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Quando presi il coltello arrugginito non riuscii a non notare lo sguardo di terrore negli occhi di Nils Dam. Forse pensava che sarebbe stato facile per me tagliargli la lingua che aveva pronunciato quelle parole su Karis. Tagliare via la parola stupro come se non fosse mai stata detta.
Avevo deciso di non portare fino in fondo la minaccia di quella lama: l’importante era che Nils fosse ancora convinto che potessi farlo.
Mi sarebbe stato utile anche se avesse saputo che sapevo. Dovevo ringraziare Tummas Barthel per questo.
«Adesso mi dirai tutto su te e Gotteri. E sul perché tu e tuo fratello avete fatto a botte.»
Spalancò la bocca, la sorpresa sostituì temporaneamente la paura. Mi rigirai il coltello in mano, assicurandomi che lo notasse.
«Raccontami tutto, Nils, e niente balle. Tu non hai idea di quel che so o che non so. Non provare a tirare a indovinare. Tanto per cominciare, Gotteri non lavora per il “National Geographic”. Lo sappiamo entrambi, no?»
Annuì in silenzio, confuso e incerto. Stava cercando di mettere insieme i pezzi senza riuscirci. Mi rigirai di nuovo il coltello in mano.
«Allora perché è qui?»
«Gotteri è qui per la caccia alla balena.» Nils pronunciò la frase tranquillamente.
Tummas aveva ragione: i sospetti e le supposizioni che aveva su Gotteri erano corretti.
«Continua. E non tralasciare nulla.»
«È qui per il grindadráp. Per fotografarlo. Per rovinarlo. Vuole distruggere tutto.»
Mi tornò in mente la reazione esagerata che aveva avuto Serge quando eravamo arrivati in ritardo alla mattanza a Hvalvík, la sua rabbia quando eravamo riusciti a vedere soltanto le carcasse insanguinate allineate nell’area intorno al porto.
«Vai avanti, e ti ho detto di non tralasciare nulla.»
«Non lavora per il “National Geographic”, ma per Marine Machine. Quegli ecologisti pazzi. Lo mandano qui a fotografare la caccia dall’interno. Finge. Dice che è qui per fotografare gli uccelli ma è un bugiardo.»
Nils si fermò e fece un cenno in direzione della bottiglia d’acqua. La prese e ne bevve un po’ prima di proseguire.
«Vuole fotografare il grind per farlo sembrare una brutta cosa. Vuole dimostrare che si infrangono le regole, le leggi. Vuole che sembri... brutale e crudele.»
«E tu l’hai aiutato.» Cercai di farla sembrare un’affermazione più che una domanda.
Annuì sgarbatamente. «Conosco i pescatori, le barche, e so quando arrivano le balene prima di tutti gli altri. E l’ho detto a Gotteri.»
«Come quando gli hai detto della caccia a Hvalvík.»
«Sì.»
«E lui ti ha pagato l’informazione.»
«Sì.»
«Ma Gotteri non voleva solo fotografare il grind, giusto? Voleva essere sicuro che la caccia andasse a monte. E tu l’hai aiutato anche in quel caso.»
Nils fece una smorfia ma annuì. «L’ha detto a quelli di Marine Machine, loro sono arrivati e hanno spaventato le balene per allontanarle. Perché non ci fosse il grind.»
Facevo fatica a concentrarmi sulle sue parole. Per quanto desiderassi sapere di Gotteri e dei suoi sporchi trucchetti, non riuscivo a smettere di pensare a quello che Nils mi aveva già detto. Le immagini di Karis mi bombardavano il cervello. Karis e Aron. Stavo affogando, travolto da ondate di pietà, rabbia e preoccupazione. Ma dovevo costringermi a stare lì, dovevo sapere tutto del francese.
«Sarai stato molto popolare, Nils. Le persone erano molto arrabbiate per la caccia. Sei un traditore.»
Abbassò lo sguardo, la vergogna era più forte di qualunque altra cosa. Quando si girò, vidi che aveva preso una decisione; una decisione plasmata dalla volontà di sfidarmi.
«Traditore, no. Assolutamente no. Ho detto molte altre cose a Gotteri, molte di più.»
Annuii, come se avessi in mano più di quanto avevo. «Vai avanti.»
«Io lavoro alla compagnia petrolifera e gli ho detto dei report che fa la mia azienda sulle balene. Report segreti. Lui era molto felice. Gli si sono illuminati gli occhi quando gliene ho parlato.» Nils aveva una specie di sorriso sul volto. «La compagnia ha fatto dei test e ha scoperto che le balene sono piene di tossine. Sono velenose per l’uomo. Mercurio. Molto più di quanto pensavano. E molto piombo e cromo, anche. Abbastanza da danneggiare il fegato e il cervello. Gliel’ho detto e lui mi ha dato dei soldi. Molti soldi.»
Restai impassibile, spingendolo a proseguire.
«Voleva una copia del documento, ma non è facile ottenerla. Per cui gli davo un po’ di informazioni ogni tanto e lui mi pagava sempre. Continuava a dire: “Voglio il documento intero”. Ma non sono mai riuscito a ottenerlo.»
Nils scoppiò a ridere. Una risata folle e fuori controllo che sembrò causargli dolore.
«Non ci sono riuscito perché non esisteva nessun documento. Niente avvelenamento. Niente piombo. Niente cromo. Niente danni al cervello. Gotteri era così su di giri che non aveva capito che lo stavo prendendo in giro. Helvitis spassari! Idiota del cazzo.»
«Ti sei inventato tutto.»
«Sì, tutto. E ho fatto in modo che mi pagasse bene le informazioni che gli davo.»
«E lui lo sa?»
«No.» Nils rise ancora, con la stessa amarezza e lo stesso dolore di prima. «Aron, però...»
Si interruppe prima di concludere la frase, ma ormai era troppo tardi.
«Aron sapeva che avevi mentito a Gotteri e ti eri inventato tutto. E sapeva che gli avevi detto della caccia» completai, tirando a indovinare.
Provò a lanciarmi un’occhiata truce, in realtà era solo patetica. La verità era troppo per lui. E anche la vista del coltello che stringevo in mano.
«Aron ha scoperto che avevo parlato a Gotteri del grindadráp. E si è arrabbiato. Si è arrabbiato molto.»
«Ovviamente. Era furioso con te e con il francese per aver violato le vostre tradizioni. È per quello che avete litigato e vi siete giurati di ammazzarvi.»
Nils spalancò gli occhi. Aveva le parole bloccate in gola.
«E quindi Aron cos’ha fatto con Gotteri?»
«Lo ha minacciato.»
«Quando?»
«Una settimana prima che...»
Il mio battito accelerò. La possibilità di un finale migliore, meno terribile di quanto avessi immaginato.
«Che tipo di minacce?»
«Ha detto che lo avrebbe menato. Che avrebbe detto a tutti chi era davvero. A meno che non gli avesse dato dei soldi.»
Adesso scoppiai a ridere io. «Voi Dam siete proprio della stessa pasta. Bastardi ricattatori. E Gotteri ha pagato?»
Volevo che mi rispondesse di no. Volevo almeno un motivo per essere sollevato. Volevo dover fare i conti con solo un orrore invece che con la possibilità che ce ne fossero due.
Nils si strinse nelle spalle. «Non lo so. Non lo so davvero.»