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Era spossato, come se avesse sostenuto un combattimento. Lasciò cadere le braccia ai lati della sedia e chiuse gli occhi.

Fu svegliato da una voce umana. La Francescona si era materializzata accanto a lui e lo chiamava con un sussurro:

«Padrone, padrone, c’è di là il dottore».

«Chi?» chiese con un sussulto iroso.

«Il dottore, il Dondi, chiede come state stamattina.»

Giovanni Dondi! Decisamente, c’erano troppi Giovanni nella sua vita. Che andasse al diavolo. Come se un medico potesse curare i suoi malanni. Che andasse a quel paese.

«Digli che sono occupato e che torni domani.»

La Francescona stava uscendo senza replicare e lui la fermò:

«Digli che mi brucia lo stomaco».

E poco dopo, prima che lei chiudesse la porta, aggiunse:

«Digli anche che ho cacato giallo... con macchie verdi. Chiedigli se può essere l’uva».

La Francescona rientrò dopo una brevissima assenza.

«Dice che deve vederle.»

«Che cosa?»

«Le feci.»

«Digli che le vedrà domani» e mentalmente aggiunse: se Dio mi farà la grazia di cacare ancora. La congedò con un gesto brusco.