Giornale di bordo: A proposito di Orgreave
Nemmeno la durezza da tavolaccio di questo vecchio divano rigido può impedire al mio corpo di scivolare nella liberazione. Mi ricorda gli studentati all’Università di Aberdeen: steso al buio, crogiolandomi in una libertà esaltata dalla paura che si è raccolta a grumi nel mio petto come il catarro denso faceva nel suo. Perché qualunque cosa io senta fuori, stridori di auto sulle vie asfissiate delle case popolari che a volte spazzano coi fari questa vecchia stanza muffosa, ubriachi che sfidano il mondo o gli cantano la serenata, o gli strilli da accapponare dei gatti che si godono i loro piaceri tortuosi, so che non sentirò quel rumore.
Né tosse.
Né grida.