Note al capitolo Procuratore generale

1 Arthur Meier Schlesinger, Robert Kennedy and his times, H. Mifflin, Boston 1978, pp. 228-229.

2 V. Navasky, Kennedy justice, cit., p. 7.

3 Burke Marshall intervistato da Larry J. Hackman, 19-20 gennaio 1970, John F. Kennedy Library Oral History Program.

4 Discorso di RFK, Illinois, 15 agosto 1958.

5 Lettera di Maria J. Carbone, Buffalo, New York, 23 luglio 1959.

6 Discorso di RFK, Conference of the National District Attorneys Association, Philadelphia, 18 agosto 1962.

7 Discorso di RFK, Great Lakes Regional Meeting Bar Association, Cleveland, 15 novembre 1963.

8 Edwin O. Guthman and C. Richard Allen, eds., RFK: collected speeches, cit., p. 57.

9 Discorso di RFK, The New England conference on the defense of indigent persons accused of crime, Parker House, Boston, 1° novembre 1963.

10 Scriverà il giudice Giovanni Falcone nel 1991: «Il mafioso tende a trasformarsi in imprenditore, a investire in imprese i profitti illeciti del traffico di droga. La crescente presenza di Cosa nostra sul mercato legale non rappresenta un segnale positivo per l’economia in generale. Cerchiamo di immaginarlo questo mafioso, divenuto capitano d’industria. Ricco, sicuro di potere disporre di quantità di denaro che non ha dovuto prendere in prestito, si adopera per creare, nel suo settore di attività, una situazione di monopolio, basata sull’intimidazione e la violenza. […] Non facciamoci illusioni: il mafioso che si è arricchito illegalmente e si è inserito nel mondo economico legale non costituisce il segno del dissolvimento della mafia nell’alveo della società civile. Perché il mafioso non perderà mai la sua identità, continuerà sempre a ricorrere alle leggi e alla violenza di Cosa nostra: è molto più facile imporsi sul mercato. […] Il mafioso non si maschera da imprenditore: è diventato un vero imprenditore». Si veda Giovanni Falcone e Marcelle Padovani, Cose di Cosa nostra, Bur, Milano 1991, pp. 129, 130, 132.

11 Edwin O. Guthman and C. Richard Allen, eds., RFK: collected speeches, cit., p. 34.

12 Discorso di RFK, American Society of Newspaper Editors, Hotel Statler, Washington, 21 aprile 1961.

13 Discorso di RFK, Subcommittee no. 5 of the House Committee on the judiciary, in support of legislation to curb organized crime and racketeering, 17 maggio 1961.

14 Discorso di RFK, Portland City Club, Oregon, 6 ottobre 1961.

15 Discorso di RFK, Subcommittee no. 5 of the House Committee on the judiciary, in support of legislation to curb organized crime and racketeering, 17 maggio 1961.

16 Relazione di JFK, Suggested remarks for bill signing, 13 settembre 1961.

17 Discorso di RFK, Subcommittee n°5 of the House Committee on the judiciary, in support of legislation to curb organized crime, 17 maggio 1961.

18 Discorso di RFK, American Bar Association, House of delegates, San Francisco, California, 6 agosto 1962.

19 Discorso di RFK, Department of Justice, 6 aprile 1961.

20 Discorso di RFK, American Society of Newspaper Editors, Hotel Statler, Washington, 21 aprile 1961.

21 Discorso di RFK, Portland City Club, Oregon, 6 ottobre 1961.

22 Discorso di RFK, Conference on crime prevention, Los Angeles, California, 24 marzo 1962.

23 G. Robert Blakey and Brian Gettings, Racketeer influenced and corrupt organizations (Rico): Basic concepts - Criminal and civil remedies, Notre Dame Law School, 1980. Consultabile al link: https://scholarship.law.nd.edu/…

24 Estes Kefauver, Il gangsterismo in America, Einaudi Editore, Torino 1953, p. 19.

25 Ivi, p. 22.

26 Nell’edizione italiana del memoir di Kefauver, Il gangsterismo in America, compare la scena del delitto Binaggio con questa didascalia: «La sede del club del Partito democratico di Kansas City subito dopo l’assassinio di Charlie Binaggio e del suo luogotenente Gargotta. Binaggio è un classico esempio di gangster politicante, che andò troppo oltre nel tentativo di mescolare le sue due specialità».

27 E. Kefauver, Il gangsterismo in America, cit., p. 29.

28 Ivi, p. 30.

29 Rocco Chinnici, La mafia: aspetti storici e sociologici, evoluzione come fenomeno criminoso, in Consiglio superiore della magistratura, Lotta alla criminalità organizzata e politica, Incontri di studi e documentazione per i magistrati, Roma, luglio 1978.

30 E. Kefauver, Il gangsterismo in America, cit., p. 32.

31 Ivi, p. 52.

32 Ivi, p. 33.

33 R.F. Kennedy, The enemy within, cit., pp. 264-265.

34 Edwyn Silberling intervistato da James A. Oesterle, 22 marzo 1971, John F. Kennedy Library Oral History Program.

35 V. Navasky, Kennedy justice, cit., p. 45.

36 William Anderson, Drops U.S. Crime Agency idea – Attorney General says Fbi can handle job, in «Chicago Daily Tribune», 20 marzo 1961.

37 U.S. drops Apalachin indictments, in «Los Angeles Times», 21 febbraio 1961.

38 Fbi, Mafia monograph, 1d, 1958, p. 55.

39 Ivi, 1a, p. 24.

40 Ivi, 1a, p. 43.

41 Ivi, 1c, p.18.

42 Ivi, 1a, p. 22.

43 La stessa Fbi individuò e ricostruì i tre fatti chiave che, usando le parole dell’agenzia, «l’aiutarono a esporre la profondità e l’ampiezza del crimine organizzato in generale e in particolare della mafia negli anni a venire»: «Nel 1957, il sergente della polizia dello Stato di New York, Edgar Croswell, scoprì la riunione segreta dei capimafia nella villa del boss Joseph Barbara a Apalachin. Schedammo immediatamente i nomi raccolti da Croswell. Nella nostra banca dati ce n’erano 53 sui 60 partecipanti. Quaranta di essi avevano precedenti penali. La scoperta di Croswell intensificò il nostro interesse su tali figure al fine di arrestare i boss che avevano violato le leggi federali. […] Nel 1961 il procuratore generale Robert Kennedy creò una Sezione contro il racket e la criminalità organizzata nel dipartimento di Giustizia per coordinare le attività dell’Fbi e delle altre agenzie investigative contro la minaccia criminale. Nel 1963, in parte grazie all’Fbi, il principale traditore della mafia – Joseph Valachi – rivelò pubblicamente davanti alla Commissione d’inchiesta McClellan i segreti della storia del crimine organizzato, dando i nomi e mostrandone attività e rituali».Si veda Fbi, Turning point. Using intel to stop the mob, Part 2, reperibile al link: https://archives.fbi.gov/…

44 Fbi, Mafia monograph, 1d, p. 43.

45 Emanuel Perlmutter, U.S. Is still in dark on Apalachin case, in «The New York Times», 30 ottobre 1959.

46 Ibid.

47 27 Apalachin men indicted by U.S. in drive on mafia, in «The New York Times», 22 maggio 1959.

48 U.S. Indicts 27 gang bosses in 1957 conclave, in «Chicago Tribune», 22 maggio 1959.

49 27 Apalachin men indicted by U.S. in drive on mafia, cit.

50 Convicted in gang trial: «Who’s Who» of crime included defendants, in «The Washington Post and Times Herald», 19 dicembre 1959.

51 Apalachin men sentenced; 15 get maximum 5 years, in «The New York Times», 14 gennaio 1960.

52 Ibid.

53 Barbara, Apalachin host, dies; secret of meeting still unknown, in «The New York Times», 18 giugno 1959.

54 Text of opinions reversing conspiracy conviction of 20 at Apalachin meeting, in «The New York Times», 29 novembre 1960.

55 Agents break into starin ave residence to arrest Montana, in «Buffalo Evening News», 21 maggio 1959.

56 Michael F. Rizzo, Gangsters and organized crime in Buffalo, history hits and headquarters, The History Press, Charleston 2012, p. 109.

57 Ivi, p. 111.

58 Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, V legislatura, Doc. XXIII n. 50, Parte prima, 31 marzo 1972, p. 20.

59 Ivi, p. 21.