Ben arrivato, detective. Sei sbarcato nel paesino di provincia e ti starai domandando che diavolo ci fa una superstar come te in questo buco di posto. Lo so che sei abituato ad altri palcoscenici, ad altre platee e ti ritrovi a indagare sull’omicidio della guardiana di un piccolo museo.
So anche che ti sei dato dei tempi, sei convinto di risolvere questa seccatura in un paio di giorni al massimo. Un assassino esibizionista che ha visto troppe serie tv, giusto? Lo incastrerai grazie ai rilievi scientifici o a un’incongruenza tra le testimonianze raccolte. Una piccola crepa nella quale si insinuerà la luce della tua verità.
E tu ci sei abituato a infilarti in quelle crepe, a cogliere particolari che gli altri non notano, a percepire le anomalie del complesso sistema che chiamiamo vita. Una passeggiata, poco più che una seccatura. Un minimo sforzo e un altro schizzato si perderà nelle patrie galere, un’altra tacca sul calcio della tua colt.
Invece stavolta ti sbagli. Stavolta ci sei tu in trappola. Sei la pedina di un gioco più grande di te che ti condurrà dove io ti voglio portare.
È tutto scritto, pianificato. Niente è come sembra e niente ti sarà svelato, se non alla fine. Quando sarà troppo tardi e non potrai fare altro che constatare di aver perso con qualcuno più intelligente di te. Qualcuno che sa prevedere ogni tua mossa.
Sei un topo nel mio labirinto, capitano Mauro Rambaldi, e finirai proprio dove ho deciso di inchiodarti. In un vicolo cieco. Dove rimarrai, quando la mia vendetta si sarà consumata.