Le parole di James Thesiger diedero subito alla discussione un carattere più pratico.

«Tutto considerato» iniziò James «non abbiamo una gran documentazione; anzi, solo le parole "Sette Quadranti". Non so esattamente dove si trovino questi Sette Quadranti, ma potremmo far passare una a una le case del quartiere.»

«Sì, potremmo fare così» disse Bundle.

«Non sarà molto semplice, perché deve trattarsi di un quartiere molto popoloso. Poi, naturalmente, bisognerebbe esplorare un po' quel tratto di campagna dove Ronny fu ucciso. Ma credo che a questo ci stia pensando la polizia, e certo molto meglio di quanto potremmo fare noi.»

«Quel che mi piace in voi» commentò Bundle, sarcastica «è il vostro senso dell'ottimismo.»

«Non badategli, James» pregò Loraine, sottovoce. «Andate avanti.»

«Non siate così impaziente» disse James a Bundle. «Tutti i migliori segugi cominciano così: eliminando le investigazioni inutili. Vengo alla terza alternativa: la morte di Gerald. Qui, mi sembra che possiamo attaccarci a qualche cosa. Se Gerald non ha preso volontariamente il cloralio, qualcuno deve essere entrato in camera sua e averlo disciolto nel bicchiere d'acqua così che potesse berlo quando si fosse destato. Naturalmente lasciando poi la bottiglietta, o scatoletta che fosse, nella camera. Siete d'accordo su questo punto?»

«S…ì» disse lentamente Bundle. «Ma…»

«Un momento. Quel qualcuno doveva essere uno di casa. Non credo che la cosa fosse possibile per un estraneo.»

«No» disse subito Bundle.

«Benissimo. Ciò restringe di molto il campo delle ricerche. Per cominciare, i domestici sono quasi tutti domestici di famiglia… Voglio dire domestici vostri, signorina Bundle.»

«Sì» rispose Bundle. «Si può dire che quando affittammo la casa vi lasciammo tutti i nostri domestici. I principali vi sono tuttora. C'è qualche cambiamento solo fra i servitori di minor conto.»

«Perfettamente. E' quel che volevo sapere. Dunque voi dovete condurre fra di loro le vostre indagini, scoprire chi sono i nuovi arrivati… Tra i valletti, per esempio.»

«Sì, ce n'è uno nuovo. Si chiama John.»

«Dunque indagate su John, e su tutti gli altri di recente assunzione.»

«E perché deve essere proprio stato un domestico?» chiese Bundle. «Il colpevole non potrebbe trovarsi fra gli ospiti, ad esempio?»

«Non mi pare possibile.»

«Chi erano gli ospiti, esattamente?»

«Ecco. C'erano tre ragazze: Nancy, Helen e Socks.»

«Socks Daventry? La conosco.»

«Non so. Una ragazza che trova tutto molto "sottile".»

«Allora è lei senz'altro.»

«Poi c'erano Gerald Wade, Bill Eversleigh, Ronny e io. Poi, naturalmente, Sir Oswald e Lady Coote. Ah! E Pongo.»

«Chi è Pongo?»

«Un giovanotto a nome Bateman, segretario del vecchio Coote. Un tipo pesante, ma coscienzioso. Siamo stati compagni di scuola.»

«Non mi pare che qualcuna di queste persone sia sospettabile» commentò Loraine.

«No» rispose Bundle. «Come voi dite, dobbiamo cercare fra i domestici. A proposito, voi credete che quella sveglia scaraventata fuori dalla finestra possa significare qualcosa?»

«Una sveglia fuori dalla finestra?» esclamò James stupito. «Non ne avevo ancora sentito parlare.»

«Non capisco bene che importanza possa avere» disse Bundle «ma il fatto è strano. Appunto perché privo di senso."

«Ricordo» disse lentamente James Thesiger, come a raccogliere le idee «che quando entrai in camera per vedere il povero Gerald, le sveglie erano disposte tutte in fila sul caminetto. Ricordo anche di avere notato come fossero sette e non otto…»

Rabbrividì, e soggiunse, scusandosi: «Quelle sveglie mi danno sempre un brivido, quando ci ripenso. Me le sogno perfino di notte. Non mi piacerebbe entrare in quella camera al buio e vederle là, ancora, tutte in fila.»

«Se fosse buio non potreste vederle» fece Bundle, pratica. «A meno che non abbiano il quadrante luminoso… Oh!» scattò poi, arrossendo con un improvviso sobbalzo. «Non ci avete pensato? Sette Quadranti!»

Gli altri due la guardarono dubbiosi, ma ella insistette con crescente veemenza: «Ma sì, ma sì. Non può trattarsi di una semplice coincidenza!»

Ci fu una pausa.

«Forse avete ragione voi» disse finalmente James Thesiger. «Certo è… è molto strano.»

Bundle cominciò a interrogarlo: «Chi comprò le sveglie?»

«Noi tutti.»

«Chi ebbe quell'idea?»

«Noi tutti.»

«E' impossibile! Qualcuno deve averci pensato per primo.»

«Non è andata così. Stavamo discutendo su come costringere Gerald ad alzarsi, e Pongo suggerì una sveglia; allora qualcun altro disse che non avrebbe avuto alcun effetto; un altro ancora, Bill Eversleigh, credo, propose di comperarne una dozzina. L'idea ci piacque e subito ci precipitammo a fare l'acquisto. Ne comprammo una per ciascuno. Infine, generosamente, una per Pongo e una per Lady Coote. Non ci fu nessuna premeditazione; la cosa capitò quasi per caso.»

Bundle dovette tacere, ma non era convinta.

James, metodico, proseguì: «Credo che, di certi fatti, possiamo essere sicuri. Esiste una società segreta che ha certe affinità con la Mano Nera: Gerald Wade ne venne a conoscenza. Dapprima la considerò uno scherzo, un'assurdità, diciamo meglio. Non poteva credere che fosse veramente pericolosa. Poi capitò qualcosa che lo convinse del contrario, e suppongo che ne abbia parlato con Ronny Devereux. Comunque, quando Wade venne ucciso, Ronny doveva saperne abbastanza per poter seguire una pista. Il brutto è che noi dobbiamo partire da una quasi totale ignoranza… Non sappiamo ciò che loro due sapevano.»

«Questo potrebbe anche essere un vantaggio» disse freddamente Loraine. «Così, non ci sospetteranno e non cercheranno di eliminarci.»

«Vorrei esserne sicuro quanto voi» disse James con aria preoccupata. «Voi sapete che anche Gerald desiderava tenervi lontana da queste cose… Non credete che sarebbe meglio…» «No, non credo» rispose Loraine con decisione. «Non ricominciamo a discutere su questo punto. E' tempo sprecato.»

Nel sentire la parola "tempo" James alzò gli occhi all'orologio, fece un gesto di stupore, e si avviò alla porta.

«Stevens!»

«Signore.»

«Non potresti prepararci qualcosa, in fretta, per pranzo?»

«Pensavo che me lo avreste chiesto, signore. Mia moglie ha già preparato tutto.»

«Quello è un uomo prodigioso» disse James, ritornando verso le sue ospiti con un sospiro di sollievo.

Stevens poco dopo aprì la porta e cominciò a servire un pasto raffinato: omelettes, quaglie, crostate leggerissime di gusto delicato.

«Perché gli uomini debbono essere così felici quando sono soli?» obiettò Loraine d'un tratto, con tono tragico. «Perché sanno circondarsi di agi meglio di quanto non sappiamo fare noi?»

«Oh, ma non è proprio vero, sapete?» la confortò James. «Non sono affatto felici. Come potrebbero esserlo? Io penso spesso…» S'interruppe confuso, e Loraine arrossì ancora una volta.

A un tratto Bundle si lasciò sfuggire un grido, facendo sobbalzare violentemente gli altri due.

«Idiota!» esclamò. «Imbecille che sono! Avevo dimenticato una cosa importantissima.»

«Cioè?»

«Conoscete Ranocchio?… George Lomax, voglio dire.»

«Ne ho sentito parlare moltissimo da Bill e da Ronny» ammise James.

«Dunque dovete sapere che Ranocchio deve tenere una riunione in casa sua la prossima settimana; e ha ricevuto una lettera minatoria dai Sette Quadranti.»

«Come?» esclamò a sua volta James, eccitatissimo, sporgendosi verso Bundle. «Che dite?»

«Proprio così. Me lo ha detto mio padre. Che cosa significa tutto ciò, secondo voi?»

James si appoggiò alla spalliera della propria seggiola, meditò rapidamente, poi pronunciò poche parole, ma quelle che ci volevano.

«Qualche cosa deve capitare durante quella riunione. Tutto si collega.» Si volse a Loraine e, d'improvviso, le chiese: «Quanti anni avevate quando scoppiò la guerra?»

«Nove… no, otto.»

«Gerald, penso, doveva averne venti. Molti giovani di vent'anni presero parte alla guerra… Gerald no.»

«No» annuì Loraine, dopo averci pensato un minuto o due. «No, infatti Gerald non andò soldato. Non so perché.»

«Ve lo posso dire io» fece James. «O almeno, posso cercare di indovinarlo. Gerald rimase lontano dall'Inghilterra dal 1915 al 1918. Mi sono preso la briga di verificare questa circostanza. A quanto pare nessuno sa dove sia stato. Io credo che si trovasse in Germania.»

Loraine arrossì e guardò James con ammirazione. «Voi siete molto intelligente.»

«Gerald parlava molto bene il tedesco, vero?»

«Sì, come un tedesco.»

«Dunque, sono certo di aver colpito giusto. Ascoltatemi: Gerald Wade apparteneva al Ministero degli Esteri. In apparenza era un amabile idiota scusatemi se uso questo termine, ma certo voi capite quel che voglio dire come Ronny Devereux o Bill Eversleigh. Un puro elemento decorativo. In realtà era assai diverso… Già. Si dice che il nostro Servizio Segreto sia il migliore del mondo; e credo che Gerald Wade occupasse un posto importantissimo. Questo spiega molte cose. Ricordo di avere detto, l'ultima sera del nostro soggiorno a Chimneys, che Gerald non doveva essere quello scemo che voleva apparire.»

«E se avete ragione?» chiese Bundle, pratica come sempre.

«Allora il caso è più complesso di quanto non credevamo. Questo affare dei Sette Quadranti non è solo criminale, ma internazionale. Una cosa è sicura: qualcuno di noi deve presenziare alla riunione indetta da Lomax.»

Bundle fece una lieve smorfia.

«Io conosco bene George, ma non gli sono simpatica. Non penserebbe mai di invitarmi a una riunione seria. Comunque potrei…» Rimase per un momento meditabonda.

«Credete che potrei farmi invitare per mezzo di Bill?» interruppe James. «Bill interverrà certo, come braccio destro di Lomax. Non dovrebbe essergli difficile farmi passare…»

«Certo» rispose Bundle. «Però è necessario che diate l'imbeccata a Bill. Da solo non saprebbe certo trovare la scusa giusta.»

«E che cosa dovrebbe dire, secondo voi?» chiese James umilmente.

«E' molto semplice: Bill deve descrivervi come un giovane ricco e ambizioso che desidera fare una carriera parlamentare. George abboccherà subito. Voi sapete molto bene che queste riunioni politiche hanno il solo scopo di scovare nuovi elementi giovani, ricchi e ambiziosi.»

«Per me è padronissimo di descrivermi anche come un Rotschild!» fece James, ridendo.

«Allora la cosa può dirsi fatta» fece Bundle. «Domani sera ceno con lui. Mi farò dare anche una lista di quelli che interverranno alla riunione.»

«Mi dispiace che voi non possiate intervenire» disse James. «Ma forse è meglio così.»

«Non è certo che io non debba intervenire» osservò Bundle. «Lomax mi vede come il fumo negli occhi, ma ci sono altre vie.» E ritornò pensierosa.

«E io?» chiese Loraine con una vocina dolce e mite.

«Oh, voi per questa volta non c'entrate» disse James con ardore. «Capite? Dopo tutto è necessario che qualcuno resti estraneo per… per….»

«Capisco. Io, dunque, debbo restarmene in casa e… aspettare.»

«Ecco» concluse James, evidentemente molto sollevato.

«Perché» spiegò Bundle «se tutt'e tre cercassimo di intervenire contemporaneamente, potremmo destare dei sospetti. A voi, poi, riuscirebbe molto difficile farvi invitare. Non è così?»

«Sicuro» ammise Loraine.

«Dunque è deciso: voi non farete nulla» decise James.

«Io non farò nulla» acconsentì mite mite Loraine.

Bundle la osservò, improvvisamente insospettita. L'accondiscendenza di Loraine le sembrava poco naturale. Loraine la guardò coi suoi occhi innocenti, senza batter ciglio. Ma Bundle fu rassicurata solo in parte. La mitezza di Loraine Wade le pareva molto sospetta.

 

I sette quadranti
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