Giorno 1
Fatto come una biglia dopo la pera di Johnny. Sapevo che sarebbe stata l’ultima per un bel tot, e ha iniziato a svanirmi dall’organismo praticamente appena mi sono reso conto di quanto stavo bene. Poche ore dopo mi stavo già dimenando dal malessere. Passato quasi tutto il giorno steso sul lettino a cercare di riprendere fiato, sudando come una mignotta in terzo turno intanto che l’energia mi sbolliva dal sangue.
Le finestre strette, che non si possono aprire, sono circondate da alberi grossi, imponenti, che dominano il giardino murato sul retro senza quasi far passare la luce. La casa sembra senza aria: gli unici rumori sono i gemiti inquietanti di qualche povero stronzo da una stanza vicina. È chiaro che non sono l’unico sfigato in disintossicazione.
Quando arriva il crepuscolo, colore del piombo, fuori ci sono i pipistrelli che ballano in una piccola zona illuminata che non è coperta dagli alberi. Io vado dal letto alla finestra al letto, misurando la stanza come un matto, ma troppo spaventato per uscire.