MARINA

«Mi teletrasporto laggiù, prendo la loro bandiera e mi metto a correre», dice Otto, schioccando le dita. «Ci vorrà un momento.»

Nove scuote la testa. «È esattamente ciò che si aspettano. Quindi, sì, fallo pure, ma sarà solo un diversivo.»

Sarah alza la mano per interromperlo. «Scusa, Nove, te lo devo chiedere. Perché mi hai scelto?»

Nove le sorride. «Sei la mia arma segreta, Hart. John non riuscirà a combattere bene mentre tu gli schiocchi un mucchio di baci.»

«Baci?» ripete lei, puntandogli addosso il fucile mog. «Vuoi che ti spari, per caso?»

«L’ho vista sparare: ha un’ottima mira», commento. Ho visto Sarah esercitarsi nel tiro a segno e sono invidiosa. Non riesco ancora ad abituarmi alle armi da fuoco. M’innervosiscono.

«Deve puntare l’arma su Sei», ribatte Nove, facendosi serio.

«Lo sai che si renderà invisibile», dice Otto. «Come facciamo a fermarla?»

«È a questo che serve Ella», risponde Nove.

Ella alza gli occhi dal fucile quando sente il proprio nome. «Io?» Credo che ci sia rimasta un po’ male per essere stata scelta per ultima.

«Certo, tu», dice Nove. «Userai i poteri telepatici per individuare la posizione di Sei mentre è invisibile. Poi tu e Sarah le sparerete addosso.»

«Be’, non sono sicura di riuscirci.»

«L’hai localizzata in una gigantesca base militare in New Mexico. Questa è una sola stanza.» Nove scuote Ella per la spalla e le parla in tono incoraggiante: «Provaci. Fallo per me».

«E io cosa devo fare?» chiedo.

Nove mi guarda con quell’espressione orgogliosa – faccia-di-culo, credo la chiami John – che fa quand’è convinto di avere avuto un’ideona. Mi prende per mano: mi si accappona la pelle e mi sento percorsa da una scarica elettrica. «Tu, Marina, sei la nostra vera arma segreta.»