Il segreto della felicità

Tutte le cose dette sopra sono asserzioni, pensieri più o meno inconsapevoli che sono confusi con la realtà. Sono storie che l’ego crea per convincervi che non potete essere in pace adesso o che non potete essere pienamente voi stessi, adesso. Essere in pace ed essere chi siete, cioè essere voi stessi, sono un’unica cosa. L’ego dice: “Forse, in qualche momento nel futuro, posso essere in pace se questo accade oppure ottenendo una cosa o diventando così”. Oppure: “Non posso mai essere in pace perché è successo qualcosa nel passato”.

Ascoltate le storie della gente e tutte possono essere intitolate “Perché non posso essere felice adesso”. L’ego non sa che la vostra sola opportunità per essere in pace è adesso. O forse lo sa e ha paura che voi possiate scoprirlo. La pace, dopotutto, è la fine dell’ego.

Come essere in pace adesso? Facendo la pace con il momento presente. Il momento presente è il campo in cui si svolge il gioco della vita. Non può avvenire in nessun altro luogo. Quando avete fatto la pace con il momento presente, osservate cosa accade, cosa potete fare o scegliere di fare, o piuttosto cosa fa la vita attraverso di voi. Vi sono quattro parole che racchiudono il segreto dell’arte di vivere, il segreto di ogni successo e della felicità: UNO CON LA VITA. Essere una cosa sola con la vita è essere una sola cosa con l’Adesso. Allora comprendete che voi non vivete la vita, ma che la vita vive voi. La vita è il danzatore e voi siete la danza.

L’ego ama il suo risentimento verso la realtà. Cosa è la realtà? Qualsiasi cosa vi sia. Buddha la chiama tatata, la qualità intrinseca della vita, che non è altro che “l’essere così” di questo momento. L’opposizione all’“essere così” della vita è una delle principali caratteristiche dell’ego. Crea la negatività su cui l’ego prospera, l’infelicità che ama tanto. In questo modo, fate soffrire voi stessi e gli altri e non sapete nemmeno che lo state facendo, non sapete che state creando l’inferno in terra. Creare sofferenza senza riconoscerlo è l’essenza di un vivere inconscio; significa essere totalmente nella morsa dell’ego. È sbalorditivo e incredibile quanto l’ego sia incapace di vedere se stesso e quello che fa. Farà esattamente quello che condanna negli altri e non lo vedrà. Quando glielo si fa notare, negherà rabbiosamente, userà argomenti abilissimi e giustificazioni per distorcere i fatti. Lo fa la gente, lo fanno le associazioni e i governi. Quando tutto il resto fallisce, l’ego risorgerà gridando e ricorrerà perfino alla violenza fisica. Manderà i marines. Possiamo ora comprendere la profonda saggezza delle parole di Gesù sulla croce: “Perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Per porre termine alla miseria che ha afflitto la condizione umana per migliaia di anni dovete cominciare da voi stessi e assumervi la responsabilità del vostro stato interiore in ogni singolo momento. Cioè: adesso. Chiedetevi: “C’è negatività in me in questo momento?”. Quindi siate vigili, attenti ai vostri pensieri così come alle vostre emozioni. Fate caso all’infelicità di fondo, di cui vi ho parlato prima, in qualsiasi forma si presenti: scontentezza, nervosismo, “l’essere stufi” e così via. State attenti specialmente ai pensieri che sembrano giustificare o spiegare questa infelicità ma che in realtà ne sono la causa. Nel momento in cui diventate consapevoli di uno stato negativo in voi stessi, non vuol dire che avete fallito. Vuol dire che avete avuto successo. Fino a che questa consapevolezza non accade vi è un’identificazione con gli stati interiori, e quell’identificazione è l’ego. Con la consapevolezza giunge la disidentificazione dai pensieri, dalle emozioni e dalle reazioni. Questo non va confuso con la negazione. I pensieri, le emozioni e le reazioni sono riconosciuti e nel momento stesso del riconoscimento, la disidentificazione avviene automaticamente. Il vostro senso di sé, di chi siete, subisce un cambiamento: prima eravate i pensieri, le emozioni e le reazioni; adesso siete la consapevolezza, la Presenza cosciente che testimonia questi stati.

“Un giorno sarò libero dall’ego.” Chi sta parlando? L’ego. Liberarsi dall’ego non è un grosso lavoro ma un lavoro molto piccolo. Tutto quello che dovete fare è essere consapevoli dei vostri pensieri ed emozioni, nel momento in cui accadono. Questo non è realmente un “fare” ma un vigile “vedere”. In questo senso è vero che non c’è nulla che potete fare per liberarvi dall’ego. Quando avviene questo cambiamento, che implica uno spostamento dal pensiero alla consapevolezza, un’intelligenza molto più grande dell’abilità dell’ego inizia a operare nella vostra vita. Grazie alla consapevolezza, le emozioni, e perfino i pensieri si spersonalizzano. La loro natura impersonale è riconosciuta. Non vi è più un senso del sé in essi. Sono solo emozioni umane, umani pensieri. La vostra intera storia personale, che in fondo non è altro che una storia, un fascio di pensieri e di emozioni, diventa di secondaria importanza e non occupa più il posto in prima fila nella vostra coscienza. Non costituisce più a lungo la base della vostra identità. Siete la luce della Presenza, la consapevolezza che viene prima ed è più profonda di ogni pensiero ed emozione.

Un nuovo mondo
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