XIX

 

 

DI UNA CERTA COINCIDENZA NEI DESTINI DEI GIUDICI E DEGLI AVVOCATI

 

 

L'avvocato — Felice te, o giudice, che puoi seguire nella tua fatica il regolato ritmo dell' orario di ufficio, e sentirti d'intorno, quando lavori, il riposante rispetto dell' aula o il secreto raccoglimento della camera di consiglio. Quand'entra la corte, tace ogni bisbiglio, L'opera tua si svolge lontana dai tumulti, senza imprevisti e senza precipitazioni; tu ignori l'ansia dell'improvvisare, le sorprese dell' ultim 'ora: tu non devi faticare a trovar gli argomenti, perché sei chiamato soltanto a scegliere tra quelli trovati da noi avvocati, che compiamo per te il duro lavoro di scavo: e per meglio meditar la tua scelta hai il dovere di assiderti sul tuo comodo scanno, tanto che, mentre gli altri uomini si siedono per riposarsi, « seduta » si chiama per te il periodo del maggior lavoro. Ma la fatica dell'avvocato non conosce orario né tregua: ogni processo apre un nuovo cammino, ogni cliente suscita un nuovo enigma. L'avvocato dev'esser presente contemporaneamente in cento luoghi, come il suo spirito deve seguire nello stesso tempo cento piste. Ai clienti, non a lui, appartengono anche le sue ore notturne, che son quelle forse in cui egli tormentosamente elabora per loro i più preziosi argomenti. Egli è, materialmente e spiritualmente, la proteiforme irrequietezza che vigila all' erta, come tu sei, o giudice, la olimpica immobilità, che senza fretta attende.

Il giudice — Ma tu non sai, o avvocato, quale tumulto di domande, quale ondeggiar di incertezze si agiti talvolta entro la apparente immobilità del magistrato seduto. Se spesso durante la notte tu senti battere alla tua porta la petulanza del cliente importuno, più spesso io sento fino all'alba martellar nel mio cuore insonne l' angoscia del dubbio. Qual giudice potrebbe dormire alla vigilia di una sentenza di morte? E, dopo, il peso della condanna pronunciata grava tutto sul giudice: il timore dell' errore, l'angoscioso pensiero di aver forse incatenato l'innocenza, lo ossessiona e lo incurva. I giudici non sanno più ridere, perché sul loro viso si imprime cogli anni, come in una maschera, lo spasimo della pietà che combatte col rigore. Quando colla tua difesa hai assolto il dover tuo, tu puoi, o avvocato, attender sereno gli eventi; ma il giudice, se riesce ad essere impassibile, non può più esser sereno.

L'avvocato — Sereno tu pensi l'avvocato? Non ti accorgi dunque, dall' del tuo banco, che gli avvocati incanutiscono precocemente, e passano nella vita più presto di te? L' avvocato vive cento esistenze in una: lo struggono insieme le cure di cento diversi destini. Anche se, in una settimana dell'anno, riesce ad isolarsi sulla vetta di un monte o a bordo di un veliero, lo accompagnano inesorabili nella sua vacanza i dolori, le cupidigie, le speranze delle persone che gli hanno spietatamente inoculato, per liberarsene, le loro pene. Anche se egli per se è incurante di danaro, deve battersi per conservare il denaro dei suoi clienti; anche se è un galantuomo, deve perdere i sonni per le disonestà degli altri; anche se è un cuor pacifico, che preferisce farsi derubar dal suo domestico pur di non aver la noia di riguardargli i conti, deve avvelenarsi l'esistenza per riguardare il centesimo ai domestici altrui.

E poi, tu parli dell'ansia del giudicare; ma ti sei mai immaginato il tormento dell'avvocato, il quale sa, o crede di sapere, che dalla sua abilità dipende in gran parte l'orientamento del tuo giudizio? A lui spetta trovar l'argomento che sappia convincerti: e se tu sbagli, è colpa dell'avvocato che non è riuscito a trattenerti in tempo sull' orlo dell' errore. Nessuno saprà descrivere ?angoscia dell'avvocato che sa che il suo cliente è innocente, e non riesce a dimostrarlo: che si sente inferiore e impotente di fronte alla maestria, o ai tranelli, dell'avvocato avversario; che dopo la sconfitta irreparabile, trova finalmente, ma troppo tardi,l'argomento che gli avrebbe assicurato la giusta vittoria.

Il giudice — Comprendo; ma tuttavia, qual premio è per l'avvocato il conseguir la vittoria alla fine di certi giudizî! Durante tutto il processo, il centro di tutte le curiosità e di tutte le simpatie è lui, il difensore: il pubblico vive ad uno ad uno i suoi palpiti, si esalta nella sua eloquenza. Il giudice è in fondo all'aula, silenzioso e passivo, come un inutile complemento decorativo della scena: e se alla fine la verità trionfa, l'applauso e la commozione non vanno al giudice, che ha saputo distillarla dal tumulto del suo cuore, ma vanno all'avvocato, il quale appare sempre come il trionfatore della giustizia, a cui spettano, in premio dell'oscuro tormento del giudice, la gloria e la ricchezza.

L'avvocato — Non parlar di ricchezza: tu sai che l'avvocato vero, quello che dedica tutta la sua vita al patrocinio, muore povero; ricchi diventan soltanto coloro che sotto il titolo di avvocati sono in realtà commercianti o mezzani, o finanche, come usano certi specialisti in processi di divorzio, disinvolti affittacamere. E in quanto alla gloria e alla riconoscenza della clientela, sii grato, o giudice, all'avvocato che, ponendosi come tramite tra te e i suoi clienti, ti risparmia di vederli in faccia. Tu conosci il mondo attraverso la parola dell'avvocato, che ti presenta con buone maniere e con bello stile forense il caso già isolato dalle scorie della grezza realtà, e già tradotto in comprensibili termini giuridici: ma tutte le tracotanze dei litigiosi, tutte le loro follie e tutte le loro villanie, sfociano, prima di salire nelle aule, nello studio dell'avvocato, che ne sostiene il primo urto e ne opera la prima purificazione, al lume non soltanto dei codici, ma anche della grammatica e del galateo. Egli è per te il chiarificatore e il ripulitore della grossolana realtà; colui che monda i fatti dal fango a cui vivon commisti, per presentarli netti e infiorati, con un inchino, alla tua tavola.

Ma in questo duro lavoro di sgrossamento e di disinfezione, non credere che l'avvocato sia confortato dalla gratitudine di coloro che ricorrono all'opera sua: se si arrischia a spiegar cortesemente al cliente che l'avvocato non è fatto per servir da paravento alle sue bugie, il cliente si offende; se lo sconsiglia dall' iniziare una lite temeraria, il cliente lo giudica un pusillanime; se lo avverte che per non tediar i magistrati bisogna esser sobri nello scrivere e nel parlare, il cliente lo giudica uno scansafatiche. Quando l'avvocato riesce, a prezzo chissà di quali sforzi, a vincere una causa che pareva disperata, il cliente lascia intendere che della vittoria, più che la valentia della difesa, dev'esser ringraziata una certa raccomandazione di un amico di famiglia, che è intervenuto a tempo all'insaputa del difensore; quando la perde, il cliente è convinto che il suo avvocato si è lasciato corrompere dall'avversario; quando la rinvia perché il giudice va in ferie, è colpa dell'avvocato, che col prolungarla, vuol guadagnare di più….

E non parliamo della spietata noncuranza con cui il cliente dimentica che anche le forze dell'avvocato hanno un limite, che anch'egli è un uomo soggetto alla stanchezza e alla malattia: se al cliente che ti racconta per la decima volta la sua vicenda, tu fai osservare con un pallido sorriso che non puoi più starlo ad ascoltare perché hai la febbre, egli ti guarderà attonito senza capire, e riprenderà subito il filo del suo discorso, perché, se l'avvocata ha il dovere di interessarsi dei suoi affari privati, egli non ha il dovere di interessarsi degli affari privati dell' avvocato.

II giudice — Ma anche l'ufficio del giudice è spietato: e spietato contro i giudici sei spesso anche tu, o avvocato. Talvolta nel cuore di quell'uomo che siede in udienza coperto dalla toga del giudice spasimano le passioni della dolorante umanità: l'angoscia di un amore tradito, l'ansia di un figlio moribondo. Ma queste voci devono esser fatte tacere in udienza: il cuore del giudice dev'essere sgombro, anche quando vi fanno ressa i suoi affetti più secreti. Egli che, come uomo, sente che la questione che è chiamato a decidere è cento volte meno importante del suo dolore, deve considerare il suo dolore una trascurabile miseria di fronte alla questione, anche la più futile, che è chiamato a giudicare; e mentre l'uomo singhiozza pensando al figlio che ieri gli è morto, il magistrato deve prestare attenzione al difensore, che senza pietà parla da tre ore per raccontargli quale fu la ragione per cui l'inquilino non pagò l'affitto.

L'avvocato — Tu accusi l'avvocato di non aver pietà di te che lo ascolti, quasi che egli continuasse a parlar per suo gusto: ma non ti è mai venuta in mente la pena di chi, convinto di difendere una causa giusta, parla per trasfondere nei giudici la sua convinzione, e si accorge di non riuscirvi, e si ostina disperatamente, quantunque le forze gli si affievoliscano, a parlare, sotto la struggente sensazione di dover ancora aggiungere qualcosa, a costo della vita, per il trionfo della verità? Non hai mai visto dal tuo banco il difensore impallidir mentre parla, e portarsi per un istante la mano al cuore, con un rapido gesto di pena, che subito il flusso del discorso cancella?

E poi, se la morte non lo coglie a metà dell' arringa, ecco a poco a poco, colla vecchiaia, la sconsolata solitudine. Anche i clienti degli avvocati seguon la moda e preferiscono la sicura audacia dei giovani alla tremula saggezza dei vecchi. E i vecchi rimangono soli, nei loro studî polverosi che nessuno più visita, guardando smarriti nelle lunghe ore di ozio gli scaffali ove da cinquant'anni custodiscono gli inutili incartamenti, che i nipoti getteranno, senza più riaprirli, al macero.

Il giudice — Ma più soli rimangono i vecchi magistrati a riposo: spogliati dell'oro e dell'ermellino, diventando esili vegliardi disoccupati, che cercano un po' di sole sulle panchine dei giardini pubblici, e passano le loro giornate a rammemorar la ressa di devoti amici che avevan d'intorno quando erano in ufficio, e che si sono dispersi d'un colpo collo scoccar dei limiti d'età. E se, per arrotondar la pensione e per non rimaner lontani dalle aule consuete, tentano di mettersi all'avvocatura, la solitudine di questi vecchi principianti, sperduti in mezzo alla folla degli avvocati giovani, è ancora più profonda e più mesta.

L'avvocato — Questa è la nostra vita, o giudice: questa sarà alla fine la nostra sorte, se pur ci sarà dato di invecchiare. Eppure sento che non vorrei a nessun costo cambiare questo mio destino.

Il giudice — Né io: poiché mi pare che fra tutte le professioni che i mortali possono esercitare, nessun'altra possa meglio giovare a mantener la pace tra gli uomini di quella del giudice, che sappia esser puro dispensatore di quel lenimento d'ogni ferita che si chiama giustizia. Per questo, anche la fine della mia vita mi può apparire, se pur solitaria, dolce e serena: poiché so che la coscienza di aver speso la parte migliore di me stesso per la giusta felicità degli altri mi darà tranquillità e speranza nell'ultimo respiro.

In questa speranza, o avvocato, i nostri due destini si incontreranno al loro compimento terreno: per questa mèta comune possiamo, come fratelli, darci la mano.

 

INDICE ALFABETICO - ANALITICO DEI NOMI, DEGLI AFORISMI E DEGLI ARGOMENTI

 

 

(N. B. - I numeri contrassegnati da un asterisco indicano le pagine aggiunte in questa terza edizione).

A

Accademie, e camera di consiglio: 277*.

Acrobazie defensionali: 162.

Acustica dell'aula: 320*.

Abitudini domestiche del giudice (l'avvocato deve rispettarle): 309*.

« Advocati nascuntur, indices fiunt »: 47.

« Advocatus ad pompam, seu luminar fori »: 100*.

« Advocatus explorator seu commendato »: 99*.

« Advocatus merus »: 99*.

Alpino il giudice e bersagliere l'avvocato: 54.

Altoparlanti in udienza e in parlamento: 333*.

Altruismo dell'avvocato: 373.

Amicizia personale tra il giudice e l'avvocato, pericolosa per il cliente: 190.

Amleto giudiziario: 258*.

Amnistia, come causa di estinzione dell'avvocato: 376*.

Amore degli avvocati per i giudici: 189.

Amore dei giudici per gli avvocati: 189.

Amore del cliente per l'avvocato: 136*.

Amore del quieto vivere: nei giudici: 247; negli avvocati: 222*.

Amor proprio del giudice: 282*.

Anemia perniciosa del processo (perenzione): 153*.

Anguille (emigrazione delle a. verso l'acqua salata): 177*.

Annotazioni in margine alle sentenze (quelle del giudice istruttive, quelle dell'avvocato imprudenti): 196.

Antenne della giustizia, gli avvocati: 55.

Anticipare le spese al cliente: 130.

Antipatia tra giudici, può ricadere sui giudicabili: 281*.

Appellabilità della sentenza, com'è apprezzata dal giudice di primo grado: 288*, 345.

Aragoste (non sono ostriche): 361*.

Architettura, fa l'oratore: 326*.

Architettura forense: 317*.

Aria condizionata (non c'è): 335*.

Ariosto Ludovico: 276*.

Aristotele: 146.

Arredamento forense: 317.

Artificio nell'oratoria: 85, 86, 92*.

Ascensore (non c'è): 336*.

Ascoltare i clienti: 368.

Assuefazione, pericolosa per il giudice: 348.

Atterraggio oratorio difficile: 97*.

Attesa in anticamera: magistrato impaziente: 293*.

« Auctoritas rerum perpetuo similiter iudicatarum »: 178*.

Auditorium: 328.

Aula solenne, istigazione all'oratoria: 73.

Austerità del giudice (pareva, ma era sordità): 313*.

Automobilisti e pedoni: 57*.

Avvocati organi della giustizia: XXIX.

Avvocato, estinto per amnistia: 376*; giudice istruttore dei suoi clienti: 141; igienista prima che clinico dei clienti: 142.

Avvocato ottimo e avvocato pessimo: 128.

B

Bacchettoneria giudiziaria: 250*.

Bagno in famiglia: 359*.

Banco degli avvocati: sua posizione nell'aula: 51.

Barcellona: 259*.

Bartolo: 336*.

« Batti, ma ascolta »: 326*.

« Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia »: 8.

Bel canto nell'oratoria: 72.

« Belle », attributo che non si addice alle sentenze: 165, 173.

Bersagliere l'avvocato, e alpino il giudice: 54.

« Bevi ma taci »: 326*.

Bibunale (diminutivo di Tribunale): 112*.

Bilancia, simbolo tradizionale della giustizia: 118.

Boia pratico: 134.

Bolerino: 238*.

Bottiglia d'acqua sul banco degli avvocati (se non c'è, si zittano prima): 325*.

« Bouche de la loi » i giudici, come li voleva Montesquieu: 237*.

Brevità del discorso, più apprezzata della chiarezza: 80.

Brevità delle difese: 88*.

Buio (dormire al): 114*.

Burbanza del giudice: 44*.

Burocrazia (l'ordine giudiziario non ne fa parte): 247*, 251*.

C

Camera di consiglio (galateo della): 276*; (mancanza di una sala apposita): 330*; (misteri della): 275*; (cfr. Discussione, « Opiniones doctorum »).

Camera di consiglio tenuta prima dell'udienza?: 93*.

Camera di consiglio (ritirarsi in): 332*.

Carattere dei giudici: 49; 267*.

Carattere dell'avvocato: da quali segni si misura: 58*.

Cardinale Ippolito d'Este: 276*.

Carnelutti Francesco: XXXIV.

Carta bollata, più costosa delle pergamene miniate: 149*.

« Carta canta »: 205*.

Cattolico romano (procedimento): 250*.

Cavallo mordace (vizio redibitorio): 20*.

Cerambice longicorne: 54.

Champaigne, pittore: 118.

« Charta non erubescit »: 206*.

« Che per lungo silenzio parea fioco »: 350.

Chiarezza del discorso, meno apprezzata della brevità: 81.

Chi parla per ultimo ha sempre torto: 87.

Churchill: 229*.

Cicerone: 328*.

Clessidra, misuratrice dell'oratoria: 323*.

Cliente esperto di scienza giuridica, da evitarsi: 135.

Cliente incomodo, il magistrato per l'avvocato: 61*.

Clienti: 368, 369, 378*; aberrazioni: 125*; come non sanno scegliere i difensori: 127; modo di riceverli: 208*; superstizioni dei: 218*.

Clienti umili, difficoltà di fare intendere ad essi la logica giuridica: 181*.

Coincidenza di destini tra i giudici e gli avvocati: 379.

Colagrande Pasquale: X*, XV*.

Collegialità, come conforto della solitudine del giudice: 343; come corroborante: 277*; come schermo della coscienza: 274*.

Collegialità e giudice unico: 344.

Colluttazione oratoria: 65*.

« Commensale abituale » (vietato al giudice): 341.

Comparizione personale delle parti: 209*.

Compensazione giurisprudenziale: 242*.

Complementarità reciproca di giudici e avvocati: XXIV.

Complimenti del giudice, brutto segno per la sentenza: 194, 195.

Comprensione reciproca tra giudici e avvocati: 63*.

Confidenza del giudice nell'avvocato, 85.

Conformismo: 267*; sue relazioni colla sordità: 313*; malattia pericolosa per i magistrati: 269*; terrore della propria indipendenza: 271*.

« Consilium sapientis »: 36.

Coppia (modo di lavorare degli avvocati): 122*.

Coraggio civile dell'avvocato: 365 (cfr. Onestà).

Correzione dei motivi (potere della Corte di Cassazione): 188*.

Corridoi: riuscire ad abolirli nel palazzo di giustizia: 322*.

Corruzione, rarissima nei magistrati: 269*.

Criptocomunista (giudice considerato tale): 244*.

Crocifisso: in quale parete dell'aula dovrebbe esser collocato: 319*.

D

D'Amelio Mariano: XXI.

Dante: 350.

Daumier (« gens de justice »): XXVIII.

Dentista, speriamo che oggi non riceva: 151*.

Desco familiare (del giudice): 361*.

Dialogo a voce bassa tra avvocati e giudice nelle corti inglesi: 307*.

Dialogo e monologo: 72, 77, 78.

Diana Efesia (tempio di): 291*.

Difensore inesperto, protetto dai giudici: 6.

Difetti degli avvocati, come li vedono i giudici: XXVI.

Differenze tra avvocati e giudici: 45.

Diffidenza del giudice verso l'avvocato: 92*.

Discrezione dell'avvocato: 40, 41.

Discussione in camera di consiglio: 84.

Disformità di giurisprudenza: 152*.

Dispositivo e motivazione: 171, 172, 173.

Distanza del banco degli avvocati da quello dei giudici (serve a scoraggiare l'oratore): 323*.

Distrazione del giudice: 341.

Dittafono (non c'è): 336*.

Donatori di sangue: 188*.

Donna amata (la Corte per l'avvocato): 193.

Dormire e ridormire: 112*.

Dormitorio e processo: 111.

Dosi omeopatiche (ingiustizia micidiale anche se in): 340*.

Dramma del giudice: 347.

« Dura lex sed lex »: 252*.

E

Eccesso di scrupolo del giudice: 258*.

Eccezioni di procedura: 175; come mezzi per risparmiar fatica al giudice: 53.

Eleganti, così chiamate dagli avvocati le questioni inutili: 162.

Elogio, perché si è scelta questa intitolazione: X*, XVII*, XXII.

Eloquenza forense e oralità: XXXIV.

Embriologia del giudice: 50.

Equilibrio tra indipendenza e umiltà, difficile nel giudice: 281*.

Eroismi degli avvocati: 363.

Eroismi dei giudici: 337.

Erostrato: 291*.

« Errare humanum est »: 60*.

« Errore del giudice è errore della parte »: 252*.

Errori giudiziari: 282*, 394; non impensieriscono chi li guarda nei grandi numeri: 285*.

Esame di coscienza di un magistrato: 299*.

Estive (sentenze): 283.

Età delle cause: 153*.

Età (la più adatta) per litigare: 143.

« Êtres inanimés », i giudici come li voleva Montesquieu: 274*.

« Ex facto oritur ius »: 161.

Ex gerarcone: 354*.

« Ex iure oritur factum »: 161.

Ex magistrati in pensione associati alla difesa: 101*; inadatti all'esercizio dell'avvocatura: 64*, 345.

F

Fame (anche i figli del giudice possono aver): 354*, 356*.

Farfallina incauta: 263*.

Farmacologo delle passioni, l'avvocato: 369.

Farsi capire, dovere dell'avvocato: 67*, Fascismo (avvocati amanti del quieto vivere al tempo del): 222*.

Fascismo (la magistratura al tempo del): 220*.

« Fascisticamente »: 284*.

« Fattista », l'avvocato o il giudice: 160.

Fede dei clienti nella infallibilità dei giudici: 147.

Fede nei giudici: 1.

Federico il Grande: XXX.

Fegato, sorgente della severità: 307*.

Fiducia del cliente nell'avvocato: XXX.

Fiducia nei giovani magistrati: XVII*.

Figli del giudice: 353*, 354*, 355*.

Filo del discorso: 335* (cfr. Magnetofono).

Filo logico dell'arringa: 95*.

Finestre nelle aule giudiziarie, in faccia all'oratore: 324*.

Fiori d'arancio di convenienza: 94*.

Fisce giustizia: 148*.

Franchi svizzeri: 359*.

Fratelli, gli avvocati e i giudici: 389.

Furberia degli avvocati: 7.

G

Galateo, non disdice ai giudici: 29.

Galizia Paolo: XIII*.

Gara a chi parla meno: 89*.

Gerarchi (fortuna professionale dei): 231*.

Gervasio: XIV*.

Gestazione (esonero dall'ufficio nel periodo di): 278*.

Giorni di festa dell'avvocato: 5.

« Giovinezza »: 260*.

Giudice seduto (requisito di validità della sentenza): 315*.

Giudice istruttore: 206*.

Giuramento, espediente per mettere in pace la coscienza del giudice: 345.

Giurisprudenza consolidata: 182*.

Giurisprudenza (premeditato cambiamento di): 291*.

Giurista e scienziato: 17.

Giustizia, parola fresca e nuova: 9.

« Grande avvocato », significato di questa espressione: 128.

Gratitudine del cliente dovuta all'avvocato avversario: 87.

Gretteria della vita di certi magistrati: 273*.

Guicciardini Francesco: 7.

H

« Habent sua sidera lites »: 3, 13*, 24*.

I

Illuminazione indiretta: 26.

Illusione del bestemmiatore: 34.

« Il pretore si ritira per deliberare »: 332*.

Luminare fascista, associato un tempo al patrocinio: 216*, 218*, 219*.

Imbroglioni, e loro opinione sugli avvocati: 129, 131, 132.

« Imitatio in peius », dei vecchi magistrati, quando si mettono a far gli avvocati: 350*.

Immobilità dei giudici in udienza: 105.

Imparzialità del giudice, somma delle contrapposte parzialità dell'avvocato: 121.

Impazienza del presidente in udienza e sue possibili cause: 315*:

« Imperatore delle Indie »: 233*.

Importanza economica delle cause: 147.

Imprevedibilità della sentenza: 18*, 22*, 193.

Incontro col cliente: 369.

Indipendenza dei giudici: 267*; più difficile in tempi di libertà o di tirannia?: 240*.

Inerzia istituzionale del giudice: 48.

Infallibilità del giudice: 283*.

Infanticidio processuale: 153*.

Inframmettenze politiche: frequenti ma non irresistibili: 269*.

Ingiustizia delle stelle e giustizia umana: 15*.

Insofferenza dei giudici per l'avvocato che ricorda la loro responsabilità: 254*, 257*.

Intelligenza dei giudici: 55, 175.

Intermezzo di danza (l'arringa) nel dramma del processo: 79.

Interpretazione della verità, come si addice all'avvocato: 120*.

Interruzioni del presidente durante la discussione: 66*, 77.

Intolleranza del giudice: 42*.

Invidia di certi magistrati per gli avvocati: 291*.

Ipocrisia oratoria dinanzi ai giudici: 38.

« Iura novit curia »: 35, 177*.

« Iustitia fundamentum regnorum »: 11.

L

Larghezza d'idee desiderabile nei magistrati: 272*.

Lealtà del giudice: 185*.

Lealtà dell'avvocato: 184*.

Legalitarismo dei giudici: 215*.

Lente di ingrandimento (logica giuridica): 178*.

« Lex specialis »: 265*.

Linguaggio burocratico (non si addice alla magistratura): 262.

Litigiosità: 139, 145.

Livello intercomunicante dei giudici e degli avvocati: 52.

Logica giuridica: 178*.

Logica nelle sentenze: 167.

Lotta per il diritto: 146.

Luci abbacinanti, rimedio contro l'oratoria: 323*.

M

Macchina da scrivere (non c'è): 336*.

Magia, può determinare l'esito delle cause: 22*.

Magnetofono in udienza: 334*.

Malattie del giudice, come possono attaccarsi alla sentenza: 305*.

« Male suada fames »: XXVII.

Mandato parlamentare e giustizia: 239*.

Mandato parlamentare e avvocatura (non giova ai clienti): 243*.

Medici, somigliano ai giudici: 339*.

Mercato nero: 230*.

Metodo defensionale (ciascuno ha il suo): 28*.

« Mettersi a posto », linguaggio burocratico: 261*.

Milizia fascista, e sua timidezza: 225*.

Miniature e carta bollata: 149*.

Misteri orfici della giustizia: 19*, 275*.

Modestia doverosa degli avvocati: 35, 59*.

Mondo alla rovescia: 64*.

Montesquieu: 237*; 274*.

« Mores novit curia »: 177*.

Morte dei clienti per vecchiaia dell'avvocato: 378*.

Morte dell'avvocato: 366*, 373.

Motivazione: 169, 171; e giustizia: 174; e sfoghi politici: 236*; m. vera e m. finta: 185* (cfr. Correzione, Dispositivo).

Mugnaio di Sans-Souci: 145.

Musica e sonno: 109, 110.

Mussolini: 228*.

N

« Nemo judex in re sua intelligitur »: 61*.

« Nemo judex sine actore »: 48.

« Ne misereris divitis in iustitia »: 235*.

« Ne misereris pauperis in iustitia »: 234*.

« Neri », così chiamati i giudici severi: 353*; perché son chiamati così: 306*.

New York (giudice di): 335*.

« Non è »: 227*.

« Non giudicare »: 50.

O

Obbligo dell'avvocato di soffrire le pene del cliente: 129.

Occhiali neri: 113*; da sonno: 114*.

Olanda: 343.

« Omnia manda mundis »: 4.

Onestà dell'avvocato, poco pregiata dai clienti: 132; meno pregiata del coraggio (« più onesto che coraggioso »): 154*.

Opinione politica del giudice, come può influire sull'applicazione delle leggi: 214*.

« Opiniones doctorum » in camera di consiglio: 275*.

Oralità nel processo civile: 205*.

Oratoria forense: 69; differisce dall'oratoria da conferenze o da salotto: 66, 82 (cfr. Artificio; Razionale; Reticenza; Risonanza; Rosa; Silenzio; Stupefacente; Trasfigurazione).

Orchestrazione defensionale: 99*.

Ordine giudiziario e ordine religioso: 247*, 251*, 256*.

Ossequio alla giurisprudenza: 162; e i suoi pericoli: 155*.

Ostriche (non sono aragoste): 361*.

P

Pace tra gli uomini: 388.

Padre Zappata: 174.

Palazzo di giustizia (studio architettonico per un): 329*.

Pancrazi Pietro: XXI, 228*.

Papiniano 328*.

Pareri « per la verità » e loro valore secondo lo Scaccia: 36.

Parlamento, fatto per parlare: 325*.

Partigiano (giudice che era stato): 240*.

Parzialità doverosa degli avvocati: 117, 119, 122.

Penna d'oca (come faceva Bartolo): 336*.

Pensare, consiglio a un giovane avvocato: 227*.

Permaloso (giudice): 286*.

« Per non udire »: 329*.

Pieni e vuoti della difesa: 123.

Pietà e giustizia: 351, 353.

Pittore, somiglianze coll'avvocato: 121.

Platone (Repubblica di): 339.

Politica e giustizia: 238*.

Pollo spennato (immagine del cliente o dell'avvocato?): 133.

Prendisole: 298*.

Preparazione alla discussione: 43*.

« Presto e male »: 284*.

Pretore toscano durante l'occupazione tedesca: XVI*.

« Prima discuti e poi affoga »: 138*.

Príncipi del foro; particolarmente pericolosi per la giustizia: 6, 62*.

Principio nominalistico: 182.

Processo come giuoco: 31.

Professioni di carità quella dell'avvocato come quella del medico: 368*.

Professore universitario (quando discute una causa dinanzi a magistrati che furono suoi studenti): 200*, 202*.

Promozione (turbamento del magistrato in attesa di): 176*, 278*, 280*, 293*.

Pronto soccorso (l'avvocatura come): XXXI.

Pubblicità della deliberazione della sentenza (in certe leggi straniere): 274*.

Pubblico ministero: 56; 123.

Pudore del magistrato (non esagerare): 298*.

Puntualità, dell'avvocato: 41.

Q

Questioni di diritto: 142; avvocato specialista per le: 160.

Questioni di diritto e questioni di fatto: 157, 163 (v. Travestimento).

Questioni morali: 142.

Quotidiana contemplazione delle tristezze umane, dramma del giudice: 347.

R

Rabelais: 8.

Raccomandazioni: 270*; effetto controproducente su certi magistrati: 294*; su certi professori: 295*.

Racine: 143.

Radio Londra: 229*.

Rattenere a stento le lacrime: 316*.

« Razionale » oratoria, e architettura: 83.

Relazioni tra giustizia e politica: 211*.

Resistenza nervosa dell'avvocato: 34.

« Res iudicata facit de albo nigrum et de quadrato rotundum »: 10.

Responsabilità dei giudici: 254*.

Responsabilità dei giudice, si scarica sul legislatore: 265*.

Responsabilità del legislatore, si scarica sul giudice: 265*.

Reticenze nell'oratoria: 86.

Richelieu, di faccia e di profilo: 118.

Ricchi e poveri: 184*.

Riforma protestante, suo influsso sulla giustizia dei paesi anglosassoni: 250*.

« Rigettare »: 112*, 303*.

Rimproveri degli umili: 180*.

« Rinuncio alla parola » (la più bella arringa): 83.

Rinvio, nei processi come in parlamento; 150*.

Riservatezza doverosa verso il giudice: 199*.

Riso in udienza: 232*.

Risonanza oratoria: 80.

Rispetto dell'avvocato per il giudice.: 198*.

Rito giudiziario e rito religioso: 249*.

Rosa: « tanto bella che sembra finta »: 85.

Rosadi Giovanni: 197*, 226*.

S

Sacerdote, come il giudice: 348.

San Filippo Neri: 255*.

Sansoni Aurelio: XIII*, XV*.

Sant'Antonio: 34.

Sant'Ivone: 255*.

Santo protettore: 24*.

Saper finire: 82, 97*.

Saraceno Pasquale: XII*, XV*.

Sbaglio di porta, non di difesa: 152*.

Scaccia: 37.

« Scaricato », linguaggio burocratico: 261*.

Scelta politica in ogni interpretazione di legge: 237*.

Scialoja Vittorio: 284*.

Scilinguagnolo troppo libero del difensore, rovina del cliente: 287*.

Scontentezza del giudice, voce della coscienza: 299*.

Scrivere di più, per consumare più carta bollata: 150*.

Scrivere molto per contentare il cliente: 130.

Scuola di oratoria forense: 77.

Sede desiderata (espedienti per ottenerla): 297*.

Segretario particolare (non c'è): 336*.

« Sempre benissimo »: 39.

Senatore (e insieme presidente del tribunale): 241*.

Senso di responsabilità dei giudici: 247*.

« Sententia generalis »: 265*.

Sentenze dei giudici, sempre giuste: 12.

Sentimento nelle sentenze: 167.

Servitù fisiche: 301*.

Sfiducia, causa del fallimento dell'oralità: 206*.

Sgarberie del giudice, buon segno per la sentenza: 195.

Sibilla (responsi della): 253*.

Silenzio, la più pregiata oratoria: 80, 82.

Sillogismo giudiziale: 170.

Solitudine del giudice: 341, 343, 347.

Solone: 145.

Somiglianza tra avvocati e giudici: 45.

Sonno del giudici: 107, 108.

Sordità del giudice, non dannosa nel procedimento italiano: 307*; impassibilità del giudice, derivante dalla: 312*.

Sordità del giudice relatore (rinvio per rimediare alla): 310*.

Sorriso del giudice: 44.

Specchio (preparazione dell'arringa dinanzi allo): 192.

Spirito di imitazione del giudice per l'avvocato: 204*.

Spirito di imitazione dell'avvocato per il giudice: 203*.

Stalin: 229*.

« Stare decisis »: 179*.

Stenodattilografa (non c'è): 336*.

Storico, somiglianze e differenze coll'avvocato: 120, 124.

Studio della causa e studio del giudice: 27*.

Stupefacente (l'oratoria come): 92*.

Suicide (sentenze): 187*.

Superbia del giudice, malattia professionale: 59*.

T

Tagliatori di pietre preziose (i giudici): 342.

Testimonianze, l'ufficio più delicato del giudice è il saperle raccogliere: 163.

« Tifoso » (non si addice al magistrato essere): 296*.

Tingersi i capelli (non si addice al magistrato): 296*.

Toga, sua funzione: 39, 252*.

« Tout comprendre, c'est tout pardonner » 272*.

« Trance » (l'avvocato cade in): 33.

Trasfigurazione oratoria di certi avvocati: 32.

Travestimento delle questioni di diritto in questioni di fatto: 164, Tristezze degli avvocati: XXXIV; 363.

Tristezze dei giudici: 337, 357*.

Troppo bravi (gli avvocati non devono essere): 35.

Turchi (giustizia dei): 8.

U

Udienza, dinanzi alla Corte di Cassazione: 74, 102*; fatta per udire non per parlare: 325*, 329*; espressione perfetta di civiltà: 90*.

Uditori (così cominciano, e finiscono sordi): 314*.

Umiltà dell'avvocato verso il giudice: 56*; (più rara) del giudice verso l'avvocato: 57*.

Unanimità di Stato, della sentenza: 274*.

Uniformità della giurisprudenza: 151*.

Uomo d'affari e giustizia: 356*.

V

Vacanza mentale per il giudice, l'arringa dell'avvocato: 78.

Valore (debiti di): 182*.

Valuta (debiti di): 182*.

Vecchiaia e indipendenza dei giudici: 260*.

Veleno amarissimo, la ingiustizia: 340.

« Verba volant »: 205*.

Verità, sue relazioni cogli avvocati: 115.

« Veritas nimium altercando amittitur »: 73.

« Via minoris resistentiae »: 53.

« Video meliora proboque, deteriora sequor »: 162.

Vie, per arrivare allo scopo: 27*.

« Vir bonus dicendi peritus »: 75.

« Vir bonus tacendi peritus »: 76.

Virtuosi di violino: 106.

Vizi e virtù degli avvocati e dei giudici e loro reciproco influsso: 53.

Vocazione alla magistratura: 251*.

Voce (la più bella v. del palazzo di giustizia): 95*.

Z

Zelo nella difesa (non esagerare): 102*.