Una regione larga un paio di centimetri che controlla lo scoppio della risata
Qualsiasi teoria sul funzionamento del sistema nervoso e del cervello deve tenere conto del fatto che molta della sua attività prende la forma di un’onda elettrica in movimento.
Il cervello funziona per segnali elettrici. Tutto questo è ormai appurato da tempo e viene confermato quasi ogni giorno. Applicando degli elettrodi al cranio o a singoli nervi se ne può misurare l’attività elettrica, mentre inducendo piccole correnti elettriche in certe regioni del cervello si possono provocare specifici movimenti o indurre specifiche sensazioni. Ultimamente è stata messa a punto a tale proposito una tecnica, chiamata TMS (per Transcranial Magnetic Stimulation), che ha dello sbalorditivo. Utilizzando un piccolo circuito elettromagnetico semplicemente accostato alla testa, senza intrusione né contatto, si possono indurre piccole correnti elettriche in punti specifici del cervello. Se lo si accosta per esempio a regioni specifiche dell’area motoria della corteccia si possono suscitare movimenti estremamente specifici, che interessino anche soltanto un singolo muscolo.
Con questa tecnica incredibile si può fare una mappa molto dettagliata del controllo centrale dei vari tipi di movimento e la sua potenziale utilità nella riabilitazione e nella progettazione di protesi biomeccaniche è fin troppo ovvia. Ma c’è un altro punto che ci preme sottolineare. Con uno strumento disegnato dall’uomo sulla base delle sue conoscenze del mondo fisico e in particolare di un suo aspetto, l’elettromagnetismo, che nella vita quotidiana non dà praticamente nessun effetto, produce, a distanza e senza contatto diretto, uno specifico effetto biologico. Il raggiungimento di tale risultato richiede la conoscenza e l’utilizzazione di un incredibile complesso di fatti e di congetture teoriche di diversa natura. Il solo fatto che questo marchingegno funzioni sembra dimostrare oltre ogni dubbio che il mondo possiede una sua logica e una sua coerenza interna. Come dire che il reale non è razionale ma è razionalizzabile.
Con l’ausilio di questo strumento si può fare anche un esperimento decisamente istruttivo. Si chiede a un volontario di alzare a suo piacimento una mano, la destra o la sinistra. Dopo un certo numero prove si osserverà che il numero delle volte che costui o costei ha spontaneamente la mano destra è molto prossimo a quello delle volte in cui ha alzato la sinistra. Se si attiva invece l’apparecchio per la TMS e lo si accosta furtivamente alla sua testa, si osserverà che la mano sinistra verrà alzata per esempio solo venti volte su cento. Il motivo è chiaro: mediante l’apparecchio abbiamo indotto un eccesso di movimenti della mano destra. Il fatto interessante è che se al soggetto si chiede come mai ha alzato molte più volte la mano destra della sinistra, egli risponderà che ciò è avvenuto perché lui ha deciso così. Questo individuo ha razionalizzato la sua condotta, cioè l’ha mentalmente inserita in uno schema di comportamenti liberi e spontanei, come succede in una quantità di altre circostanze consimili.
Per essere veramente liberi non è evidentemente sufficiente essere convinti di esserlo.
Un fenomeno analogo, forse ancora più interessante, si è osservato a proposito della risata. In un’area corticale che assiste l’area motoria principale nel controllo dei movimenti, ed è perciò detta area motoria supplementare, sembra che ci sia una regione larga un paio di centimetri che controlla lo scoppio della risata. La risata è un fenomeno complesso, appannaggio esclusivo della nostra specie, che richiede l’attivazione coordinata di molti muscoli e che deve partire nella sua interezza, come lo sbadiglio, il singhiozzo o lo starnuto, una volta che ci siano le condizioni perché scoppi. Come tutti gli eventi motori di una certa complessità richiede un controllo e una coordinazione centrale. Come moltissimi altri fenomeni nervosi, scoppia o non scoppia, e quando scoppia deve seguire un suo schema predeterminato. Se così non fosse qualcuno potrebbe magari morire soffocato per un episodio di ilarità. La stimolazione elettrica di questa regione provoca una risata immediata e irrefrenabile. Anche in tal caso si osserva un incredibile esempio di razionalizzazione. Se si chiede infatti al soggetto interessato perché sia scoppiato a ridere, egli addurrà delle ottime ragioni e si mostrerà meravigliato che gli astanti non vedano la comicità della situazione.