Capitolo uno
Sorseggiando il tè Orange Pekoe che si era preparata con il bollitore rosso di Shannara, Turquoise guardava fuori dalla finestra, mentre i primi fiocchi di neve si posavano con cautela sui tetti di Kirriemuir. Come amava la sua cittadina nelle vicinanze di Dundee, quarta città piú popolosa della Scozia! Luogo natale di James Matthew Barrie, il celebre autore di Peter Pan! Amava quei tetti rossi, le stradine grigie, il profumo della brughiera, il carattere un po’ brusco ma tanto sincero dei suoi abitanti, tutti scozzesi dal primo all’ultimo. E amava la sua casetta, di cui dal negozio intravedeva il..
– Signorina! Dico a lei! – Turquoise si voltò, e incrociò lo sguardo di due occhi verdissimi, ombreggiati da ciglia scurissime e lunghe in modo assurdo. Sotto quegli occhi si profilava un naso perfetto, a sormontare una bocca incredibilmente sexy. Turquoise si sorprese a fissare quell’uomo come, da bambina, fissava i blackbun (tipico dolce scozzese) nelle vetrine di Miss Mc Cormick. L’uomo era alto, e il suo corpo perfetto era racchiuso in una Lacoste bianca abbinata a pantaloni di lino blu. Ma l’espressione di quel magnifico esemplare d’uomo era tutt’altro che amichevole.
– Cosa posso fare per lei? – chiese Turquoise, cercando di darsi un contegno.
– Riprendersi questa marmellata scaduta e darmene un’altra –. L’uomo sbatté con violenza un vasetto sul banco. – E se mia sorella dovesse sentirsi male, la citerò per danni.
Fu come se una doccia gelata l’avesse percorsa da capo a piedi, inzuppando il grazioso abito di cotone stampato a rose che quel mattino aveva indossato con tanto piacere, dopo averlo acquistato su un catalogo per corrispondenza. Infatti a Kirriemuir, paese di soli 5963 abitanti, i negozi alla moda erano scarsi, e Turquoise preferiva fare i suoi acquisti sui cataloghi postali. Insieme all’abito, aveva comperato un paio di sandali rosa che...
– Signorina! Non mi fissi con quello sguardo imbambolato! Ha capito quello che le ho detto?
Turquoise si erse in tutto il suo metro e sessantotto di altezza, mentre in lei quella cieca e immediata quanto inspiegabile attrazione veniva sostituita da un’ira ben controllata. I suoi occhi azzurri come il fiore della borragine mandavano scintille, e i suoi rossi capelli sembravano incendiati da un fuoco interiore.
– Come si permette? Non vendo marmellate scadute. E infatti… – stava per aggiungere: «questo vasetto non è mio», quando notò che quel vasetto era suo. Sí, era un vasetto da 250 grammi di marmellata di mirtilli The Briar Rose’s Jam, il marchio della sua minuscola impresa. Ed era effettivamente scaduto da due settimane.
– Allora? Ha ancora il coraggio di negare? Mia sorella stamattina ha mangiato una fetta di pane spalmata di questa marmellata, e ha passato la mezz’ora seguente in bagno a vomitare. Si vergogni! La Scozia è famosa per le sue marmellate e lei...
– Un momento. Quando ha acquistato questo barattolo, sua sorella?
– Non lo ha acquistato. Noi non acquistiamo marmellate. Glielo ha regalato un’amica.
– Chieda all’amica quando lo ha acquistato. Certamente è avvenuto parecchi mesi fa. Se sua sorella ha amiche che le regalano marmellate scadute, io non so che farci.
– Escludo che la mia fidanzata regali marmellate scadute.
Turquoise avrebbe voluto chiedergli perché lo escludesse, ma la discussione fu interrotta dall’intervento di Shannara, comparsa improvvisamente con un barattolo da mezzo chilo di marmellata di mirtilli.
– La prego di scusarci, a volte può capitare che un barattolo scaduto resti per errore negli scaffali. Eccole un vasetto da mezzo chilo… guardi qui… scade fra sei mesi… ci scusi ancora… Arrivederci… saluti tanto la signorina Aelita e Lady Trevelyan…
Mentre pronunciava queste parole, Shannara aveva piantato qualche millimetro delle sue unghie, abbondantemente smaltate con Dior Ruby Drop, nel braccio di Turquoise, e ce le lasciò fino a quando il giovane non se ne andò, dopo un breve saluto altezzoso.
– Si può sapere cosa ti prende? – Turquoise si voltò come una furia verso la sua socia e amica Shannara McBride.
Shannara era bruna come l’ala di corvo, e aveva occhi scurissimi. Infatti sua madre, Alison McBride, l’aveva avuta da un signore della Costa d’Avorio conosciuto davanti a un banchetto degli hot dog. Il signore, di cui mai si seppe il nome, dopo qualche ora era rientrato in patria, e quando Shannara era nata Alison aveva raddoppiato la sua condizione di madre single, già effettiva da quattro anni, ovvero da quando era nato James, figlio di un altro fortuito incontro in una lavanderia a gettoni. Ora la fanciulla si stagliava elegante e chic con il suo abitino a stampe liberty, e non fece una piega di fronte all’evidente furia della sua socia e amica Turquoise Leicht.
– Non lo sai chi è quello?
– Un maleducato, un bugiardo, un…
– È Robbie Keiller…
– Robbie?
– Sí, è il diminutivo di Robertus. Robbie è il pronipote dell’inventore della marmellata di arance, quella che noi scozzesi chiamiamo marmalade, famosa in tutto il mondo!
– No… Keiller della Keiller Marmalade?
– Esattamente! Ecco perché ha detto «Noi non compriamo marmellate!» Capisci, ora? La famiglia è originaria di Kirriemuir e da piccolo Robbie giocava con mio fratello Jamie. Tu sei qui soltanto da sei anni, da quando i tuoi genitori sono tragicamente scomparsi e hai ereditato la tua graziosa casetta e questa ben avviata confetteria da un’anziana zia, e non hai mai avuto occasione di conoscere i Keiller. Essi infatti sono spesso in viaggio, e quando sono qui non frequentano il popolino.
Turquoise annuí. Era vero, lei non aveva mai avuto occasione di conoscere i Keiller!
– Oltre a Robbie, c’è sua sorella Aelita. I genitori sono defunti, e lui fa da tutore alla sorellina…
– Come Darcy con Georgiana! – esalò Turquoise.
– Può essere. Fatto sta che lui è fidanzato con Lady Glorietta Trevelyan, la figlia del signore di Kirriemuir.
– Non mi interessa, – dichiarò arcigna Turquoise, – si vede che questa Glorietta ha regalato alla sua futura cognata un vasetto di marmellata scaduta. Non è vero che ogni tanto capita che un vasetto scaduto…
– Ehi, sorella, non mi tediare con queste storie di marmellate. Chi se ne importa. Il fatto è che non possiamo metterci contro i Keiller. Dobbiamo strisciare, punto e basta.
E con queste parole Shannara si allontanò decisa. Turquoise, infiammandosi, le gridò dietro:
– Io non striscio proprio con nessuno! – ma già mentre pronunciava quelle parole con l’aria di sfida tipica delle giovani scozzesi con i capelli rossi, Turquoise sentiva che non era vero: lei avrebbe strisciato eccome per quell’arrogante, seducente Robbie Keiller… sí, non poteva negare che nonostante l’indignazione era irresistibilmente attratta dal giovane erede delle marmellate… e per un attimo si chiese come sarebbe stato sentirsi sfiorare sulla pelle nuda da quelle lunghissime ciglia… un fremito la percorse da capo a piedi. No, si disse, non lasciarti abbindolare, Turquoise Leicht. Robbie Keiller è un uomo detestabile, e farai bene a tenerlo a mente.
Poche ore dopo, Turquoise si stava finalmente concedendo un momento di relax nella vasca del suo bagno, situato al piano superiore della minuscola casetta ereditata dalla zia. Il modesto ma confortevole edificio annoverava una cucina e un piccolo soggiorno al pianterreno, e una camera da letto e un bagno al piano superiore. Immersa nella schiuma al profumo di vaniglia, non riusciva a scacciare dalla mente quel presuntuoso Robbie Keiller. Per distrarsi, ripensò a tutta la sua vita, iniziata ventisette anni prima in un modesto alloggio di Edimburgo. Qui era vissuta serenamente con sua madre e suo padre, qui era cresciuta, aveva giocato, studiato, si era diplomata all’Istituto Alberghiero di Edimburgo, e qui aveva avuto i primi amori, con compagni di scuola e promesse degli Hearts. Una vita serena e senza eventi, fino al tragico giorno di sei anni prima, quando l’espresso Edimburgo-Londra aveva falciato la Mini Morris dei suoi, ferma, per ragioni mai chiarite, sui binari nei pressi della città.
Rimasta orfana a 21 anni, Turquoise aveva deciso di partire per un lungo vagabondaggio, diventando una hippie senza fissa dimora. Ma prima che potesse mettere in atto questo terribile progetto, sua zia Theodora MacConnaught era morta, lasciandole in eredità la casetta di Kirriemuir e la Confetteria del paese. Vedere entrambe e innamorarsene per Turquoise era stato un attimo. Aveva venduto l’appartamente di Edimburgo e si era trasferita a Kirriemuir, dove aveva utilizzato il ricavato di questa transazione immobiliare per rinnovare la Confetteria, che era diventata The Briar Rose Confectionary Shop. Ben presto le sue marmellate artigianali erano diventate localmente famose, e Turquoise aveva chiamato a lavorare con lei l’amica Shannara, conosciuta casualmente al pub.
Rivangando il passato Turquoise si stava addormentando, rischiando forse l’annegamento, ma per fortuna lo squillo del telefono interruppe bruscamente le sue fantasticherie. Saltò fuori dalla vasca, e avvolse il suo corpo perfetto dalle curve sinuose in un morbido asciugamano, dirigendosi poi alla volta del cellulare, posato sul bordo di un grazioso lavandino in ceramica color pesca.
Era Jamie, il fratello di Shannara, che la invitava per una allegra serata al bowling. A differenza della sorella, Jamie era bianco come il latte: infatti l’incontro in lavanderia era avvenuto fra Alison e un autostoppista belga.
– Oh, Jamie, non so… sono molto stanca…
– E di cosa? Non mi sembra tanto faticoso stare dietro un banco a incartare caramelle. Se non sono stanco io che ho marchiato manzi tutto il giorno.
– Non mi piace sentir parlar di marchiare manzi, lo sai.
– Sei troppo sensibile. Ma è per questo che mi piaci… dai, ti passo a prendere fra… dimmi tu quando.
Turquoise sospirò. Da quasi sei anni Jamie la corteggiava instancabile, ma lei non riusciva a decidersi. Le piaceva ma… Ma cosa? Non lo sapeva neanche lei, o meglio, non lo sapeva fino a quel giorno. Ora, dopo aver conosciuto Robbie Keiller, temeva di saperlo.
– Va bene Jamie, passa pure a prendermi. Dammi solo il tempo di vestirmi, perché al momento sono nuda, a malapena avvolta in un asciugamano.
– Oh, Turquoise, mi farai impazzire, – rantolò Jamie riattaccando.
Robbie Keiller getto per terra l’ennesima cravatta sgualcita. Quella sera non riusciva proprio a farsi il nodo, ed era già molto in ritardo all’appuntamento con Glorietta, con la quale avrebbe dovuto recarsi a un’esclusiva festa per ricchi al raffinato Country Club di Kirriemuir, dove solo pochissimi rappresentanti dell’aristocrazia locale, o altissima borghesia sempre locale, potevano iscriversi pagando una quota esorbitante e in piú dovevano anche essere presentati da altri soci. Era quindi impensabile recarsi a una serata al Country Club di Kirriemuir senza cravatta, o con la cravatta annodata male, e Glorietta sicuramente ne avrebbe fatto una tragedia, eppure Robbie aveva già sgualcito 11 delle sue 68 cravatte, e tutto per colpa di quella insopportabile ragazza che vendeva dolcetti e marmellate.
Appena l’aveva vista, Robbie si era sentito martellare il cuore in petto come la prima volta in cui aveva azzoppato una volpe. Con quei meravigliosi capelli rossi cosí scozzesi, e quegli occhi azzurri come il fiore della borragine, lo aveva subito attratto irresistibilmente. Neppure la consapevolezza che quella potenziale assassina aveva rifilato una marmellata scaduta a Glorietta, e quindi ad Aelita, aveva scalfito la forza di quell’impatto erotico ed esistenziale. Robbie Keiller voleva quella donna, la voleva disperatamente, come aveva voluto, e quindi avuto, Maggie Mc Gilly, la postina, Charmian Fergus, la cameriera della locanda, e Selita Sbembridge, la figlia del fabbro. Tutto questo, naturalmente, prima di fidanzarsi ufficialmente con Lady Glorietta Trevelyan, la figlia del signore di Kirriemuir. Da quel giorno Robbie era sempre stato fedele, e voleva continuare a esserlo. Non poteva sfidare la maledizione di famiglia, il terribile fato che colpiva i maschi dei Keiller ogni volta che erano infedeli alle loro fidanzate o, peggio che mai, mogli.
Finalmente, alla quindicesima cravatta riuscí a farsi un nodo decente, e si precipitò a prendere Lady Glorietta con la sua sobria Rolls-Royce color luna d’argento.
Glorietta scese lo scalone dell’avita dimora paterna in tutto il fulgore di un abito di georgette bluette firmato da Cosimo Cosimiri, il grande stilista italiano. Robbie la guardò, pervaso da una fredda ammirazione che nulla aveva in comune con il turbinio dei sensi provocatogli da quella venditrice di marmellate. La baciò con casto entusiasmo, e insieme si avviarono verso il Country Club piú esclusivo della contea, a bordo della Rolls-Royce argentea.
La conversazione tra loro era come sempre interessante e colta:
– Ho recentemente assistito a un avvincente concerto della Filarmonica di Edimburgo in tournée a Dundee, – disse Lady Glorietta.
– E quando, mia cara? Non me ne avevi fatto parola.
– Martedí sera, quando tu eri alla riunione con gli importatori di arance Washington Navel, con le quali produci la tua famosa marmalade, – rispose Glorietta.
– Ah già. Da allora non ci siamo piú visti.
– Io però ti ho molto pensato, my Darling.
– Anche io ti ho pensata. Soprattutto quando Aelita si è sentita male per quella marmellata scaduta che le hai regalato.
– Scaduta? Come è possibile?
– Non preoccuparti, my Darling, l’ho riportata al negozio e ho fatto una scenata a quella detestabile ragazza con i capelli rossi e gli occhi azzurri che le vende. Sai, quella alta circa un metro e sessantotto, con un corpo…
– AAAAAHHHH!!!
L’urlo di Lady Glorietta non era dovuto a un momento di forse giustificata gelosia, ma al devastante impatto fra la Rolls-Royce argentea di Robbie con un anziano fuoristrada puzzolente di mandria. Una delle due vetture aveva preso male una curva. I quattro occupanti scesero, e Robbie Keiller si trovò di fronte la ragazza che occupava abusivamente i suoi pensieri, in compagnia di un maschio che conosceva: James Mc Bride, il suo antico compagno di giochi.
Quando la jeep di Jamie andò a sbattere contro una Rolls-Royce argentata come un raggio di luna, Turquoise comprese immediatamente che la serata era rovinata. Niente bowling, niente allegri scherzi con la simpatica compagnia di giovani che lei e Shannara frequentavano nei momenti liberi. Ora, ne era certa, da quell’auto sarebbe sceso uno scorbutico gentleman che avrebbe preteso ore e ore di firme su moduli prestampati. E non era neanche detto che al termine di tutto questo la jeep si sarebbe rimessa in moto. Infatti ad un primo sguardo sembrava che l’impatto avesse staccato dall’auto buona parte del cofano. Turquoise stava quindi iniziando a sbadigliare in previsione del tedio che ne sarebbe seguito, quando vide l’autista della Rolls stagliarsi alla luce dei fari, e con un tuffo al cuore che quasi la strangolò, capí che si trattava dell’uomo che occupava abusivamente i suoi pensieri, seguito da una giovane donna vestita di bluette.
– Ancora lei! – disse irosamente Robbie Keiller, rivolgendosi a Turquoise, – è destino che la sua presenza sia sempre associata a momenti sgradevoli!
– Veramente lo dico io, che la sua presenza è sempre associata a momenti sgradevoli. Perché non teneva la sinistra, come si usa qui nel Regno Unito?
– Io tenevo la sinistra! Era Jamie a stare in mezzo alla strada!
– Ehi, Rob, sei proprio tu? Il mio antico compagno di giochi che da anni risiede a Edimburgo? Sei forse tornato qui, nel paese della tua famiglia?
– Sí, sono tornato da qualche settimana, dopo lunghi viaggi all’estero, con l’intenzione di mettermi a capo delle Marmellate Keiller. Mi fa piacere rivederti, Jamie!
– Anche a me! Ma come mai ti rivolgi con tanto astio alla donna che amo?
Questa parole furono un’autentica stilettata al cuore di Robbie, che alla vista di Turquoise era rimasto scioccato, rendendosi conto di aver anelato a rivederla con tutto il suo essere, e che in quel momento, con il bel cofano della sua argentea vettura squarciato dalle lamiere della jeep, non pensava ad altro che a togliere a Turquoise il suo abitino di jersey verde acqua e stringerla a sé in tutta la fragranza della sua morbida pelle.
– Scusa, Jamie, non sapevo che foste fidanzati… ad ogni modo, sbrighiamoci a firmare il modulo prestampato, che sono in ritardo a un ballo al Country Club.
– Non siamo… – iniziò Turquoise, che voleva chiarire di non essere fidanzata con Jamie. Non sapeva perché, ma in quel momento, nonostante la vistosa ecchimosi che le si stava formando sulla fronte, desiderava una cosa soltanto, e cioè spiegare che no, lei non era fidanzata con Jamie, che lei era libera, liberissima, pronta a cadere fra quelle braccia possenti avvolte nelle maniche di una elegante giacca nera, indossata sopra il celebre kilt dei Keiller, a delicati riquadri verdi e blu.
Ma non riuscí a finire la frase, perché le parole le morirono in gola non appena ebbe riconosciuto la donna vestita di bluette che teneva una mano possessiva appoggiata al braccio di Robbie. Sí, era lei! Era lei la donna che aveva acquistato ben quattro mesi prima un barattolo da 250 grammi di Briar Rose’s Jam ai mirtilli. Era lei! Ecco perché la marmellata era scaduta! Perché Lady Glorietta l’aveva regalata alla sua futura cognata quattro mesi dopo averla comprata!
Ed essendo impulsiva come tutte le donne con i capelli rossi, Turquoise non si trattenne, e indicando l’altera nobildonna disse ad alta voce: – Ora capisco! La marmellata era scaduta perché questa signora l’ha comprata quattro mesi fa!
– Come osi, commessa di negozio? – ribatté Lady Glorietta, mentre le sue guance si irradiavano di un delicato rossore, – come osi insinuare che io regalerei una marmellata scaduta all’adorabile Aelita, la sorellina minore del mio fidanzato? Una ragazzina di soli 12 anni, innocente come l’ala di una tortora?
– E tu come hai osato dare la colpa a me se l’ala di tortora ha vomitato? Sei tu, tu e soltanto tu che hai rifilato un prodotto scaduto a una bambina!
Jamie e Robbie, passato il primo momento di stupore per questo violento scambio di accuse, erano intervenuti al fianco delle rispettive dame, e mezz’ora dopo le due coppie si separavano in preda a profonda inimicizia reciproca. Ma se per James McBride e Lady Glorietta Trevelyan l’episodio era soltanto una seccatura passeggera, Turquoise e Robbie si lasciarono in preda a sentimenti contrastanti, in cui il piú appassionato desiderio si mescolava in modo inestricabile a un furioso rancore.
«Ah! – pensò Robbie mentre varcava in notevole ritardo la soglia del Country Club, – se non fosse per il fato dei Keiller, quanto volentieri ti farei mia, odiosa, splendida, irresistibile Turquoise Leicht!»