L'ispettore Battle sembrava molto colpito e si stropicciava continuamente il mento con aria pensierosa.

«Sir Oswald ha ragione, Battle» intervenne Lomax. «Quello era il nostro uomo. C'è qualche speranza di acciuffarlo?»

«Può darsi; certo la cosa è molto sospetta. Ma potrebbe anche darsi che l'uomo ricompaia a Chimneys.»

«Lo ritenete probabile?»

«No» confessò Battle e rifletté: «Certo parrebbe proprio Bauer, il ladro. Ma non capisco come abbia potuto entrare e uscire inosservato.»

«Vi ho già detto la mia impressione sugli uomini da voi messi di guardia» fece George. «Decisamente inetti; non è colpa vostra, ma…»

L'interruzione fu molto eloquente.

«Oh» disse Battle. «Ho buone spalle.» Crollò il capo e sospirò. «Devo correre subito al telefono, ora. Vogliate scusarmi. Capisco di non avere condotto molto bene le cose; ma tutto è così complesso! Più complesso di quanto non possiate credere!»

Poi uscì di corsa.

«Andiamo in giardino» propose Bundle a James. «Desidero parlarvi.»

Uscirono dalla portafinestra, e James contemplò il prato aggrottando la fronte.

«Che cosa state pensando?» chiese Bundle.

James le spiegò la storia della piccola Mauser.

«Che cosa pensava il vecchio Battle» soggiunse poi «quando ha dato la pistola a Coote perché la scagliasse sul prato? Lui, poi, l'ha mandata a finire dieci metri troppo lontano… E' un uomo molto in gamba, Battle, lo sapete, Bundle?»

«E' un uomo straordinario» confermò Bundle. «Adesso vi racconterò le mie avventure di stanotte.»

James ascoltò attentamente, poi trasse le sue conclusioni.

«Dunque la contessa è il numero Uno. Tutto si concatena benissimo. Il numero Due, Bauer, arriva da Chimneys, si arrampica in camera di O'Rourke, sapendo che la contessa avrà provveduto a fargli bere un narcotico… L'accordo è che egli getterà le carte alla contessa, che lo aspetta giù e che risalirà poi in camera attraverso la biblioteca. Così, se anche Bauer venisse preso mentre fugge dal parco, non gli verrebbe trovato addosso nulla. Il piano era ben congegnato, ma non ha potuto funzionare. La contessa, appena arrivata in biblioteca, sente giungere me e deve nascondersi dietro il paravento… Il numero Due getta le carte alla presunta contessa, poi si lascia calar giù… e trova me… Che momento, per la contessa! Tutto sommato la sua narrazione è quasi vera… Tutto concorda.»

«E il numero Sette che non compare mai e lavora nell'ombra? La contessa e Bauer? Troppo semplice; Bauer la notte scorsa era qui, certo, ma solo per il caso che tutto andasse male, com'è avvenuto. Egli non è altro che il capro espiatorio, il suo compito è quello di distogliere l'attenzione dal capo, dal numero Sette; ve lo dico io.»

«Ditemi, invece, Bundle» si informò James. «Non avete per caso letto troppi romanzi polizieschi? Abbiamo un'ipotesi che si accorda a perfezione coi fatti e voi andate in cerca del difficile!»

«Mi spiace, ma ci tengo moltissimo, io, al misterioso numero Sette.»

«E Bill che ne pensa? Non gli avete detto della contessa? Bisognerebbe metterlo in guardia.»

«Impossibile! Non vuol sentire una parola sola contro quella donna!»

James ripensava a tutto quanto era avvenuto, e più ci pensava più si sentiva perplesso.

«Avete detto, Bundle, che l'ispettore vuol lasciare in pace la contessa?»

«Sì.»

«Con la speranza di poter giungere, attraverso lei, a qualcun altro?»

«Sì.»

James decise che Battle doveva avere una sua idea ben definita.

«Sir Stanley Digby è tornato a Londra di buon'ora, stamattina?»

«Sì» rispose Bundle.

«Con O'Rourke?»

«Credo.»

«E voi pensate che… no, Bundle, no, è impossibile!»

«Che cosa?»

«Che O'Rourke possa essere coinvolto in qualche modo…»

«E' possibile» rifletté Bundle pensierosa. «Certo egli possiede quella che si chiama una spiccata personalità. No, nulla mi sorprenderebbe. Anzi di una sola persona sono assolutamente certa che non sia il numero Sette, a pensarci bene.»

«Chi?»

«L'ispettore Battle» e Bundle rise.

«Ah! Credevo voleste alludere a George Lomax.»

«Ssst! Eccolo che arriva.»

George infatti veniva verso di loro. James, con un pretesto, se ne andò.

«Mia cara Eileen» esordì Lomax, sedendole vicino «volete proprio lasciarci?»

«Già. Sembra che il babbo sia molto sconvolto, e devo andare a dargli una mano.»

«Questa manina» disse George prendendo la mano di Bundle e stringendola scherzosamente «gli sarà certo di molto conforto. In questi giorni di disordini e di traviamento delle più nobili tradizioni, quali sono quelli che noi viviamo….

"Ah! Ci siamo!" pensò Bundle disperata.

«… è bello vedere qualcuno che non subisce tristi influenze! Dignità, bellezza, modestia… santità della famiglia, no, non possono perire del tutto, queste cose! Ah, Eileen, come invidio i privilegi della gioventù! Ah, come si apprezzano solo giungendo a una… «un'età più matura… Sì, confesso che la vostra spensieratezza mi aveva tratto in inganno. Ma ora capisco quale fondamento di serietà e di vera intelligenza c'è in voi. Spero che mi permetterete, vero, di dirigere le vostre letture?»

«Oh, grazie» disse debolmente Bundle.

«E non abbiate più timore di me… Non temete di annoiarmi: io sarò anzi lietissimo di dirigere la… diciamo così… la vostra sbocciante intelligenza!» Le sorrise amabilmente. «Vi presterò un bellissimo libro di economia politica… e quando lo avrete letto ne discuteremo insieme; vado a cercarlo subito.»

Se ne andò, e Bundle lo seguì sbalordita con lo sguardo. L'inatteso arrivo di Bill la riscosse.

«Sentite un po'» disse Eversleigh «perché diavolo Ranocchio vi teneva una mano fra le sue?»

«Non si tratta della mano, ma… della sbocciante intelligenza… Ricordate, Bill? Avete detto che James correva un grave rischio venendo qui.»

«Certo! E' terribilmente difficile sfuggire a Ranocchio quando vi prende tra le sue grinfie.»

«Invece non ha preso James… ha preso me! Dovrò incontrare innumerevoli signore Macatta, leggere opere politiche e discuterle con Ranocchio. E' finita per me!»

«Povera Bundle! Beh, per consolarvi un po' venite a bere un cocktail. E' quasi ora di pranzo.»

Bundle si alzò, obbediente, e gli si mise a fianco. «Io che odio tanto le scienze politiche!» sospirò, querula.

«E fate bene. E' roba da gente noiosa come Pongo e Ranocchio. Ma comunque» aggiunse Bill, ritornando al suo pensiero di prima «non dovevate permettere che Ranocchio vi prendesse una mano fra le sue.»

«E perché no? Mi conosce fin da bambina!»

«Beh… è una cosa che non mi piace.»

«Che puritano… Oh, ecco l'ispettore Battle.»

Stavano entrando da una porticina secondaria, e passavano davanti a una stanzetta dove erano raccolti bastoni da golf, racchette da tennis, bocce e altri attrezzi sportivi.

L'ispettore Battle stava esaminando minuziosamente i bastoni da golf. All'esclamazione di Bundle, alzò gli occhi con espressione mite.

«Volete imparare il gioco del golf, ispettore?»

«Perché no, Lady Eileen? Dicono che non sia mai troppo tardi per imparare. E poi possiedo una qualità che mi serve moltissimo a tutti i giochi.»

«Quale?» chiese Bundle.

«Non mi convinco mai d'essere stato battuto. Quando tutto va male, ricomincio da capo.»

E con aria decisa l'ispettore Battle uscì dallo stanzino e si unì a loro, dopo essersi accuratamente chiusa la porta alle spalle.

 

I sette quadranti
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