò che potrebbe aver causato questa tragedia? Era infelice? Si trovava in qualche difficoltà?»

La signorina Bulstrode scosse la testa. «Nulla, che io sappia. Direi che la cosa è piuttosto improbabile. Non mi sembrava il tipo da trovarsi in difficoltà.»

«Non si sa mai» commentò Kelsey.

«Volete che chiami la signorina Johnson, ora?»

«Sì, per favore. Dopo che avrò sentito la sua storia, andrò nella pal... o, come la chiamate, nel padiglione degli sport.»

«È un nuovo edificio aggiunto quest'anno alla scuola» spiegò la signorina Bulstrode. «È adiacente alla piscina e comprende una sala per il ping-pong e altri giochi. Là si tengono le racchette da tennis e da lacrosse e le mazze da cricket. Inoltre, c'è una stanza riscaldata per asciugare i costumi da bagno.»

«C'è una ragione per cui la signorina Springer dovesse trovarsi nel padiglione a quell'ora della notte?»

«No davvero» rispose la signorina Bulstrode senza esitazione.

«Benissimo, signorina Bulstrode. Ora vorrei parlare con la signorina Johnson.»

La direttrice uscì dalla stanza e rientrò poco dopo seguita dalla Johnson.

La governante aveva bevuto un'abbondante quantità di cognac che le era stato somministrato per rimetterla in sesto dopo il rinvenimento del cadavere. Il risultato era un leggero aumento di loquacità.

«Questo è l'ispettore Kelsey» le spiegò la signorina Bulstrode. «Calmatevi, Elspeth, e riferitegli esattamente come sono andate le cose.»

«È terribile» disse la signorina Johnson. «È veramente terribile. Non mi era mai accaduta una cosa simile. Mai! Non l'avrei mai creduto. E poi proprio la signorina Springer!»

L'ispettore Kelsey era un uomo intuitivo. Sapeva cogliere al volo e sof-fermarsi sulle osservazioni che potevano risultare degne d'essere esamina-te.

«Vi sembra molto strano che sia stata assassinata proprio la signorina Springer, non è vero?»

«Be', a dir la verità, sì, ispettore. Era così... be', così dura, sapete. Così forte e coraggiosa. Il tipo di donna che saprebbe difendersi da un ladro... e anche da due.»

«Ladri?» fece l'ispettore. «C'era qualcosa da rubare nel padiglione?»

«Veramente non vedo cosa potesse esserci. Costumi da bagno, attrezzi sportivi.»

«Cose che potrebbe rubare un ladruncolo» osservò Kelsey. «Ma penso che difficilmente giustificherebbero un'aggressione. A proposito, hanno forzato la porta?»

«No» rispose la signorina Bulstrode.

«Capisco» disse Kelsey. «Hanno usato una chiave.» Poi si rivolse alla signorina Johnson. «La signorina Springer era benvoluta?» le chiese.

«Be', veramente non potrei dirlo. Insomma, dopo tutto, è morta.»

«Dunque, non vi era simpatica» concluse Kelsey brevemente.

«Non credo che fosse molto simpatica a nessuno» dichiarò la governante. «Aveva un modo di fare molto autoritario, sapete. Non si faceva mai scrupolo di contraddire la gente. Era molto in gamba e faceva il suo lavoro con molta serietà.»

L'ispettore Kelsey tornò all'argomento iniziale. «E ora, signorina Johnson, sentiamo come sono andate le cose.»

«Jane, una delle nostre allieve, aveva mal d'orecchi. Si è svegliata con un attacco piuttosto forte ed è venuta da me. Le ho dato delle gocce e dopo averla rimessa a letto, vedendo le tende che si muovevano, ho pensato che forse era meglio, per quella notte, chiudere la finestra, dato che il vento soffiava proprio in direzione della ragazza. Allora, con mia grande sorpresa, ho visto una luce nel padiglione. La vedevo chiaramente, non potevo sbagliarmi. Sembrava spostarsi di qua e di là.»

«Volete dire che non era la luce elettrica del locale ma quella di una torcia?»

«Sì, sì, doveva essere così. Subito mi sono domandata chi poteva essere là a quell'ora della notte. Naturalmente non ho pensato ai ladri.»

«A che cosa avete pensato?» le chiese Kelsey.

La signorina Johnson guardò fugacemente la direttrice. «Ma, veramente...»

«Credo che la signorina Johnson abbia pensato che una delle ragazze poteva essere andata là per incontrarsi con qualcuno» interloquì la direttrice.

«Non è così, Elspeth?»

La signorina Johnson balbettò: «Be', sì, l'idea mi è venuta per un momento».

«Continuate» l'incoraggiò l'ispettore Kelsey.

«Così ho pensato che la cosa migliore fosse di andare dalla signorina Chadwick» riprese la governante, «a chiederle di venire fuori con me a vedere cosa succedeva.»

«Perché proprio la signorina Chadwick?» domandò Kelsey.

«Non volevo disturbare la signorina Bulstrode» rispose la governante.

«Ormai è un'abitudine del collegio quella di rivolgersi alla signorina Chadwick quando non si vuole disturbare la direttrice. Sapete, anche la signorina Chadwick è qui da molto tempo ed ha altrettanta esperienza.»

«Dunque, siete andata dalla signorina Chadwick e l'avete svegliata. È

così?»

«Sì. Lei è stata d'accordo con me di andare là subito. Senza vestirci, ci siamo infilate il cappotto e siamo uscite dalla porta laterale. Allora, avevamo appena messo piede sul sentiero, quando abbiamo sentito uno sparo nel padiglione degli sport. Ci siamo messe a correre. Stupidamente non avevamo preso una torcia ed era difficile vedere dove mettevamo i piedi.

Abbiamo inciampato un paio di volte, ma siamo arrivate abbastanza in fretta. La porta era aperta. Abbiamo acceso la luce e...»

Kelsey la interruppe. «Non c'era nessuna luce quando siete arrivate là?»

«No. Era tutto buio. Abbiamo acceso la luce e l'abbiamo vista. Era...»

«Basta così» disse Kelsey in tono gentile. «Ora andrò a vedere con i miei occhi. Non avete incontrato nessuno lungo il tragitto?»

«No.»

«E non avete sentito nessuno correre via?»

«No. Non abbiamo sentito niente.»

«Qualcun altro, nel collegio, ha sentito lo sparo?» domandò l'ispettore guardando la signorina Bulstrode.

Lei scosse la testa. «No, che io sappia. Nessuno ha detto di averlo sentito. Il padiglione degli sport è a una certa distanza e io dubito che lo sparo potesse essere udito se non da qualcuno che fosse già sveglio.»

«Forse da una delle stanze laterali?»

«È difficile. Sono sicura che il rumore di uno sparo nel padiglione non arriverebbe fin qui tanto forte da svegliare qualcuno.»

«Bene, vi ringrazio» disse l'ispettore Kelsey. «Ora andrò nel padiglione degli sport.»

«Vengo con voi» annunciò la signorina Bulstrode.

«Desiderate che venga anch'io?» domandò la governante.

«Grazie» le rispose Kelsey. «Non è necessario.»

La signorina Bulstrode fece strada verso l'uscita laterale.

«È questa la porta da cui sono passate la signorina Johnson e la signorina Chadwick?»

«Sì. Vedete, accede direttamente al sentiero in mezzo ai rododendri che porta al padiglione.»

L'ispettore aveva una potente torcia elettrica; lui e la signorina Bulstrode raggiunsero in breve l'edificio che ora appariva tutto illuminato.

«È davvero una bella costruzione» commentò Kelsey.

«Ci è costata parecchio» disse la signorina Bulstrode, «ma possiamo permettercelo» aggiunse tranquillamente.

La porta aperta dava in una stanza molto ampia. C'era una fila di armadietti su ciascuno dei quali si leggeva il nome delle varie ragazze. In fondo alla stanza, su due rastrelliere, erano allineate le racchette da tennis e da lacrosse. La porta laterale conduceva alle docce e agli spogliatoi. Prima di entrare, Kelsey si fermò. Due dei suoi uomini si erano dati da fare. Un fo-tografo aveva appena finito il suo lavoro e un altro, intento a cercare impronte digitali, alzò la testa e disse: «Potete camminare nel centro della stanza, capo. Da questa parte non abbiamo ancora finito.»

Kelsey si diresse verso il perito settore che stava inginocchiato accanto al cadavere. Il medico alzò lo sguardo mentre l'ispettore s'avvicinava.

«Il colpo è stato sparato da poco più di un metro. Il proiettile è penetrato nel cuore. La morte dev'essere stata quasi istantanea.»

«Quanto tempo fa?»

«Circa un'ora.»

Kelsey annuì. Si voltò e vide l'alta figura della signorina Chadwick che, come un cane da guardia, stava immobile, appoggiata a una parete, con aria quasi feroce. Sui cinquantacinque anni, giudicò l'ispettore, fronte spaziosa, bocca volitiva, capelli grigi in disordine, nessun segno d'isterismo. Il tipo di donna, pensò Kelsey, sul quale si può fare affidamento in un momento di crisi, ma che probabilmente passava inosservata in un giorno comune.

«La signorina Chadwick?» chiese l'ispettore Kelsey.

«Sì.»

«Siete venuta qui con la signorina Johnson e avete scoperto il cadavere?»

«Sì. Era com'è adesso. Era morta.»

«E che ora era?»

«Ho guardato il mio orologio quando la signorina Johnson mi ha svegliata. Era l'una meno dieci.»

Kelsey annuì. L'ora corrispondeva a quella che gli aveva dato la signorina Johnson. Con aria pensosa, abbassò lo sguardo sul cadavere della donna. I capelli rossi erano tagliati corti. Aveva un viso lentigginoso, il mento appuntito e una figura snella e atletica. Indossava una gonna di tweed e un maglione scuro. Aveva scarpe sportive senza calze.

«Nessuna traccia dell'arma?» chiese Kelsey.

Uno dei suoi uomini scosse la testa. «No, signore.»

«E della torcia elettrica?»

«Ce n'è una là in quell'angolo.»

«Ci sono sopra impronte digitali?»

«Sì, quelle della vittima.»

«Allora era lei che aveva la torcia» osservò Kelsey. «Era venuta qui con una torcia... perché?» chiese l'ispettore, in parte a se stesso, in parte ai suoi uomini e in parte alla signorina Bulstrode e alla signorina Chadwick. Infine, si rivolse in particolare a quest'ultima: «Nessuna idea?»

La signorina Chadwick scosse la testa. «No, nessuna. Penso che la signorina Springer potesse aver dimenticato qui qualcosa e fosse venuta a prenderla. Ma mi sembra piuttosto improbabile, nel cuore della notte.»

«Se così fosse, doveva trattarsi di qualcosa di molto importante» osservò Kelsey.

L'ispettore si guardò attorno. Tutto sembrava al suo posto, tranne la ra-strelliera delle racchette, in fondo. Pareva che fosse stata tirata in avanti con una certa violenza. Diverse racchette erano sparse per terra.

«Naturalmente» riprese la signorina Chadwick, «potrebbe aver visto una luce qui nel padiglione, come ha fatto più tardi la signorina Johnson, ed essere venuta a dare un'occhiata. Mi sembra la cosa più probabile.»

«Credo che abbiate ragione» convenne Kelsey. «C'è solo un piccolo particolare. Sarebbe venuta qui da sola?»

«Sì» rispose la signorina Chadwick senza esitazione.

«La signorina Johnson è venuta a svegliare voi» le ricordò l'ispettore.

«Lo so» rispose la signorina Chadwick, «ed è ciò che avrei fatto io se avessi visto la luce. Avrei svegliato la signorina Bulstrode o la signorina Vansittart o qualcun altro. Ma la Springer non l'avrebbe fatto. Si sarebbe sentita sicura, anzi, avrebbe preferito far da sola.»

«Vorrei chiarire un altro punto» disse Kelsey. «Voi siete venuta dalla porta laterale con la signorina Johnson. La porta non era chiusa a chiave?»

«No.»

«Probabilmente era stata lasciata così dalla Springer. Quindi, possiamo supporre» affermò Kelsey, «che la vittima avesse visto una luce nel padiglione, che fosse venuta qui per indagare e che la persona che si trovava le abbia sparato.» L'ispettore si voltò verso la signorina Bulstrode che stava immobile sulla soglia. «Vi sembra logico?»

«Non mi sembra affatto logico» ribatté la direttrice. «Vi concedo la prima parte. Ammettiamo che la Springer abbia visto la luce e sia venuta qui da sola. Questo è molto probabile. Ma che la persona che lei ha sorpreso qui le abbia sparato... questo mi sembra assolutamente illogico. Se c'era qualcuno qui che non doveva esserci, mi sembra più probabile che questa persona sia fuggita o abbia cercato di fuggire. Perché qualcuno avrebbe dovuto venire in questo luogo nel cuore della notte con una pistola? È ridicolo! Non c'è niente qui per cui valga la pena di commettere un assassinio.»

«Credete più probabile che la signorina Springer abbia disturbato un convegno di qualche genere?»

«Per me è la spiegazione più naturale e più probabile» rispose la direttrice. «Però non spiega il fatto dell'assassinio, no? Nel mio collegio le ragazze non vanno in giro portandosi dietro delle pistole e non mi sembra neppure probabile che, chiunque avesse avuto un appuntamento con una di lo-ro, fosse venuto armato.»

Kelsey annuì. «Potremmo fare un'altra ipotesi, cioè che la Springer fosse venuta qui per incontrarsi con un uomo...»

«Oh, no» l'interruppe ridendo la signorina Chadwick, «non la Springer.»

«Non dico necessariamente un appuntamento d'amore» ribatté secco l'ispettore Kelsey. «Considero l'ipotesi che il delitto sia stato commesso de-liberatamente, che qualcuno volesse assassinare la signorina Springer, che avesse combinato d'incontrarla qui e che le abbia sparato.»

Un gatto fra i piccioni

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