Giorno 39
Scena madre, si è scoperto che Skreel ieri notte ha sbiellato. È ritornato stamattina presto strafatto, strascinandosi dentro con un sorriso tossico sulla faccia e il sangue che gli sgocciolava dal nasone pesto, rispondendo a tutte le domande con una secca alzata di spalle. Pare ch’era riuscito a procurarsi dell’ero a Kirkcaldy. Come la vedo io, lo stronzo si merita una medaglia per lo spirito d’iniziativa. Resta qui giusto una mezzoretta, immagino tipo esempio negativo per tutti noi, prima che arriva la polìs e lo portano via, in collegio.
Ci tocca un gruppo di riesame d’emergenza per discutere, prevedibilmente, «le nostre reazioni» all’accaduto. Crescendo di emozioni e Ted, che è sempre più legato a Skreel, fa a chi grida di più con Len, Tom e Amelia, dopo si sbatte dalla stanza chiamandoli «infami stronzi». Molly attacca a ripetere con la voce da gallina che Skreel «ci ha piantati qua tutti». Be’, cazzo, di sicuro mi ha piantato a me lo stronzo, che non mi ha detto che faceva il fugone e aveva un contatto in zona. Avrei scavalcato anch’io quel cazzo di muro dietro di lui. Essendo un bastian contrario, non dico assolutamente un cazzo tranne un filosofico: «Be’, è andato. Mi sembra inutile far tante inchieste e recriminazioni. Mettiamocela via».
La grassona – che si chiama Gina – è appena uscita dalla disintossicazione ma trema ancora tutta come una merda, e continua a frignare: «Non posso sopportare tutto questo...» mentre si dondola seduta sulle mani, stringendosi ai fianchi le braccia polpose. Il nanerottolo con lei si chiama Lachlan, o Lachy, come mi fa timidamente. Il Lacchè dello stato, penso io, perché è in cura in un ente statale.
Adesso Molly e Smilza 4 Amelia sono amiche per la pelle, Miss Bloom praticamente è diventata una clone: la posizione del corpo e i gesti li ha rubati senza vergogna alla sorella più chic. La sera in sala tempolibero la comincia a menare sui «rapporti distruttivi che favoriscono il comportamento negativo» e che non vuole «avvicinarsi mai più a persone come Brandon, e nemmeno Simon... lui cerca soltanto di catturarti colle parole».
Come dimenticano in fretta. Esatto, quando lo dice mi scappa una smorfiolina, sapendo benissimo che se Sick Boy entrasse da quella porta lei in un attimo sarebbe con le mutande alle caviglie.
«Forte qua, che hai imparato la lezione» dice Seeker, e mi lancia un sorriso nero, complice, mentre Keezbo acchiappa coi denti e mastica la pelle secca attorno alle sue unghie sanguinolente.
«Sì, l’ho imparata proprio!» risponde lei, rabbiosa, e poi ci guarda con disprezzo prima di andare via.