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Senza por tempo in mezzo, prese il foglio della lettera. Voleva chiudere anche quella partita prima di cena. Ormai la Francescona stava per chiamarlo. Erano più di tre giorni che rimandava e alla fine quella prova che gli sembrava tanto faticosa da sostenere si rivelò uno scherzo da bambini. Se la sbrigò in pochi minuti. Scrisse alcune frasi di pacata saggezza: consigli su come moderare il carattere, sul rispetto dovuto a chi è più anziano e più eminente di noi. Gli confermò che la sua casa era sempre pronta ad accoglierlo, anzi desiderosa, solo che lui deponesse quelle idee bizzarre che avrebbero turbato la loro convivenza. E lo salutò con attestazioni di affetto.

Eccoti servito, figlio mio, si disse dopo aver firmato. E ora, si disse afferrando il libro che era rimasto per tutto il giorno sul tavolo, preghiamo.