CAPITOLO XI

«HA tutto pronto, signor Beckford?» chiese Aslan nel pomeriggio di martedì.

«Tutto pronto e a posto, signora, fino all’ultimo bottone dei pantaloni.»

«Sa che cosa le capita se qualcosa fallisse a causa della sua negligenza?»

«Lei mi spara a sangue freddo oppure mi spinge proditoriamente in un profondo precipizio mentre, rapito, sto ammirando un grandioso paesaggio.»

«Non dica questo, non ho la stoffa di un’assassina. Ma avrà a pentirsene, glielo assicuro. Ho i miei metodi. Imparati a Hollywood. La farò bastonare senza pietà da alcuni gorilla ben pagati.»

«Lo presagivo. Però ci sarò anch’io e alla fine lo saprà anche lei, signora, chi sarà il bastonato.» «Be’, intendo soltanto scherzare.» «Naturalmente vuole soltanto scherzare. Lei scherza sempre, quando ci sono di mezzo io.»

«Non diventi patetico, signor Beckford. Non c’è ragione di esserlo. Avrà dato, spero, le ultime precise istruzioni ad Amy.»

«Sì, apparirà e sparirà come uno spettro, con carte e senza, con elenchi e senza.»

«Quanto ad Amy, spero che non ci sia nulla fra voi due. Gli affari non ne hanno alcun vantaggio, quando il capo si diverte con la sua segretaria.»

«Non si dia pensiero, signora; Amy dice good-night anche quando le si chiede soltanto una tazza di caffè.»

«Però il tentativo l’ha fatto?»

«Perché no, signora; infine è una donna.» «Donna? Per quanto mi consta, non è sposata, non è vedova, non è divorziata. Di buona famiglia, anche.»

«Infatti, il padre ha un negozio di ferramenta a Eldersville, nel Kansas.»

«Sembra che sia andato piuttosto avanti con lei?»

«Sì, signora, tanto avanti che il suo passato è diventato la tragedia del mio presente.» «Mio Dio, non dica sciocchezze.» «Sto parlando del titolo di un film, al quale risale la colpa se tutto si è arenato.»

«È bene che tutto si sia arenato. Non mi trasformi per incantesimo una segretaria di prima classe in una amante scadente. E affinché lo sappia, presto avrà una nuova segretaria, giovane e graziosa, che curerà la posta e l’archivio. Da stamattina Amy è la mia segretaria personale, di fiducia, privata, anzi privatissima con uno stipendio di trecento la settimana.»

«Con questo stipendio, la sposo ipso facto.» «Amy la conosce troppo bene per lasciarsi sposare da lei così, senz’altro. Lei sarà più soddisfatto della sua nuova segretaria, molto più che non dì Amy. Amy è una vera signora. Una signora seria, di una onorabilità e incorruttibilità a tutta prova.»

«Deve conoscerla molto bene, signora.» «Naturalmente, la conosco bene. Ma ora veniamo al sodo. Le cinque assistenti sono esattamente istruite?»

«Marceranno come tanti soldatini di piombo viventi. Non per niente sono stato sergente del corpo dei marines.»

«Bene. Desidero vederle tutte e cinque oggi alle sei, al mio albergo. Dica a questa guardia del corpo di venire con i loro abiti da passeggio, ma di portare anche le loro uniformi. Per un’ultima rivista generale. Ci saranno due sarte per dare gli ultimi tocchi ed effettuare le modifiche che si rendessero necessarie. E sia detto a parte, signor Beckford, lei in queste due ultime settimane ha fatto più e meglio di quanto avessi preveduto.»

«Ho semplicemente eseguito i suoi ordini e le sue istruzioni, signora.»

«È vero. Ma lei sa al pari di me che gli ordini possono essere eseguiti in diversi modi. Alcune sue idee erano in realtà eccellenti e veramente originali.»

«L’ho fatto con piacere, signora. Nessun motivo di eterna riconoscenza. L’ho fatto con piacere, e per di più faceva parte delle mansioni conferitemi da lei quando mi ha raccattato.»

«Non è la parola appropriata. Ma se lo desidera, l’adoperi pure. La verità è che io l’ho trovata sulla mia strada al momento giusto.»

«Sulla strada della sua Cadillac, signora, diciamo meglio», rettificò Beckford ridendo.