Diciamo subito che, nella conversazione riferita al capitolo precedente, ciascuno dei tre partecipanti aveva tenuto qualcosa per sé. "Nessuno dice tutto" è un motto veritiero.

E' dubbio, ad esempio, se Loraine Wade fosse stata perfettamente sincera nell'esporre i motivi che l'avevano indotta a cercare James Thesiger.

Analogamente James Thesiger aveva varie idee e progetti relativi alla prossima riunione di George Lomax; idee e progetti di cui non desiderava far parte a Bundle, ad esempio.

Anche Bundle, poi, aveva un piano completo che si proponeva di porre in immediata esecuzione, e del quale non aveva fatto parola ad alcuno.

Uscita infatti dalla casa di James Thesiger si recò a Scotland Yard e chiese dell'ispettore Battle.

L'ispettore Battle era una persona piuttosto importante. Lavorava quasi esclusivamente per casi di delicata natura politica. Appunto in conseguenza di uno di simili casi, era stato a Chimneys quattro anni prima, e Bundle contava che si ricordasse di tale circostanza.

Dopo una breve attesa fu guidata, attraverso numerosi corridoi, nell'ufficio privato dell'ispettore. Battle era un uomo dal viso granitico e dall'espressione volutamente stolida. Pareva che non capisse assolutamente nulla, e somigliava più a un commissario che a un investigatore.

Quando Bundle entrò, stava in piedi davanti alla finestra e contemplava, senza alcuna espressione in volto, alcuni passeri.

«Buongiorno, Lady Eileen» la salutò. «Volete accomodarvi?»

«Grazie» rispose Bundle. «Temevo che non vi ricordaste più di me.»

«Io ricordo sempre le persone» affermò Battle. «E' il mio mestiere. Ma ditemi, che posso fare per voi?»

Bundle venne subito al nocciolo della questione.

«Ho sempre sentito dire che a Scotland Yard avete gli elenchi delle società segrete e di tutte le cose di questo genere che esistono a Londra.»

«Cerchiamo di tenerci al corrente» disse Battle, molto cauto.

Ci fu un momento di silenzio, poi la ragazza disse ancora, quietamente: «Ispettore Battle, mi può dare un elenco delle società segrete che tengono il loro quartier generale ai Sette Quadranti?»

L'ispettore Battle soleva vantarsi di non aver lasciato mai trasparire alcuna emozione, nemmeno in occasioni difficili; ma Bundle avrebbe giurato che in quel momento le sue palpebre battessero più rapidamente e che egli fosse turbato. Comunque, fu cosa di un istante. Battle ritornò subito di granito come prima.

«A rigor di termini, Lady Eileen, non esistono più i Sette Quadranti.»

«No?»

«No. Era un quartiere infimo, una volta, ma è stato quasi completamente distrutto e ricostruito. Oggi è rispettabilissimo… piuttosto aristocratico, anzi. Non è certo un luogo romantico dove si possa andare a caccia di misteriose società…»

«Oh!» disse Bundle, piuttosto perplessa.

«A ogni modo mi piacerebbe sapere che cosa vi ha messo in testa proprio quel quartiere, Lady Eileen.»

Bundle esitò un attimo. «Ieri un uomo è stato ucciso» disse poi lentamente. «Credevo di averlo investito io.»

«Il signor Ronald Devereux?»

«Naturalmente voi sapete già tutto. Perché, allora, ieri i giornali non ne hanno dato notizia?»

«Desiderate proprio saperlo Lady Eileen?»

«Sì.»

«Ecco: volevamo avere ventiquattr'ore di libertà, capite? La notizia verrà pubblicata domani. Contenta?»

«Oh!» Bundle lo scrutò perplessa. Che cosa c'era dietro quella faccia immobile? Battle considerava l'uccisione di Ronald Devereux un delitto comune o un delitto fuori dell'ordinario?

«Devereux ha nominato i Sette Quadranti, prima di morire.»

«Grazie» disse Battle, senza battere ciglio. «Ne terrò conto.»

Scrisse qualche parola sopra un blocchetto che gli stava davanti.

Bundle tentò un'altra strada.

«Ho sentito che il signor Lomax è venuto da voi ieri… per una lettera minatoria che aveva ricevuto.»

«Sì.»

«E la lettera era scritta dai Sette Quadranti?»

«Mi pare che ci fosse scritto "Sette Quadranti" in capo al foglio.»

Bundle ebbe l'impressione di star bussando senza speranza a una porta chiusa. Lui restava impassibile.

«Lady Eileen, se mi permettete di darvi un consiglio… al vostro posto me ne andrei a casa e non penserei più a questo affare…»

«… Per lasciare che ve ne occupiate voi.»

«Ecco» disse l'ispettore Battle. «Dopo tutto è la nostra professione.»

«E io non sono che una dilettante, vero? Già, ma voi dimenticate una cosa: io non ho certo la vostra pratica e la vostra astuzia, ma ho un vantaggio sopra di voi. Posso lavorare nell'ombra.»

Ancora una volta le parve che l'ispettore fosse un po' colpito dalle sue parole.

«Certo» continuò Bundle «voi non vorrete darmi l'elenco delle società segrete…»

«Oh, non ho mai detto una cosa simile! Ve lo faccio avere subito.»

Si avvicinò a una porta, la socchiuse, chiamò qualcuno, poi tornò a sedere.

Bundle non sapeva che cosa pensare. La prontezza con la quale Battle aveva aderito al suo desiderio le pareva sospetta. Ora lui la stava guardando con aria placida.

«Ricordate la morte di Gerald Wade?» chiese improvvisamente la ragazza.

«Morto in casa vostra, vero? Una dose eccessiva di sonnifero.»

«La sorella di Gerald afferma che suo fratello non prendeva mai nulla per dormire.»

«Oh» disse l'ispettore. «E' sorprendente la quantità di cose che le sorelle non sanno!»

Di nuovo Bundle rimase scornata e tacque sino a che entrò un uomo, e porse un foglio dattiloscritto all'ispettore.

«Ecco qua» disse Battle, quando l'agente se ne fu andato. «I Fratelli del Sangue di San Sebastiano, I Lupi Cacciatori, Gli Amici della Pace, Il Circolo dei Camerati, Gli Amici dell'Oppressione, I Figli di Mosca, I Portatori di Bandiera Rossa… e una dozzina d'altri.»

Lo porse a Bundle con uno sguardo malizioso.

«Voi mi date quest'elenco» disse Bundle «perché sapete benissimo che non mi sarà di alcuna utilità. Volete proprio che mi disinteressi della cosa?»

«Lo preferirei» fece Battle, placido. «Vedete: se voi vi metteste a gironzolare per quei luoghi ci dareste un gran da fare…»

«Per la mia protezione personale, vero?»

«Per la vostra protezione personale, Lady Eileen.»

Bundle s'era alzata, e ora se ne stava in piedi, indecisa. Sino a quel momento l'ispettore Battle aveva avuto la meglio. Poi ricordò un lieve incidente, e fondò su quello la sua ultima carta.

«Ho detto che un dilettante può far qualcosa che non sarebbe possibile a un professionista… e voi non mi avete contraddetto, perché siete un uomo leale, ispettore, e sapete che ho ragione."

«Andate avanti» la incoraggiò Battle.

«A Chimneys voi mi permetteste di aiutarvi. Perché rifiutate il mio aiuto adesso?»

Battle sembrava stesse vagliando dentro sé il pro e il contro.

Fatta audace da quel silenzio, Bundle continuò: «Voi mi conoscete, ispettore; sapete che io mi precipito sulle cose. Ma non voglio mettermi sulla vostra strada o fare ciò che voi potete fare molto meglio di me. Solo, se c'è qualche possibilità… per un dilettante… lasciatemi fare.»

Ci fu una lunga pausa, infine l'ispettore Battle disse, piano: «Voi non avreste potuto parlare meglio di così, Lady Eileen. Ma io devo dirvi questo: ciò che vi proponete, è pericoloso. E quando dico pericoloso voglio proprio dire che c'è pericolo!»

«L'avevo capito. Non sono una sciocca.»

«No» disse l'ispettore Battle. «Non ho mai conosciuto una signorina che lo fosse meno di voi. Io posso fare solo una cosa per voi, Lady Eileen: darvi un piccolo suggerimento.»

«Quale?»

«Voi conoscete il signor Eversleigh, vero?»

«Bill Eversleigh? Naturalmente. Ma non capisco.»

«Io credo che il signor Bill Eversleigh sia in grado di dirvi tutto ciò che desiderate conoscere sui Sette Quadranti.»

«Bill sa qualche cosa? Bill?»

«Non ho detto questo. Credo però che voi, che siete una ragazza molto furba, potrete ottenere da lui tutto ciò che vorrete. E ora» concluse freddamente Battle, cambiando tono «non mi strapperete più neanche una parola.»

 

I sette quadranti
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