NOTE DI COPERTINA

B. Traven è un curioso romanziere; ha descritto la passione dell’oro di tre americani nel mirabile Tesoro della Sierra Madre, ha dato pagine mai più sorpassate per intensità ne Il ponte nella giungla, dominate dal dolore di una madre che ha perso il figlio, ha trattato con estrema tenerezza e delicatezza l’amore tra adolescenti ne La carreta e si è gettato con violenza impressionante nelle vicende della rivoluzione messicana come ne I ribelli e Speroni nella polvere. Sembra quasi che il mistero della sua identità (nessuno ancora l’ha potuto riconoscere) si rifletta sulle esperienze personali varie e poliedriche di questo tra i più grandi narratori viventi, che può passare con insorpassata disinvoltura da un argomento all’altro del tutto diverso. Ora, nel Canale (l’ultimo suo romanzo), egli ci trasporta nell’America del nord, all’epoca dei missili, per farci partecipi di uno strano e gigantesco progetto (il taglio di un canale da costa a costa nell’interno degli Stati Uniti) che serve a rivelare in forma quasi ossessionante la travolgente pazzia di quella società.