Ringraziamenti
Antonio Nicaso è stato un punto di riferimento essenziale nei circa due anni di lavoro. Da quando gli ho raccontato il progetto, la sua vicinanza, il sostegno e il confronto costante sono stati determinanti per il percorso della ricerca e per quello personale. Ringrazio molto lui e Nicola Gratteri per la prefazione.
Grazie a Michele Vaccari per il dialogo costruito sul libro. E per averne colto lo spirito e la prospettiva.
Il primo incontro con Alan Price, direttore della John Fitzgerald Kennedy Presidential Library, è stato davanti a un ascensore. Al momento di salutare Boston mi ha portato una copia del libro di Robert Kennedy The enemy within, aggiungendo che desiderava rileggerlo. Lo ringrazio per l’interesse e il supporto concreto che mi ha dato insieme agli archivisti.
Il primo giorno di lavoro a Boston sono arrivato con un’ora d’anticipo all’Archivio Kennedy, perché volevo soffermarmi a guardare l’oceano. E lì ho pensato a mia madre, della quale non finisco di ammirare la passione per la vita, la dedizione nel superare gli ostacoli con il passo forte e la fantasia, che è la dote più preziosa.
Maica è stata una fondamentale compagna di viaggio. Ha vissuto con me gli entusiasmi, i dubbi, la fatica e la gioia. Ha creduto nella strada attraversata, colmando le distanze.
Margherita Macrì mi ha donato passione, dedizione, competenza e sorrisi che in qualche misura vorrei averle restituito.
Davanti alla carta bianca, dove si è essenzialmente soli, ho sempre sentito vicino Piero Melati. Ci siamo conosciuti al «venerdì di Repubblica» grazie a un articolo sul rapporto tra Giovanni Falcone e gli Stati Uniti d’America. È una fonte, un’ispirazione e un’amicizia per me decisiva.
Dopo il viaggio negli Stati Uniti e lo scorso Salone del Libro di Torino, Andrea Scarpa mi ha mandato un bel messaggio che conservo. Lo ringrazio per le pagine condivise su «Il Messaggero».
Claudia Papaleo, non avrei potuto desiderare una sorella diversa. Passo dopo passo senza cedere mai.
Serena Talento, Liborio Conca, Antonia Conti e Ambretta Senes: un gruppo di amici ineguagliabile.
La scoperta di Cosa nostra ha cominciato ad affacciarsi sul mondo da un luogo splendido, qual è il Centro studi americani di Roma. Un ringraziamento sentito ad Annalisa Capristo e Sara Ammenti.