Una testa di Medusa rovesciata
A Istanbul, nell’angolo di nord-est della Cisterna Basilica, con la frescura della sua misteriosa acqua sotterranea e la simmetria – inquietante come ogni simmetria – delle sue dodici file di colonne nell’ombra, due di quest’ultime poggiano su grandi teste di Medusa, rovesciate di fianco o capovolte, con la loro chioma di serpenti aggrovigliati e i loro occhi che nel mito impietriscono chi li guarda, perché dicono l’insostenibile e buio orrore di esistere. Quando Giustiniano, nel VI secolo, fece costruire la basilica, i marmi delle sculture pagane vennero evidentemente usati come grezzo materiale di costruzione, forse anche con il gusto di umiliare le antiche divinità.
Ma è forse giusto che la colonna cristiana, nel suo slancio ascensionale, si appoggi sull’infera Gorgone, sulla regina del caos inconscio e tenebroso; contenuta dalla colonna che la domina e s’inalza, l’oscurità del profondo non può dilagare e sommergere tutto come un fiume in piena. Rimane costretta nei suoi argini, ma continua a reggere lo spirito proteso in alto e, frenata e tenuta al suo posto, a nutrirlo con le sue energie vitali, a infondergli quella carica pulsionale senza la quale esso sarebbe astratto ed esangue, il deserto di un’autodistruttiva e falsa purezza, la terra arida e non più irrorata dall’acqua della vita di cui parla l’Apocalisse. Non a caso uno dei più grandi inni cristiani, il Veni creator spiritus, invoca che i sensi siano illuminati, non repressi.
Quella struttura verticale è anche la stratificazione delle civiltà che si sono succedute nel tempo, senza che tale successione implichi necessariamente un progresso o un ordine gerarchico, bensì forse solo un avvicendarsi di mondi e di modi di vedere il mondo, che si sovrappongono come strati di terra o di foglie cadute, senza mai definitivamente sparire né venir superate. Le cupole islamiche coprono un universo che non è solo turco o musulmano, ma anche greco, latino, bizantino, genovese, veneziano, tradizionalista, modernista; un crogiolo e una mescolanza di culture, lingue, religioni. Là sotto, con la testa sbilenca o ribaltata, la Medusa, più che impietrire, strizza l’occhio.
21 dicembre 2006