Capitolo 19
― Vorrei un resoconto di quanto è successo sotto forma di dichiarazione firmata ― annunciò Cramer. Masticò il sigaro. ― È la storia più pazzesca che mi sia mai capitata. Davvero non avevate altro in mano?
Erano le sei e cinque minuti e Wolfe era appena sceso dalla serra. I Frost e Glenna McNair se ne erano andati da un pezzo. Anche Calida Frost era andata. La confusione era finita. Avevamo messo la catena alla porta, in modo che Fritz potesse tener fuori più facilmente i reporter. C'erano due finestre spalancate, lo erano da due ore, ma l'odore di mandorle amare, per quel po' che ne era caduto per terra, aleggiava ancora nell'aria e sembrava ci volesse restare per sempre.
Wolfe annuì e si versò la birra. ― Era tutto ciò che avevo. Per quanto riguarda una dichiarazione firmata, preferirei di no. Anzi, in effetti mi rifiuto. La vostra chiassosa indignazione di oggi pomeriggio è stata offensiva, e anche stupida. Me ne sono risentito allora e ne sono risentito adesso.
Bevve. Cramer grugnì. Wolfe proseguì: ― Dio solo sa dove il signor McNair ha nascosto quella sua maledetta scatola. Ho pensato che con ogni probabilità non sarebbe mai stata trovata; e, se non veniva ritrovata, era quasi certo che provare la colpevolezza della signora Frost sarebbe stato, nella migliore delle ipotesi, un'impresa difficile e noiosa; nella peggiore, impossibile. La signora aveva sempre avuto la fortuna dalla sua e forse avrebbe continuato ad averla. Così ho mandato Saul Panzer da un artigiano per farsi fabbricare una scatola di pelle rossa che sembrasse vecchia e consumata. Ero quasi certo che nessuno dei Frost avesse mai visto la scatola del signor McNair e, di conseguenza, era improbabile che la sua autenticità venisse messa in discussione. Ho pensato che l'effetto psicologico sulla signora Frost sarebbe stato notevole.
― Già. Voi siete un grande pensatore. ― Cramer masticò un po' il sigaro. ― Avete corso un grosso rischio, e l'avete gentilmente fatto correre anche a me senza spiegarmelo prima. Ma ammetto che è stato un bel trucco. Comunque questo non è il punto essenziale: il punto è che avete comprato una fialetta di olio di mandorle amare, l'avete messa nella scatola e l'avete data alla Frost. Era uno sparo nel buio. E io ero presente quando è successo. Non oso scriverlo nel rapporto. Sono un ispettore, ma non oso.
― Come volete, signore. ― Le spalle di Wolfe si alzarono di mezzo centimetro e ricaddero. ― È stata una sfortuna che il risultato sia stato fatale. Io l'avevo fatto per impressionarla. Sono rimasto di sasso, e completamente impotente, quando lei ne ha... abusato. Mi ero servito dell'olio velenoso, invece che di un sostituto, perché avevo pensato che la signora avrebbe aperto la fiala e che l'odore... Anche questo era per l'effetto psicologico.
― Col cavolo! Avevate messo il veleno esattamente per l'uso che ne ha fatto la Frost. Cosa state cercando di fare? Prendermi in giro?
― No, no davvero. Ma voi avete cominciato a parlare di una dichiarazione firmata, e a me non va. Mi piace essere franco. Sapete perfettamente che non firmerò una dichiarazione. ― Wolfe agitò un dito verso Cramer. ― Il fatto è che siete un ingrato. Volevate il caso risolto e il colpevole punito, non è vero? Bene, il caso è risolto. La legge è un mostro invidioso e voi ne siete il rappresentante. Non tollerate una conclusione giusta e rapida della lotta tra un individuo e ciò che chiamate società, finché avete il potere di trasformare quella lotta in una battaglia lunga e crudele. La vittima si agita come un verme tra le vostre dita e non per dieci minuti: per dieci mesi. Pfui! Non mi piace la legge. Non l'ho detto io, ma un grande filosofo, che la legge è stupida.
― Be', non prendetevela con me. Io non sono la legge, sono solo un piedipiatti. Dove avete comprato l'olio di mandorle amare?
Gli occhi di Wolfe si restrinsero. ― Intendete sul serio chiedermelo?
Cramer sembrò a disagio, ma insistette: ― Sì, ve lo chiedo.
― Ah sì? Molto bene. Naturalmente, so che la vendita di quella roba è illegale. Di nuovo la legge! Un chimico mio amico ha soddisfatto la mia richiesta. Se siete così meschino da cercare di scoprire chi è, e di compiere passi per punirlo della sua infrazione alla legge, io me ne andrò da questo Paese e andrò a vivere in Egitto, dove possiedo una casa. Se lo farò, un caso su dieci dei vostri omicidi resterà insoluto e spero con tutto il cuore che ci starete male.
Cramer si tolse il sigaro di bocca, guardò Wolfe e scosse lentamente la testa. Finalmente disse: ― Va bene, non cercherò il vostro amico. Tra dieci anni andrò in pensione. Quello che mi preoccupa è: cosa farà la polizia, diciamo tra cento anni da oggi, quando sarete morto? Se la vedranno brutta. ― Proseguì in fretta: ― Adesso non arrabbiatevi. So distinguere un jack da un due. C'è un'altra cosa che volevo chiedervi. Come sapete, giù alla centrale c'è una stanza dove conserviamo qualche curiosità: accette, pistole e cimeli del genere, usati per omicidi: ci sono possibilità che possa prendere quella scatola rossa per aggiungerla alla collezione? Mi piacerebbe davvero averla. A voi non serve più.
― Non saprei. ― Wolfe si sporse in avanti per versarsi altra birra. ― Dovete chiederlo al signor Goodwin: l'ho regalata a lui.
Cramer si voltò verso di me. ― Cosa ne dite, Goodwin? Okay?
― No. ― Scossi la testa e gli sorrisi. ― Mi dispiace, ispettore: me la tengo io. È proprio quello che mi serviva per tenerci i francobolli.
Continuo tutt'ora a usare quella scatola. Ma anche Cramer ne ebbe una per la sua collezione, perché, circa una settimana dopo, la scatola di McNair fu ritrovata nella proprietà di famiglia in Scozia, dietro una pietra del caminetto. Dentro c'era abbastanza roba per tre giurie, ma a quell'epoca Calida Frost era già stata sepolta.