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Definire il direttore dell'NRO un uomo dall'aspetto insignificante suonava già come un'esagerazione. William Pickering era molto basso, calvo, con l'incarnato pallido, il viso anonimo e gli occhi nocciola che scrutavano i segreti più profondi della nazione e al contempo apparivano come due pozze vuote. Eppure, per i suoi sottoposti, torreggiava come un gigante. Il suo carattere mite e la sua filosofia spicciola erano leggendari all'NRO. La pacata diligenza, unita al guardaroba di sobri abiti neri, gli aveva valso il soprannome di "Quacchero". Brillante stratega e modello di efficienza, il Quacchero governava il suo mondo con impareggiabile lucidità. Il suo mantra personale era: "Scopri la verità. Agisci di conseguenza".

Arrivata nel suo ufficio, Rachel lo trovò al telefono. La stupiva sempre il suo aspetto: William Pickering non aveva proprio l'aria di uno abbastanza potente da svegliare il presidente a qualunque ora.

Il direttore posò la cornetta e le fece cenno di accomodarsi. «Agente Sexton, prego.» La voce aveva un'affilata nitidezza.

«Grazie, signore.»

Molti si sentivano a disagio per il suo modo di fare diretto, ma Rachel l'aveva sempre apprezzato. Quell'uomo era l'esatta antitesi di suo padre: per nulla appariscente, tutt'altro che carismatico, faceva il suo dovere con patriottica generosità evitando le luci della ribalta che suo padre amava tanto.

Pickering si tolse gli occhiali e la fissò. «Agente Sexton, il presidente mi ha telefonato circa mezz'ora fa per parlarmi di lei.»

Rachel cambiò posizione sulla sedia. Pickering era noto per quel suo modo di arrivare subito al dunque. "Accidenti, che bell'inizio." «Spero che non ci siano problemi con i miei rapporti.»

«Al contrario. Dice che la Casa Bianca tiene in grande considerazione il suo lavoro.»

Rachel si concesse di respirare. «E allora, che cosa vuole?»

«Incontrarla. Di persona. Immediatamente.»

Il disagio di Rachel aumentò. «Un incontro diretto? E per quale ragione?»

«Ottima domanda. Non me l'ha detto.»

Rachel si sentì smarrita. Nascondere informazioni al direttore dell'NRO era come non rivelare al papa segreti vaticani. La battuta in voga nell'ambiente del controspionaggio era che se William Pickering non sapeva una cosa, allora quella cosa non era successa.

Il direttore si alzò per passeggiare davanti alla finestra. «Mi ha chiesto di rintracciarla per convocarla immediatamente da lui.»

«Adesso?»

«Ha mandato qualcuno a prenderla. La aspetta fuori.»

Rachel aggrottò la fronte. La richiesta del presidente era di per sé sconcertante, ma era soprattutto l'espressione preoccupata sul viso del direttore a impensierirla. «È chiaro che lei ha qualche riserva, in proposito.»

«Ci può giurare!» Pickering si lasciò andare a un raro sfogo emozionale. «Il tempismo del presidente appare a dir poco sospetto. Chiede di incontrare proprio lei, la figlia dell'uomo che lo sta sfidando alle elezioni? Lo trovo assolutamente inopportuno. Sono certo che suo padre concorderebbe con me.»

Rachel se ne fregava altamente dell'opinione del padre, ma sapeva che Pickering aveva ragione. «Mette in dubbio le motivazioni del presidente?»

«Il mio compito è fornire informazioni all'attuale amministrazione della Casa Bianca, non giudicare la sua politica.»

"Tipica risposta da Pickering." Il direttore non nascondeva di considerare i politici figure transitorie, fugaci comparse sulla scacchiera, mentre i veri giocatori erano gli uomini come lui, stagionati "residenti" in carica da abbastanza tempo per comprendere tutti i meccanismi del gioco. Due interi mandati alla Casa Bianca, ripeteva spesso, non sono sufficienti per afferrare la reale complessità del panorama politico mondiale.

«Potrebbe essere una richiesta innocente» azzardò Rachel, nella speranza che il presidente non si abbassasse a squallide acrobazie da campagna elettorale. «Magari ha bisogno di una sintesi di dati molto riservati.»

«Non per sminuirla, agente Sexton, ma la Casa Bianca dispone di personale più che qualificato. Se si trattasse di un lavoro del genere, il presidente potrebbe trovare soluzioni migliori che contattare lei. E, se non si tratta di questo, farebbe meglio a evitare di chiedere una risorsa dell'NRO senza motivarmene la ragione.»

Pickering si riferiva sempre ai suoi dipendenti in termini di "risorse", una definizione di sconcertante freddezza, a giudizio di molti.

«Suo padre sta conquistando una visibilità enorme, straordinaria, il che suscita grande nervosismo alla Casa Bianca.» Sospirò. «La politica è un gioco spietato. Quando il presidente chiede un incontro con la figlia del suo sfidante, mi viene da pensare che abbia in mente qualcosa di più che una sintesi di certi dati.»

Rachel avvertì un brivido. Le supposizioni di Pickering avevano la sgradevole tendenza a rivelarsi sempre esatte. «E lei crede che la Casa Bianca sia talmente in crisi da coinvolgere proprio me nella mischia politica?»

Pickering fece una breve pausa prima di rispondere. «Lei non fa certo mistero di quel che pensa di suo padre, e io sono più che sicuro che lo staff elettorale del presidente ne sia a conoscenza. Ho il sospetto che vogliano usarla in qualche modo contro di lui.»

«Firmo subito» affermò Rachel, scherzando solo in parte.

Pickering, imperturbabile, le rivolse un'occhiata severa. «Una parola di avvertimento, agente Sexton. Se ritiene che i sentimenti personali verso suo padre possano influenzare i rapporti con il presidente, le consiglio vivamente di declinare l'invito.»

«Declinare?» Le sfuggì una risatina nervosa. «È evidente che non posso dire di no al presidente.»

«Lei no» ribatté Pickering «ma io sì.»

Le parole rimasero sospese per qualche istante, ricordandole l'altra ragione per cui il direttore veniva definito il Quacchero. Malgrado l'esile corporatura, William Pickering poteva provocare un terremoto politico, se contrastato.

«Le mie preoccupazioni sono semplici. Ho il dovere di proteggere i miei collaboratori e non tollero neppure il vago sospetto che uno di loro venga usato come pedina nel gioco politico.»

«Che cosa mi suggerisce di fare?»

Pickering sospirò. «Incontri il presidente, ma senza prendere impegni. Quando le dirà che cosa diavolo ha in mente, mi telefoni. Se avrò l'impressione che la stia usando, si fidi di me: la tirerò fuori tanto in fretta da non lasciargli il tempo di rendersene conto.»

«Grazie, signore.» Rachel avvertì nel direttore quell'atteggiamento protettivo che tanto avrebbe voluto riscontrare nel padre. «Mi ha detto che il presidente ha già mandato una macchina?»

«Non esattamente.» Accigliato, Pickering indicò al di là della finestra.

Rachel gli si avvicinò titubante e guardò nella direzione segnalata dal dito teso di Pickering.

Fermo sul prato, c'era un Pave Hawk MH-60G dal muso corto e arrotondato, uno degli elicotteri più veloci mai costruiti. Sul fianco spiccava lo stemma della Casa Bianca. Il pilota, in piedi accanto al velivolo, stava guardando l'orologio.

Rachel si voltò incredula verso Pickering. «La Casa Bianca ha mandato un Pave Hawk per portarmi a Washington, a soli venticinque chilometri da qui?»

«Evidentemente il presidente intende fare colpo su di lei, oppure intimidirla.» Pickering la fissò. «Mi auguro che non si lasci impressionare.»

Rachel annuì. Si sentiva al tempo stesso colpita e intimidita.

 

Quattro minuti più tardi, Rachel Sexton uscì dall'NRO e si imbarcò sull'elicottero che l'attendeva. Prima ancora che si fosse allacciata la cintura, il Pave Hawk aveva già preso quota e sorvolava i boschi della Virginia. Rachel osservò gli alberi sfocati sotto di lei e sentì accelerare il battito cardiaco. Battito destinato ad accelerare ancora di più se lei avesse saputo che quell'elicottero non avrebbe mai raggiunto la Casa Bianca.

 

La Verità Del Ghiaccio
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