Dobbiamo tornare indietro di una ventina di minuti, e cioè al momento in cui James Thesiger, emergendo dalle nebbie del sonno, udì una voce familiare dirgli cose insolite. Il suo cervello annebbiato cercò di rendersi conto della situazione, ma non ci riuscì.

James sbadigliò e si voltò dall'altra parte.

«Signore, una signorina desidera parlarvi.»

La voce era implacabile, e appariva disposta a ripetere quelle parole sino all'infinito tanto che James si rassegnò all'inevitabile. Aprì gli occhi, sbatté le palpebre.

«Oh!» disse. «E perché?»

«Non saprei dirvelo, signore.»

«Già, già.» Ci pensò un momento. «Giustissimo» concluse.

Stevens si chinò verso un vassoio che stava accanto al letto.

«Vi porto subito dell'altro tè, signore. Questo è freddo ormai.»

«Perché? Pensi davvero che debba alzarmi e… parlare con quella signorina?»

Stevens non rispose ma si irrigidì tutto, e James interpretò esattamente il suo pensiero.

«Ah, benissimo. Credo proprio che sarà meglio fare così, allora. Ti ha detto il suo nome?»

«No, signore.»

«Ah, ah!» fece James. «Che tipo è?»

«La signorina, signore, è strettamente comme il faut, se posso usare questa espressione.»

«Sì, puoi usarla» ribadì James, gentilmente. «La tua pronuncia francese è molto meglio della mia, Stevens.»

«Vi ringrazio, signore. Ho seguito ultimamente un corso di francese per corrispondenza.»

«Davvero? Sei un tipo straordinario, Stevens.»

Stevens sorrise con aria di superiorità e uscì.

James rimase a pensare a tutte le ragazze strettamente comme il faut che conosceva, e che potevano venire a trovarlo.

Stevens ritornò col tè caldo; mentre lo sorbiva, James si sentì punto da una piacevole curiosità.

Si udì un'altra scampanellata. Stevens uscì e ritornò dopo pochi minuti.

«Un'altra signorina, signore.»

«Come?» esclamò James, afferrandosi la testa con ambo le mani.

«Un'altra signorina. Non ha voluto dire il suo nome, ma è venuta, dice, per cose di molta importanza.»

James lo guardò a bocca aperta.

«Questo è molto strano, Stevens, molto strano! Senti un po', a che ora sono rincasato, stanotte?»

«Alle cinque precise, signore.»

«E… uhm… com'ero?»

«Oh, appena un po' allegro, signore, nulla di più!»

Intanto James s'era rapidamente vestito, e in capo a dieci minuti si trovò pronto a fronteggiare le sue ospiti sconosciute.

Mentre apriva la porta del salotto scorse una ragazza bruna e snella che non aveva mai visto prima: stava in piedi, davanti al caminetto. Poi lo sguardo di James si volse alla grande poltrona di cuoio, e il cuore di lui cessò per un attimo di battere. Loraine!

Fu quest'ultima che parlò, con un poco di nervosismo, quando lo scorse sulla soglia.

«Resterete sorpreso di vedermi. Ma non potevo fare a meno di venire… Vi spiego subito: innanzi tutto questa è Lady Eileen Brent…»

«… più conosciuta col nome di Bundle… Avete forse sentito parlare di me da Bill Eversleigh» spiegò Bundle.

«Altro che, se ne ho sentito parlare!» esclamò James. «Ma prego, sedetevi. Un cocktail?»

Entrambe le visitatrici declinarono gentilmente l'offerta.

«A dire il vero» continuò James «mi sono alzato in questo momento.»

«Bill mi aveva avvertita» notò Bundle. «Gli avevo detto che dovevo venire da voi: sostenne che vi avrei trovato ancora a letto.»

«Bene! Ma ora mi sono alzato» replicò James con tono incoraggiante.

«Si tratta di Gerald» interloquì Loraine. «E anche di Ronny, adesso.»

«Che cosa intendete dire con "anche di Ronny, adesso"?»

«Lo hanno ucciso ieri.»

«Cosa?» gridò James.

Bundle raccontò la sua storia per la seconda volta. Il giovane ascoltava come inebetito.

«Ronny… ucciso…» mormorò poi. «Che cosa è mai questo dannato affare?» Sedette sull'orlo di una sedia, immerso in pensieri.

Dopo un paio di minuti disse con voce pacata, incolore: «C'è una cosa che credo opportuno dirvi… Il giorno in cui Gerald morì, mentre Ronny e io stavamo andando da Loraine a portarle la notizia, Ronny cominciò un discorso con me, in automobile. Ma lo iniziò soltanto… Evidentemente aveva un grande desiderio di confidarsi, ma poi non continuò: disse che era vincolato da una promessa e tacque.»

«Vincolato da una promessa…» mormorò Loraine, pensosa.

«Disse proprio così. Naturalmente, non ho insistito. Ma aveva una cert'aria molto strana… Penso che sospettasse trattarsi di delitto, la morte di Gerald. Credevo anche che ne avrebbe parlato col medico… invece niente… neppure un accenno, quando venne il dottore. Mi dissi che dovevo essermi sbagliato… Poi dopo gli interrogatori, le inchieste eccetera, tutto sembrava chiarito, e i miei sospetti svanirono.»

«Ma credete che Ronny, pur non parlando, continuasse a sospettare?» chiese Bundle.

James annuì.

«E' quel che penso ora. Nessuno di noi ha più visto Ronny da quel giorno. Credo che si sia dedicato solo a scoprire la verità sulla morte di Gerald… Dirò di più: credo che l'avesse scoperta. Ecco perché l'hanno ucciso! Evidentemente ha cercato di mandarmi un messaggio, ma non è riuscito a pronunciare che quelle due parole…»

«Sette Quadranti» completò Bundle, rabbrividendo.

«Già: Sette Quadranti» ripeté James gravemente. «A ogni modo abbiamo un punto di partenza.»

Bundle si rivolse a Loraine: «Voi stavate dicendomi…»

«Ah, sì. Prima di tutto la lettera. Gerald lasciò una lettera. Lady Eileen l'ha trovata.»

Loraine spiegò la cosa in poche parole.

James ascoltava con profondo interesse. Non aveva mai sentito parlare della lettera. Loraine gliela porse.

Lui la lesse, poi disse, guardando la ragazza: «Qui voi potete aiutarci. Qual è la cosa che dovevate dimenticare, secondo il desiderio di Gerald?»

Loraine aggrottò le sopracciglia un po' perplessa.

«E' così difficile ricordare esattamente, ora! Ecco… io avevo aperto per errore una lettera diretta a Gerald, scritta su carta molto grossolana e in pessima grafia. Recava, in testa, un indirizzo dei Sette Quadranti. Accorgendomi che non mi riguardava, l'avevo rimessa nella busta… senza leggerla…»

«Ne siete proprio certa?» chiese James con molta gentilezza.

Per la prima volta Loraine rise.

«So benissimo ciò che pensate e ammetto che le donne sono curiose. Ma, vedete, la cosa non aveva un aspetto interessante. Era una specie di lista di nomi e di date.»

«Nomi e date!» James divenne meditabondo.

«Gerald non sembrò darvi peso» continuò Loraine. «Rise e mi chiese se avessi mai sentito parlare della Mano Nera. Poi mi disse che sarebbe stato molto strano vedere una simile associazione segreta prendere piede in Inghilterra.»

James emise un lungo fischio.

«Comincio a capire. Ai Sette Quadranti deve trovarsi il quartier generale di qualche misteriosa società. Come dice nella sua lettera, Gerald dapprincipio credette a una burla, ma evidentemente si accorse poi che non lo era. E c'è altro: il suo ansioso desiderio che la sorella dimenticasse ogni cosa. C'è una sola spiegazione possibile, signorina: se quell'associazione avesse sospettato che voi eravate a conoscenza della sua attività, anche voi sareste stata in pericolo. Gerald se ne rese conto, ed era in grande ansia per voi.»

Si arrestò, poi quietamente riprese: «Credo proprio che verremo a trovarci tutti in pericolo… se continueremo ad occuparci della cosa.»

«Se…?» gridò Bundle indignata.

«Parlo per voi due. Per me è diverso. Io ero amico del povero vecchio Ronny.» Guardò Bundle. «Voi avete fatto il vostro dovere. Mi avete riferito il messaggio. Ora, per l'amor del cielo, è meglio che voi e Loraine vi tiriate in disparte.»

Bundle guardò con aria interrogativa Loraine. Aveva già preso una ferma decisione, per quel che la riguardava, ma non lo lasciò capire; non desiderava spingere la ragazza in un sentiero disseminato di pericoli.

Ma già il piccolo volto di Loraine era tutto acceso di sdegno.

«Come potete parlare così? Potete credere anche per un solo minuto che io voglia tirarmi in disparte… quando hanno ucciso il mio Gerald… la sola persona al mondo che mi voleva bene!»

James si schiarì la voce e parlò con imbarazzo.

«Sentite un po', Loraine» fece, impacciatissimo. «Non dovete dire così: cioè che siete sola al mondo e tutto il resto… Voi avete un mucchio di amici, felicissimi sempre di fare tutto ciò che possono per voi. Capite quel che voglio dire?»

Probabilmente Loraine aveva capito, perché arrossì e cominciò a parlare nervosamente per nascondere l'imbarazzo.

«Dunque è deciso» disse Loraine. «Vi aiuterò anch'io. Nessuno potrà impedirmelo.»

«E neppure a me, si capisce» fece eco Bundle.

Guardarono entrambe James.

«Sì» riprese James, lentamente. «Va bene… Ora bisogna pensare in che modo si può cominciare.»

 

I sette quadranti
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