Le regioni necessarie all’operazione astratta di comprendere il significato
Se si chiede a un soggetto di costruire e pronunciare una frase contenente una parola specifica si osserva l’attivazione di un complesso molto articolato di aree corticali. Se a questo complesso di attivazioni si sottraggono quelle riguardanti l’azione di udire odi pronunciare parole singole, si ottiene un quadro abbastanza nitido delle regioni necessarie all’operazione relativamente astratta di comprendere il significato di una frase ed esprimerlo verbalmente, una delle funzioni cardine del linguaggio umano, se non dello stesso pensiero cosciente. Fra le attivazioni più significative osservate in questo caso possiamo indicare una vasta regione della corteccia frontale sinistra che include l’area di Broca, il lobo temporale posteriore sinistro che include l’area di Wernicke, la parte anteriore della cosiddetta corteccia cingolata dell’emisfero sinistro e una regione localizzata nella metà destra del cervelletto.
L’attivazione della regione localizzata nel lobo temporale posteriore sinistro non ci sorprende, perché da tempo si sa che alcune funzioni rilevanti per l’uso del linguaggio sono localizzate in questa regioni e in particolare nell’area di Wernicke. E comunque interessante notare come la regione attivata nel nostro caso sia più ampia della semplice area di Wernicke, che abbiamo visto attivarsi nel caso dell’ascolto passivo di parole o frasi dotate di significato. Ciò vuoI dire che in questa regione è presumibilmente localizzato un certo numero di aree diverse che assolvono funzioni diverse, anche se tutte più o meno strettamente connesse con l’uso del linguaggio. Sarà molto interessante decifrare in un prossimo futuro la natura e le specificità di tali aree.
Particolarmente interessante si presenta anche l’attivazione di regioni della corteccia frontale anteriore. La corteccia frontale, che spesso viene chiamata prefrontale per sottolinearne l’estrema anteriorità, è da sempre ritenuta associata alle funzioni mentali superiori ed eminentemente astratte. Tale convinzione trae origine dall’osservazione che è essenzialmente lo sviluppo di quest’area che distingue i mammiferi superiori da quelli inferiori, e in particolare il cervello dell’uomo da quello delle scimmie. Ma che cosa si sa di preciso della funzione della regione attivata nella generazione di frasi a tema? Non molto, ma esperimenti condotti su scimmie o pazienti umani recanti lesioni in quest’area hanno suggerito l’idea che la regione sia particolarmente importante per la capacità di compiere azioni volontarie implicanti una internalizzazione di conoscenze che siano relativamente indipendenti da indicazioni provenienti dall’esterno.
Una certa assenza di progettualità e una notevole inerzia nel passare da una linea di condotta già percorsa a una diversa e nuova in assenza di chiare indicazioni si incontra infatti in pazienti umani portatori di difetti in questa zona. Essi sono perfettamente in grado di suddividere un mazzo di carte per seme o per colore se ricevono precise indicazioni in proposito, ma hanno difficoltà a ricavare questo criterio da indicazioni più sottili, rappresentate per esempio da una serie di «Va bene» o «Non va bene» pronunciati dallo sperimentatore a seguito di ogni loro singola scelta. In particolare, tendono a continuare ad adottare lo stesso criterio di assortimento anche se lo sperimentatore lo cambia nel corso della stessa seduta e nonostante le sue indicazioni indirette. Anche le scimmiette recanti lesioni in quest’area hanno difficoltà a cambiare la loro condotta in assenza di chiari stimoli indicatori.