capitolo 20

 

Kystym, Russia, ore 13.15

 

Elizabeth studiò l'immagine sul monitor. Era il mosaico raffigurante cinque donne sedute sui tripodi intorno all'onfalo. Dal foro nella pietra s'innalzavano spire di fumo come un vulcano in attività. Un bambino in fiamme era sospeso sopra il manufatto, in parte avvolto da volute di fumo.

Ma non era sollevato soltanto dal fumo.

Elizabeth aveva scarabocchiato fogli in harappa, sanscrito e greco, nonché immagini delle iscrizioni sul muro e sugli onfali. Non era del tutto sicura della sua traduzione.

Il mondo brucerà...

Studiò il mosaico più da vicino. Cinque donne abbandonate sui tripodi, come in trance, ma ciascuna con un braccio teso in direzione del bambino. Il suo primo pensiero fu che rappresentasse un'evocazione del bambino. Ma ora ne sapeva di più. Non lo stavano evocando, lo stavano sostenendo.

Gettò uno sguardo alla frase che aveva appena tradotto per esteso.

Il mondo brucerà... a meno che i tanti non diventino uno.

Era un monito. Il mosaico profetizzava cosa doveva accadere o il mondo sarebbe stato distrutto da un grande incendio. Elizabeth rammentò che Gray era preoccupato che qualunque operazione fosse in corso avrebbe ucciso milioni di persone e che con ogni probabilità aveva a che fare con un evento nucleare o radioattivo.

Pensò a un fungo atomico, che bruciava e fumava come le fiamme dell'inferno.

Non era molto diverso dalle volute di fumo del mosaico.

... a meno che i tanti non diventino uno.

Fece scorrere l'immagine sino in fondo, sotto il monito appena tradotto.

Una ruota chakra.

Con la punta di un dito seguì un petalo sino al centro. La ruota chakra era una raffigurazione dello stesso monito. I petali conducevano tutti al centro.

I tanti diventino uno.

Fissò di nuovo le cinque donne che sollevavano il bambino.

All'improvviso fu sicura non solo della precisione della sua traduzione, ma anche della sua importanza. Elizabeth tremava di paura. Doveva parlarne con qualcuno. Prese il telefono satellitare. Gray le aveva dato istruzioni di chiamare il direttore Crowe se ci fosse stato qualche problema.

Tuttavia esitò. E se si fosse sbagliata? Ma le tornò alla mente suo padre e tutti i suoi segreti. E Masterson. Lei aveva chiuso coi segreti e con le mezze verità.

Basta.

Non avrebbe fatto come suo padre.

Sollevò il telefono e digitò il numero.