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«Danny?». Una voce di donna calda e seducente mi arrivò dritta alla colonna vertebrale fino al midollo osseo, sentii la pelle accapponarsi e il battito cardiaco otturarmi le orecchie.

«Sono io».

«Hai ricevuto il messaggio?» «Chi sei?» «Credo che saremo amiche».

«Dammi della scettica, ma lo trovo difficile. Dimmi che vuol dire il messaggio».

«Tutto a suo tempo, zuccherino. Sono in viaggio, domani arriverò all’Hotel Sabrina, a Vasto. Conosci il posto?» «Sì».

«Bene, ci vediamo nella mia stanza alle ventitré. è la 221. Danny, vieni accompagnata da cinquemila euro e basta».

«Certo, serve altro? Dimmi pure, senza complimenti».

«Per ora no, ma a tua sorella servirà ben altro che il tuo sarcasmo. Porta i soldi, sarai controllata prima di entrare, quindi non venire a mani vuote o armata».

Il dick fu l’inequivocabile segnale che non c’era molto da discutere. La voce di quella donna era inebriante come un afrodisiaco orientale. Sicuramente non la conoscevo, una voce così non si dimentica... Cinquemila euro... E dove avrei trovato una cifra del genere? Ero talmente scannata che a fine mese aprivo il dentifricio finito con le forbici e ne spalmavo i residui sullo spazzolino.

Dal piano di sotto si sentì la chiave che girava.Huan si precipitò giu dalle scale, lo segiuii confusa. Drug Machine stava scartando le buste con la nostra cena.

«Come stai?» «Ha chiamato».

«Chi?» «Una donna, non credo di conoscerla... Vuole cinquemila euro, parlerà solo con i soldi in mano».

«Quando dovreste vedervi?» «Domani sera a Vasto Marina. Ha detto di andare sola. Cosa pensi?» «Che è una stronzata pensare di andarci! Portarsi cinquemila euro da regalarle mi sembra ancora più insensato».

«Non ho cinquemila euro, non ho neanche un quinto della somma».

«Vuoi pagare?» «Voglio arrivare a lei e ci posso arrivare solo con cinquemila euro. Prestameli».

Ci fu un lungo silenzio, Drug Machine guardava in basso, come se Huan potesse consigliarlo. Il cane ruotò la testa.

«Cinquemila sono una bella somma... E non ci sono garanzie, anzi io sono sempre più sicuro del fatto che sia una truffa».

«Lo so... Ma tu sai quanto può valere per me un forse? Forse mia sorella è viva e ha bisogno di me e io non mi posso permettere una cifra di merda per saperne di più... Non te li chiederei, ma... voglio guardare in faccia questa persona e capire... Aiutami, amico!».

«Va bene, ma i cinquemila euro mi danno il diritto di accompagnarti, se vuoi i miei soldi devi permettermi di salutarli quando li regalo insensatamente a un’estranea».

«è solo un prestito, e comunque ha detto di andare sola».

«Ti ha anche detto di portare cinquemila euro, giusto?» «Giusto». Valutai velocemente: nessuna alternativa. «Ok. Ci sto. Grazie, Drug Machine».

«Tutelo i miei utili, hai interessi del cinquanta per cento a settimana sulla cifra, se non paghi ti spezzo le falangine».

«No, le falangine no, ti prego...».

Apparecchiammo per la cena: ventricina e formaggio. La ventriina era piccante come l’inferno. Divorai tutto con entusiasmo, concentrata su quella voce che sembrava sicura di ciò che diceva. |n cosa mi stavo cacciando, non lo sapevo ancora, mi sentivo come nell’occhio di un ciclone. Quieta, mentre annusavo il disastro.