34

Aveva bussato forte. Un paio di volte. E poi aveva ribussato ancora più forte.

Lena stava per andarsene quando Margherita aprì di cattivo umore la porta della Casa del Petalo.

«Ma allora qualcuno c’è!»

«Sì, ci sono io.»

«E non è che lei in questa casa grande avrebbe una stanza da affittare?»

«Per urlare?»

«No, più che altro per dormire...»

«Qui non si dorme... qui si urla.»

«E ci credo che non si dorme, allora...» aveva concluso Lena.

Margherita fece cenno di sì, strizzò le labbra, sottolineò con un fischio l’arguzia del pensiero di quella donna che si trovava di fronte per la prima volta.

«Però sa che io non sento niente...»

«Perché ancora non si urla proprio tutti i giorni... solo quando ci sono i corsi. Ma prima o poi si si urlerà... uh, se si urlerà!»

A quel punto fu Lena che fece cenno di capire.

«E se nel frattempo però io mi fermassi a dormire qui? Ogni tanto? In attesa che si urli un po’ di più...?»

Margherita la guardò fissa.

«Come ha detto che si chiama, lei?»

«Lena, mi chiamo Lena. Ma non glielo avevo ancora detto. E forse non le ho ancora nemmeno detto che vorrei fermarmi qui per dormire, riposare, per guardar fuori dalla finestra... per stare qui ogni tanto, per non fare sempre la strada che mi porta qui da Orta, il mio paese...»

E Lena le raccontò quel che veniva a fare a Bisogno. E Margherita allora le raccontò i suoi progetti. Le sue idee. E le disse che non aveva stanze da affittare, non era mica una locanda, le aveva solo per urlare. E che accordava i fiori la mattina. E che adesso aveva i corsi sulla paura da preparare, che era molto ma molto impegnata. E che doveva proprio andare...

«Ma è pazzesca questa cosa che fa lei: fa urlare di pomeriggio e accordare i fiori la mattina. Ha mai pensato che magari le due cose si potrebbero mettere insieme?»

«Per far qualcosa a mezzogiorno?»

«Eh, ad esempio...»

«Senta, forse potrei darle una mano con questi corsi in cambio di una stanza, che ne dice?»

In qualche modo le due donne si piacevano.

«Venga dentro, in casa» le disse Margherita. «Ne chiacchieriamo meglio bevendo una tazza di tè. Che ne pensa?»

Entrarono. Chiusero la porta.

E dopo poco, sul fornello, l’acqua cominciò a bollire.