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Corky e Xavia erano chini sullo strumento elettronico che misurava il contenuto di zirconio nei condri, quando Rachel seguì Tolland nella stanza adiacente al laboratorio. L'oceanografo accese un computer; evidentemente c'era qualcos'altro che voleva controllare. Mentre lanciava la procedura di avvio, Tolland si voltò verso Rachel come per dire qualcosa, ma poi si bloccò.

«Che c'è?» Rachel era sorpresa dell'attrazione fisica che provava per quell'uomo, anche in mezzo a una simile emergenza. Avrebbe voluto chiudere fuori tutto quanto e restare con lui, solo per un minuto.

«Ti devo le mie scuse» esordì Tolland, con un'espressione piena di rimorso.

«Per cosa?»

«Sul ponte, gli squali martello. Trascinato dall'entusiasmo, a volte dimentico che il mare può incutere paura agli altri.»

Sola con lui, Rachel si sentiva un'adolescente sulla porta di casa con un nuovo boyfriend. «Non c'è problema, sul serio. Grazie del pensiero, comunque.» Dentro di sé percepiva che Tolland desiderava baciarla.

Dopo un attimo, lui distolse gli occhi, intimidito. «So che vuoi tornare a terra, quindi dobbiamo metterci al lavoro.»

«Per il momento» rispose lei con un sorriso.

«Per il momento» ripeté Tolland, prendendo posto davanti al computer.

Rachel sospirò, alle sue spalle, assaporando l'intimità di quel piccolo laboratorio. Osservò Tolland consultare una serie di file. «Che fai?»

«Controllo la banca dati, in cerca di grandi pidocchi oceanici. Voglio vedere se trovo fossili marini preistorici somiglianti a quelli rinvenuti nel meteorite della NASA.» Selezionò una pagina di ricerca sormontata da una scritta a lettere maiuscole: PROJECT DIVERSITAS.

Scorrendo i vari menu, Tolland spiegò il piano. «Diversitas è sostanzialmente un indice continuamente aggiornato di biodati oceanici. Quando un biologo marino individua una nuova specie o un fossile oceanico, può suonare il corno e condividere la sua scoperta caricando dati e foto in una banca dati centrale. Poiché ogni settimana si aggiungono tanti dati nuovi, questo è il solo modo per mantenere aggiornata la ricerca.»

«Quindi adesso vai sul web?»

«No. L'accesso a internet è difficoltoso in mare. Noi immagazziniamo a bordo tutti i dati su un gran numero di drive ottici interconnessi e situati nella stanza accanto. Ogni volta che siamo in porto, ci colleghiamo a Project Diversitas e aggiorniamo la banca dati. In questo modo, possiamo accedere alle informazioni in mare senza connetterci al web, e i dati sono al massimo arretrati di uno o due mesi.» Con una risata, Tolland digitò le parole chiave per la ricerca. «Mai sentito parlare del controverso programma Napster per scaricare musica dalla rete?»

Rachel annuì.

«Diversitas è considerato la versione biologica marina di Napster. Noi la chiamiamo LOBSTER, Liberi Oceanografi Biologi Soggiogati Totalmente da Eccentrica Ricerca.»

Rachel scoppiò a ridere. Anche in quella situazione di tensione, Michael Tolland sfoggiava un senso dell'umorismo capace di placare i suoi timori. Cominciava a rendersi conto che negli ultimi tempi aveva riso troppo poco.

«La nostra banca dati è enorme» spiegò Tolland, mentre finiva di digitare le parole chiave. «Oltre dieci terabyte di descrizioni e foto. Ci sono informazioni che nessuno ha mai visto, e mai vedrà. Le specie oceaniche sono troppo numerose.» Cliccò sull'icona CERCA. «Bene, vediamo se qualcuno ha mai trovato un fossile oceanico simile al nostro insetto spaziale.»

Dopo qualche secondo, la nuova pagina sullo schermo rivelò quattro elenchi di animali fossili. Tolland entrò in ogni elenco ed esaminò le foto. Niente di vagamente simile ai fossili del meteorite di Milne.

Si accigliò. «Proviamo qualcos'altro.» Tolse la parola "fossile" dalla stringa di ricerca e cliccò CERCA. «Controlliamo le specie viventi. Magari troviamo un discendente con qualche caratteristica fisica in comune con il nostro fossile.»

Lo schermo si aggiornò.

Tolland divenne di nuovo serio. Il computer mostrava centinaia di voci. Indugiò un momento, fregandosi il mento ombreggiato dalla barba incolta. «Okay, è troppo. Restringiamo la ricerca.»

Rachel lo vide entrare in un menu a tendina alla voce "habitat". L'elenco delle opzioni pareva interminabile: pozze formate dalle maree, acquitrini, lagune, reef, dorsali oceaniche, solfatare. Tolland scorse l'elenco e scelse un'opzione: ZONE ACCIDENTATE / FOSSE OCEANICHE.

"Bravo" pensò Rachel. Restringeva la ricerca alle specie che vivevano in ambienti vicini a dove si supponeva potessero crearsi le formazioni simili a condri.

Osservando la nuova schermata, Tolland sorrise. «Ottimo, solo tre voci.»

Rachel sbirciò il primo nome della lista. Limulus poty... qualcosa.

Tolland vi cliccò sopra. Apparve una foto che ritraeva una creatura simile a un enorme granchio a ferro di cavallo privo di coda. «No.» Tornò alla pagina precedente.

La seconda voce dell'elenco recitava Gamberus Bruttus Infernalis. «Ma è il nome vero?» chiese Rachel, perplessa.

Tolland rise. «No. È una nuova specie, non ancora classificata, e chi l'ha scoperta è dotato di senso dell'umorismo. Suggerisce Gamberus Bruttus per la classificazione tassonomica ufficiale.» Cliccò sulla foto, che rivelò una creatura simile a un gambero di eccezionale bruttezza con baffi e antenne rosa fluorescenti. «Nome azzeccato, ma non è il nostro insetto spaziale» commentò tornando all'indice. «L'ultima proposta è...» Cliccò sulla terza voce, e apparve la pagina.

«"Bathynomous giganteus..."» lesse Tolland a voce alta, mentre il testo veniva visualizzato. Caricò la fotografia, un primo piano a colori.

Rachel sobbalzò. «Mio Dio!» La creatura che la fissava dallo schermo le diede i brividi.

Tolland rimase a bocca aperta. «Per la miseria, questo tizio sembra alquanto familiare.»

Rachel annuì, senza parole. Bathynomous giganteus. Ricordava un gigantesco pidocchio nuotatore, molto simile alla specie fossilizzata nella roccia della NASA.

«Ci sono alcune lievi differenze» commentò Tolland, scorrendo la pagina per trovare anagrammi anatomici e schizzi. «Ma è molto simile, tanto più considerato che ha avuto centonovanta milioni di anni per evolvere.»

"Simile è la parola giusta" pensò Rachel. "Troppo simile."

Tolland lesse la descrizione sul monitor: «"Ritenuta una delle creature più antiche dell'oceano, il Bathynomous giganteus, una specie rara e classificata solo di recente, è un isopode saprofago abissale simile a un grande porcellino di terra. Lungo fino a sessanta centimetri, presenta un esoscheletro chitinoso segmentato in capo, torace e addome. Possiede arti appaiati, antenne e occhi compositi come quelli degli insetti terrestri. Non si conoscono i predatori di questa creatura degli abissi che vive in ambienti pelagici brulli, in passato ritenuti inabitabili"». Tolland alzò lo sguardo. «Il che spiegherebbe la mancanza di altri fossili nel campione!»

Rachel fissò la creatura sullo schermo, emozionata e al tempo stesso non sicura di comprendere appieno la portata di tutto ciò.

Tolland era visibilmente eccitato. «Immagina che centonovanta milioni di anni fa una nidiata di questi Bathynomous sia rimasta sepolta da una frana di fango sul fondo del mare. Quando il fango si solidifica diventando pietra, gli animali si fossilizzano. Contemporaneamente il pavimento oceanico, che si muove continuamente come un lento nastro trasportatore verso le fosse oceaniche, sposta i fossili nella zona di alta pressione dove la roccia forma i condri!» Parlava sempre più in fretta. «Se parte della crosta fossilizzata e piena di condri si è spaccata ed è finita sul cuneo di accrescimento, cosa per nulla insolita, sarebbe nella posizione perfetta per essere scoperta!»

«Ma se la NASA...» farfugliò Rachel. «Insomma, se è tutta una menzogna, la NASA doveva pur sapere che presto o tardi qualcuno avrebbe scoperto che i fossili assomigliano a creature marine, giusto? Insomma, come l'abbiamo scoperto noi

Tolland mandò in stampa la foto del Bathynomous. «Non saprei. Anche se qualcuno si facesse avanti per sottolineare le somiglianze tra i fossili e un pidocchio marino vivente, le fisiologie non sono identiche, il che, in un certo senso, non fa che rafforzare la posizione della NASA.»

All'improvviso, Rachel comprese. «Panspermia.» "I semi della vita sulla Terra impiantati dallo spazio."

«Esatto. Le similarità tra organismi spaziali e terrestri hanno un significato scientifico preciso. Questo pidocchio di mare in realtà rafforza la posizione della NASA.»

«A patto di non mettere in discussione l'autenticità del meteorite.»

Tolland annuì. «Se si mette in dubbio il meteorite, crolla tutto. Il nostro pidocchio marino da alleato della NASA si trasforma nel suo peggior nemico.»

Rachel rimase in silenzio mentre le pagine sul Bathynomous uscivano dalla stampante. Cercò di dirsi che poteva trattarsi di un errore in buona fede da parte dell'agenzia spaziale, ma sapeva che non era così. Chi è in buona fede non tenta di uccidere la gente.

La voce nasale di Corky echeggiò improvvisa dal laboratorio. «Impossibile!»

Tolland e Rachel si voltarono contemporaneamente.

«Misura di nuovo quel dannato rapporto! Non ha senso!»

Xavia arrivò di corsa con un foglio stampato in mano. Era pallida come un lenzuolo. «Mike, non so come dirtelo...» La voce si spezzò. «Il rapporto zirconio/titanio di questo campione...» Si schiarì la gola. «È ovvio che la NASA ha commesso un errore madornale. Il meteorite non è altro che una pietra oceanica.»

Tolland e Rachel si scambiarono un'occhiata ma non dissero nulla. Non ce n'era bisogno. Tutti i sospetti e i dubbi erano cresciuti come la cresta di un'onda, fino a frangersi.

Tolland annuì, gli occhi colmi di tristezza. «Sì, grazie, Xavia.»

«Ma... non capisco» disse Xavia. «La crosta di fusione... la collocazione nel ghiaccio...»

«Lo chiariremo mentre torniamo a terra. Ce ne andiamo.»

Rachel raccolse in fretta tutte le carte e le prove, che a quel punto erano definitive: la stampata dello scanner che mostrava il pozzo di inserimento nella banchisa di Milne, le foto di un isopode marino vivente somigliante al fossile della NASA; l'articolo di Pollock sui condri oceanici; i dati della microsonda che mostravano zirconio impoverito nel meteorite.

La conclusione era inevitabile. "Un inganno."

Tolland osservò la pila di fogli tra le mani di Rachel ed emise un sospiro malinconico. «Be', direi che William Pickering ha prove sufficienti.»

Rachel annuì, chiedendosi di nuovo come mai il suo capo non avesse risposto alla chiamata.

Tolland sollevò il ricevitore di un telefono vicino e glielo porse. «Vuoi riprovare da qui?»

«No, muoviamoci. Cercherò di contattarlo dall'elicottero.» Aveva già deciso che, se non ci fosse riuscita, avrebbe chiesto alla guardia costiera di portarli direttamente all'NRO, a soli trecento chilometri.

Tolland stava per posare la cornetta, ma si interruppe di colpo. Perplesso, l'accostò all'orecchio. «Strano. Non c'è linea.»

«Che vuoi dire?» chiese Rachel, agitata.

«Davvero strano, perché le linee dirette COMSAT non perdono mai il segnale portante...»

«Signor Tolland?» Il pilota della guardia costiera entrò di corsa nel laboratorio, pallido in volto.

«Che c'è?» chiese Rachel. «Arriva qualcuno?»

«È questo il problema. Non lo so. Il radar e tutti i sistemi di comunicazione di bordo sono fuori uso.»

Rachel infilò le carte dentro la camicia. «Forza, in elicottero. Partiamo IMMEDIATAMENTE!»

 

La Verità Del Ghiaccio
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