42

Roma, Montesacro

Alexandra e Antonio raggiunsero piazza Sempione sotto la pioggia battente e senza ombrello. Da lì avrebbero preso un taxi. Ma la sera bagnata aveva ridotto il numero delle vetture disponibili e quando furono sotto la pensilina si ritrovarono a condividere lo spazio con altri clienti in attesa.

Erano passati due minuti e, malgrado la chiassosa compagnia degli altri, Antonio si sentiva strano accanto a lei.

«Ti va di mangiare qualcosa?» propose lei indicando una pizzeria al taglio dall’altra parte della strada.

L’imbarazzo si affacciò sul viso di Antonio e le guance cambiarono colore. Per non tradirsi pronunciò una risposta secca che suonò scortese. «Sì. Ho fame. Andiamo.»

Attraversarono corso Sempione correndo per evitare le macchine e la pioggia. La pizzeria aveva le mattonelle bianche alle pareti, il banco che ospitava quattro teglie e altrettanti sgabelli. Il posto era deserto, malgrado il profumo di pizza che si espandeva fino all’altra parte della strada.

«Un supplì», chiese lui senza badare ad Alexandra.

«Anche per me, grazie.»

Il vecchio egiziano li squadrò e rispose con il suo classico: «Da bere?»

L’acqua smise di cadere e il traffico andava scemando, ma la fila alla fermata dei taxi era rimasta uguale e le vetture continuavano a latitare. Un 36 sbuffò pochi metri oltre il semaforo, stracarico di esseri umani che si accalcavano per non cadere all’apertura delle porte.

«Vivi da solo?» chiese lei addentando una delle palle di fuoco che Aziz gli aveva consegnato insieme a due birre ghiacciate.

Sul marciapiede, Antonio inghiottì fingendo di guardare lontano, verso la parrocchia dei Santi Angeli Custodi. Poi assentì con un cenno distratto. Sentiva le gambe piantate per terra.

«E abiti vicino?»

«Cinque minuti.»

Rocchi ancora fissava la scalinata di accesso alla chiesa ripetendosi che non sarebbe successo niente di tutto quello che sognava. In quel momento di speranza riconobbe il peso della solitudine che sopportava da un tempo lunghissimo. Si girò e le piantò gli occhi addosso. La paura era scivolata via e le gambe erano tornate a muoversi. Guardò il viso bello e spigoloso sotto i capelli bagnati, il naso sottile e qualche lentiggine. Restò così, perdendosi nella luce fragile e magnetica dei suoi occhi.

Per alleviare la tensione, Alexandra gli posò una mano sulla spalla. Sostenendosi a lui si tolse una dopo l’altra le ballerine blu con i brillantini in punta. Le fece sgocciolare sul marciapiede sudicio e le infilò con aria soddisfatta.

«Andiamo?» disse infine passandosi le dita sugli occhi per spostare un ciuffo di capelli.

«Veramente...» Antonio si vergognava come un cane. Aveva un appartamento stracolmo e disordinato, erano due settimane che non passava uno straccio, per non parlare dei cartoni di pizza che si erano accumulati sul balconcino.

«Che c’è?»

Un’illuminazione improvvisa gli venne in soccorso: «C’è mia sorella a casa. È venuta ieri e se ne va tra due giorni». Avrebbe avuto il tempo, se se ne fosse ripresentata l’occasione, certo, di sistemare l’appartamento, magari di chiamare una ditta, pensò. «Mi dispiace.»

Alexandra gli sorrise, si abbottonò il cardigan appesantito dall’acqua e prese a camminare con Antonio al suo fianco.

«Dove andiamo?» chiese lui con un tono che non riuscì a nascondere l’imbarazzo che stava provando.

Alexandra si girò e gli sorrise ancora, lo prese per mano e rispose semplicemente: «Da me».

 

 

Walter e Caterina erano passati al comando di Montesacro. Lui per cambiarsi e per lasciare la pistola, lei per darsi una sciacquata prima di andare a farsi una doccia vera e propria a casa, dall’altra parte di Roma. Quando Comello era entrato in ufficio, si era accorto che c’era qualcuno ad attenderlo. Prima di accendere il lungo neon sul soffitto, aveva riconosciuto persino l’odore dell’ospite. Quell’aroma dolce e delicato lo aveva sentito parecchie altre volte.

«Ciao, Walter», recitò la voce morbida dalla scrivania in fondo all’ufficio.

«Dottoressa Foderà, non stia al buio», disse l’ispettore pigiando sull’interruttore. Poi attraversò la stanza per dare la mano alla pm.

«Come sta? Come mai è venuta a quest’ora?» chiese togliendosi il giubbotto.

«Cercavo il commissario Mancini.»

«È per il caso dello Scultore?» sorrise Walter.

«Be’, sono pur sempre io la pm incaricata...»

Lasciò la frase a metà e sorrise. Comello non se lo fece ripetere due volte e le riportò per grandi linee lo stato di avanzamento delle indagini scoprendo che Giulia si era interessata eccome al caso dello Scultore. In mezzo ai nomi delle vittime, ai dettagli e agli indizi, non c’erano solo le tracce dell’uomo che tutti stavano cercando. C’erano quelle dell’unico che lei voleva veramente ritrovare.

«Credo che questo sia tutto, per ora», concluse Comello.

Giulia scosse il capo, abbassando per un attimo lo sguardo e rialzandolo. Gli occhi le tremolavano incerti: «In realtà, sono qui soprattutto per un altro motivo, Walter».

«Ma il commissario non è qui. E non credo che verrà più.» Guardò l’orologio alla parete. «Eravamo dal professore, a quest’ora sarà a casa.»

La Foderà si alzò, si diresse alla porta e prima di uscire, senza voltarsi, disse: «Fammi solo un favore, Walter, non lo avvertire».

Quando se ne fu andata, l’ispettore si ritrovò a domandarsi cosa ci fosse di tanto urgente o personale da farla arrivare sin lì a quell’ora e perché gli avesse chiesto di non dire niente. Andò alla finestra e scostò la veneziana. Pioveva e l’ombrellino rosso della Foderà copriva gran parte della sua figura che scomparve nella macchina parcheggiata di fianco alla sua Giulietta.

«Eccomi.»

Walter si voltò e vide Caterina. Si era ripulita e aveva indossato i jeans chiari, una camicetta verde come i suoi occhi e il pendaglio di corallo che richiamava il colore dei capelli. Si sorrisero, e in quell’istante Walter comprese il senso del viaggio di Giulia Foderà e il perché del suo tailleur grigio.

La Trilogia del Caos
9788830456327-cov01.xhtml
9788830456327-presentazione.xhtml
9788830456327-tp01.xhtml
9788830456327-cop01.xhtml
9788830456327-occhiello-libro.xhtml
9788830456327-p-1-c-1.xhtml
9788830456327-p-1-c-2.xhtml
9788830456327-p-1-c-3.xhtml
9788830456327-p-2-c-4.xhtml
9788830456327-p-2-c-5.xhtml
9788830456327-p-2-c-6.xhtml
9788830456327-p-2-c-7.xhtml
9788830456327-p-2-c-8.xhtml
9788830456327-p-2-c-9.xhtml
9788830456327-p-2-c-10.xhtml
9788830456327-p-2-c-11.xhtml
9788830456327-p-2-c-12.xhtml
9788830456327-p-2-c-13.xhtml
9788830456327-p-2-c-14.xhtml
9788830456327-p-2-c-15.xhtml
9788830456327-p-2-c-16.xhtml
9788830456327-p-2-c-17.xhtml
9788830456327-p-2-c-18.xhtml
9788830456327-p-2-c-19.xhtml
9788830456327-p-2-c-20.xhtml
9788830456327-p-3-c-21.xhtml
9788830456327-p-3-c-22.xhtml
9788830456327-p-3-c-23.xhtml
9788830456327-p-3-c-24.xhtml
9788830456327-p-3-c-25.xhtml
9788830456327-p-3-c-26.xhtml
9788830456327-p-3-c-27.xhtml
9788830456327-p-3-c-28.xhtml
9788830456327-p-3-c-29.xhtml
9788830456327-p-3-c-30.xhtml
9788830456327-p-3-c-31.xhtml
9788830456327-p-3-c-32.xhtml
9788830456327-p-3-c-33.xhtml
9788830456327-p-3-c-34.xhtml
9788830456327-p-3-c-35.xhtml
9788830456327-p-3-c-36.xhtml
9788830456327-p-3-c-37.xhtml
9788830456327-p-3-c-38.xhtml
9788830456327-p-4-c-39.xhtml
9788830456327-p-4-c-40.xhtml
9788830456327-p-4-c-41.xhtml
9788830456327-p-4-c-42.xhtml
9788830456327-p-4-c-43.xhtml
9788830456327-p-4-c-44.xhtml
9788830456327-p-4-c-45.xhtml
9788830456327-p-4-c-46.xhtml
9788830456327-p-4-c-47.xhtml
9788830456327-p-4-c-48.xhtml
9788830456327-p-5-c-49.xhtml
9788830456327-p-5-c-50.xhtml
9788830456327-p-5-c-51.xhtml
9788830456327-p-5-c-52.xhtml
9788830456327-p-5-c-53.xhtml
9788830456327-p-5-c-54.xhtml
9788830456327-p-5-c-55.xhtml
9788830456327-p-5-c-56.xhtml
9788830456327-p-5-c-57.xhtml
9788830456327-p-5-c-58.xhtml
9788830456327-p-5-c-59.xhtml
9788830456327-p-5-c-60.xhtml
9788830456327-p-5-c-61.xhtml
9788830456327-p-5-c-62.xhtml
9788830456327-p-5-c-63.xhtml
9788830456327-p-5-c-64.xhtml
9788830456327-p-5-c-65.xhtml
9788830456327-p-5-c-66.xhtml
9788830456327-p-6-c-67.xhtml
9788830456327-p-6-c-68.xhtml
9788830456327-p-6-c-69.xhtml
9788830456327-p-7-c-70.xhtml
9788830456327-p-7-c-71.xhtml
9788830456327-p-7-c-72.xhtml
9788830456327-p-7-c-73.xhtml
9788830456327-p-7-c-74.xhtml
9788830456327-p-7-c-75.xhtml
9788830456327-p-7-c-76.xhtml
9788830456327-p-7-c-77.xhtml
9788830456327-p-7-c-78.xhtml
9788830456327-p-7-c-79.xhtml
9788830456327-p-7-c-80.xhtml
9788830456327-p-7-c-81.xhtml
9788830456327-p-7-c-82.xhtml
9788830456327-p-7-c-83.xhtml
9788830456327-p-7-c-84.xhtml
9788830456327-p-8-c-85.xhtml
9788830456327-p-8-c-86.xhtml
9788830456327-p-8-c-87.xhtml
9788830456327-p-8-c-88.xhtml
9788830456327-p-8-c-89.xhtml
9788830456327-p-8-c-90.xhtml
9788830456327-p-8-c-91.xhtml
9788830456327-p-8-c-92.xhtml
9788830456327-p-8-c-93.xhtml
9788830456327-p-8-c-94.xhtml
9788830456327-p-8-c-95.xhtml
9788830456327-p-8-c-96.xhtml
9788830456327-p-8-c-97.xhtml
9788830456327-p-8-c-98.xhtml
9788830456327-p-8-c-99.xhtml
9788830456327-p-9-c-100.xhtml
9788830456327-p-9-c-101.xhtml
9788830456327-p-9-c-102.xhtml
9788830456327-p-9-c-103.xhtml
9788830456327-p-9-c-104.xhtml
9788830456327-p-9-c-105.xhtml
9788830456327-p-9-c-106.xhtml
9788830456327-p-9-c-107.xhtml
9788830456327-p-9-c-108.xhtml
9788830456327-p-9-c-109.xhtml
9788830456327-p-9-c-110.xhtml
9788830456327-p-9-c-111.xhtml
9788830456327-p-9-c-112.xhtml
9788830456327-p-9-c-113.xhtml
9788830456327-p-9-c-114.xhtml
9788830456327-p-9-c-115.xhtml
9788830456327-p-10-c-116.xhtml
9788830456327-p-10-c-117.xhtml
9788830456327-p-10-c-118.xhtml
9788830456327-p-10-c-119.xhtml
9788830456327-p-10-c-120.xhtml
9788830456327-p-10-c-121.xhtml
9788830456327-p-10-c-122.xhtml
9788830456327-p-10-c-123.xhtml
9788830456327-p-10-c-124.xhtml
9788830456327-p-10-c-125.xhtml
9788830456327-p-10-c-126.xhtml
9788830456327-p-10-c-127.xhtml
9788830456327-p-10-c-128.xhtml
9788830456327-p-10-c-129.xhtml
9788830456327-p-10-c-130.xhtml
9788830456327-p-10-c-131.xhtml
9788830456327-p-10-c-132.xhtml
9788830456327-p-11-c-133.xhtml
9788830456327-p-11-c-134.xhtml
9788830456327-p-11-c-135.xhtml
9788830456327-p-11-c-136.xhtml
9788830456327-p-11-c-137.xhtml
9788830456327-p-11-c-138.xhtml
9788830456327-p-11-c-139.xhtml
9788830456327-p-11-c-140.xhtml
9788830456327-p-11-c-141.xhtml
9788830456327-p-11-c-142.xhtml
9788830456327-p-11-c-143.xhtml
9788830456327-p-11-c-144.xhtml
9788830456327-p-11-c-145.xhtml
9788830456327-p-11-c-146.xhtml
9788830456327-p-11-c-147.xhtml
9788830456327-p-12-c-148.xhtml
9788830456327-p-12-c-149.xhtml
9788830456327-p-13-c-150.xhtml
9788830456327-p-13-c-151.xhtml
9788830456327-p-13-c-152.xhtml
9788830456327-p-13-c-153.xhtml
9788830456327-p-13-c-154.xhtml
9788830456327-p-13-c-155.xhtml
9788830456327-p-13-c-156.xhtml
9788830456327-p-13-c-157.xhtml
9788830456327-p-13-c-158.xhtml
9788830456327-p-13-c-159.xhtml
9788830456327-p-13-c-160.xhtml
9788830456327-p-13-c-161.xhtml
9788830456327-p-13-c-162.xhtml
9788830456327-p-13-c-163.xhtml
9788830456327-p-14-c-164.xhtml
9788830456327-p-14-c-165.xhtml
9788830456327-p-14-c-166.xhtml
9788830456327-p-14-c-167.xhtml
9788830456327-p-14-c-168.xhtml
9788830456327-p-14-c-169.xhtml
9788830456327-p-14-c-170.xhtml
9788830456327-p-14-c-171.xhtml
9788830456327-p-14-c-172.xhtml
9788830456327-p-14-c-173.xhtml
9788830456327-p-14-c-174.xhtml
9788830456327-p-14-c-175.xhtml
9788830456327-p-14-c-176.xhtml
9788830456327-p-14-c-177.xhtml
9788830456327-p-15-c-178.xhtml
9788830456327-p-15-c-179.xhtml
9788830456327-p-15-c-180.xhtml
9788830456327-p-15-c-181.xhtml
9788830456327-p-15-c-182.xhtml
9788830456327-p-15-c-183.xhtml
9788830456327-p-15-c-184.xhtml
9788830456327-p-15-c-185.xhtml
9788830456327-p-15-c-186.xhtml
9788830456327-p-15-c-187.xhtml
9788830456327-p-15-c-188.xhtml
9788830456327-p-15-c-189.xhtml
9788830456327-p-15-c-190.xhtml
9788830456327-p-15-c-191.xhtml
9788830456327-p-16-c-192.xhtml
9788830456327-p-16-c-193.xhtml
9788830456327-p-16-c-194.xhtml
9788830456327-p-16-c-195.xhtml
9788830456327-p-16-c-196.xhtml
9788830456327-p-16-c-197.xhtml
9788830456327-p-16-c-198.xhtml
9788830456327-p-16-c-199.xhtml
9788830456327-p-16-c-200.xhtml
9788830456327-p-16-c-201.xhtml
9788830456327-p-16-c-202.xhtml
9788830456327-p-16-c-203.xhtml
9788830456327-p-16-c-204.xhtml
9788830456327-p-16-c-205.xhtml
9788830456327-p-16-c-206.xhtml
9788830456327-p-17-c-207.xhtml
9788830456327-p-17-c-208.xhtml
9788830456327-p-17-c-209.xhtml
9788830456327-p-17-c-210.xhtml
9788830456327-p-17-c-211.xhtml
9788830456327-p-17-c-212.xhtml
9788830456327-p-17-c-213.xhtml
9788830456327-p-17-c-214.xhtml
9788830456327-p-17-c-215.xhtml
9788830456327-p-17-c-216.xhtml
9788830456327-p-17-c-217.xhtml
9788830456327-p-17-c-218.xhtml
9788830456327-p-17-c-219.xhtml
9788830456327-p-17-c-220.xhtml
9788830456327-p-17-c-221.xhtml
9788830456327-p-17-c-222.xhtml
9788830456327-p-17-c-223.xhtml
9788830456327-p-17-c-224.xhtml
9788830456327-p-18-c-225.xhtml
9788830456327-p-18-c-226.xhtml
9788830456327-p-18-c-227.xhtml
9788830456327-p-18-c-228.xhtml
9788830456327-p-18-c-229.xhtml
9788830456327-p-18-c-230.xhtml
9788830456327-p-18-c-231.xhtml
9788830456327-p-18-c-232.xhtml
9788830456327-p-18-c-233.xhtml
9788830456327-p-18-c-234.xhtml
9788830456327-p-18-c-235.xhtml
9788830456327-ind01.xhtml
Il_libraio.xhtml