Capitolo 5
― Per un momento ho pensato di chiamare un notaio e far firmare a Stebbins una dichiarazione giurata. ― L'ispettore Cramer masticò di nuovo il suo sigaro. ― Nero Wolfe a quasi due chilometri da casa sua, in pieno giorno e in possesso delle sue facoltà mentali? Doveva trattarsi per lo meno di un assalto al Tesoro degli Stati Uniti: dovevamo chiamare l'esercito e proclamare la legge marziale!
Erano le sei e un quarto. Wolfe era sceso di nuovo nello studio, abbastanza tranquillizzato dalle due ore passate con Horstmann tra le orchidee, ed era alle prese con la seconda bottiglia di birra. Io mi ero messo comodo, con i piedi appoggiati sul bordo dell'ultimo cassetto aperto della scrivania e il blocco degli appunti sulle ginocchia.
Wolfe, appoggiato allo schienale della poltrona e con le dita allacciate sulla sommità della pancia, annuì mestamente. ― La vostra reazione non mi meraviglia. Un giorno vi spiegherò tutto; al momento il ricordo è ancora troppo vivo: preferirei non parlarne.
― Bene. Avevo pensato che forse avevate smesso di fare l'eccentrico.
― Certo che sono eccentrico. Chi non lo è?
― Io no, Dio mi è testimone! ― Cramer si tolse il sigaro di bocca, lo guardò e se lo rimise tra le labbra. ― Sono troppo ottuso per essere eccentrico. Prendiamo questa storia di Molly Lauck, per esempio. In otto giorni di intenso lavoro, cosa pensate che abbia scoperto? Forza, chiedetemelo. ― Si sporse in avanti. ― Ho scoperto che Molly Lauck è morta! Su questo non c'è alcun dubbio: ho carpito l'informazione al medico legale. ― Si rilassò di nuovo sulla sedia e fece una smorfia disgustata. ― Santo cielo, ho raccolto solo aria fritta. Adesso che ho vuotato il sacco per voi, cosa ne direste di fare lo stesso per me? Così voi avrete la vostra parcella, che è quello che volete, e io avrò una scusa per tenermi stretto l'impiego, che è ciò di cui ho bisogno.
Wolfe scosse la testa. ― Niente da fare, signor Cramer. Non so neppure per certo che la signorina Lauck sia morta, se non per sentito dire. Io non ho parlato con il medico legale.
― Oh, andiamo! ― Cramer si tolse il sigaro di bocca. ― Chi vi ha assunto?
― Il signor Llewellyn Frost.
― Lui, eh? ― grugnì Cramer. ― Per proteggere qualcuno?
― No. Per risolvere il caso.
― Non mi dite! E quanto tempo vi ci è voluto?
Wolfe si sporse in avanti, versò la birra e bevve.
― Come mai Lew Frost si agita tanto per questa storia? ― continuò Cramer. ― Non ci arrivo. Non era lui che la Lauck corteggiava: era quel francese, Perren Gebert. Perché mai Lew Frost è così ansioso di spendere un mucchio di soldi per un po' di verità e giustizia?
― Non saprei. ― Wolfe si asciugò la bocca. ― In realtà, non vi posso dire assolutamente niente. Non ho la minima idea di...
― Volete dire che siete andato fino alla Cinquantaduesima Strada solo per fare esercizio?
― No. Che Dio non voglia! Ma per quanto riguarda la morte della signorina Lauck, non ho la minima informazione o ipotesi.
― Be'... ― Cramer si fregò il palmo della mano sul ginocchio. ― Il fatto che non abbiate niente da dirmi non significa che non abbiate niente per voi. Mi seguite?
― Sì.
― Non vi siete impegnato con Lew Frost a scavare una tana per nascondere qualcuno?
― Se vi ho capito bene, e credo di sì... No, non ho preso impegni del genere.
Cramer fissò per un attimo il suo sigaro malconcio, poi tese una mano, lo spense nel portacenere ed estrasse un sigaro nuovo dalla tasca. Ne staccò l'estremità con un morso, si tolse i frammenti di tabacco dalla lingua, conficcò i denti nel nuovo sigaro e lo accese. Soffiò intorno a sé una spessa nuvola di fumo, morse di nuovo il sigaro e si sistemò sulla sedia.
― Nonostante la vostra presunzione, Wolfe ― disse Cramer ― una volta avete ammesso che io sono meglio attrezzato di voi per risolvere nove casi d'omicidio su dieci.
― Ho detto così?
― Già. Così ho tenuto il conto, e questo caso Lauck è il decimo, dopo quello del vecchio Perry della Banda dell'Elastico. Tocca di nuovo a voi e sono contento che ci siate già dentro senza che vi ci debba spingere io. Lo so: a voi non piace tenere informati gli altri, neppure Goodwin, ma, visto che siete andato fin là, forse sarete disposto ad ammettere che sapete cosa è successo. So che avete parlato con McNair e con le due ragazze che hanno visto la vittima mangiare il candito.
Wolfe annuì. ― Ho sentito solo i dettagli più ovvi.
― D'accordo, mi sta bene anche l'ovvio. Ho ripassato la storia almeno dieci volte con quelle due. Ho parlato con tutte le persone del posto, ho sguinzagliato venti uomini a caccia di tutti quelli che quel giorno erano presenti alla sfilata e ho parlato personalmente con una ventina di loro. Ho impegnato metà delle forze di polizia per controllare in giro per tutta la città le vendite del mese scorso di scatole da un chilo di Misto Royal Bailey, e l'altra metà per rintracciare acquisti di cianuro di potassio. Ho mandato due uomini a Darby, nell'Ohio, dove abitano i genitori di Molly Lauck, ho fatto pedinare una decina di persone per le quali mi sembrava ci fosse una possibilità di sviluppo.
― Vedete ― mormorò Wolfe. ― Come vi dicevo, voi siete meglio attrezzato di me.
― Andate al diavolo. Mi servo di quello che ho e sapete benissimo che sono un buon poliziotto, ma, dopo questi otto giorni, non so con certezza nemmeno se Molly Lauck è stata uccisa da un veleno destinato a qualcun altro. Cosa succede se le ragazze Frost e Mitchell hanno organizzato la cosa insieme? Sarebbe impossibile smascherare la montatura. Magari quelle due sono davvero così intelligenti. Sapendo che a Molly Lauck piaceva fare scherzi, forse hanno piazzato la scatola proprio perché lei la rubasse, o forse gliel'hanno semplicemente data e poi hanno raccontato la loro storia. Ma perché? Questo è un altro punto interrogativo: non riesco a trovare nessuno che avesse un motivo per uccidere la Lauck. Sembra che la ragazza avesse del tenero per questo Perren Gebert e che lui non la potesse vedere, ma non esistono prove che lei lo stesse infastidendo seriamente.
― Del tenero? ― mormorò Wolfe.
― Sì, capo ― intervenni. ― Vuol dire che le piaceva.
― C'era anche Gebert quel giorno ― proseguì Cramer. ― Ma non riesco ad andare avanti su questa pista. Se quella roba era davvero destinata a Molly Lauck, non esiste alcun movente. E secondo me la scatola non era per lei: sembra proprio che la ragazza l'avesse rubata. Ma appena si prende in esame questa teoria, con cosa ti ritrovi? Con l'oceano. Quel giorno c'erano più di cento persone; la scatola poteva essere destinata a chiunque di loro, e chiunque di loro può averla portata. Vedete di che razza di pasticcio si tratta. Abbiamo rintracciato più di trecento vendite di scatole da un chilo di Misto Royal Bailey e in mezzo a quel branco di individui presente alla sfilata abbiamo scoperto abbastanza rancori, gelosie, cattivo sangue e bile sufficienti a giustificare almeno venti omicidi. E adesso cosa facciamo? Non ci resta che archiviare il caso.
Cramer smise di parlare e masticò selvaggiamente il sigaro. Gli sorrisi: ― Siete venuto per esaminare il nostro sistema di archiviazione, ispettore? È una bellezza.
― Chi vi ha chiesto niente? ― ringhiò. ― Sono venuto perché sono nei guai. Cosa ne dite? Mi avete mai sentito dire una cosa del genere prima? ― Si voltò verso Wolfe. ― Quando mi hanno detto che stamattina eravate là, naturalmente non sapevo per chi o per cosa ci foste andato, però ho pensato: "Adesso le cose si mettono in moto". Poi ho pensato che tanto valeva fare un salto da voi, perché magari mi avreste regalato una piccola informazione come souvenir. Accetto qualsiasi cosa. Questo è uno di quei casi che non si raffreddano, perché ci pensano i giornali a tenerlo indefinitamente in caldo, e non mi riferisco solo ai giornaletti scandalistici. Molly Lauck era giovane e bella. Metà delle signore presenti alla sfilata di quel giorno sono nel Registro Sociale; c'era anche H. R. Cragg in persona con la moglie e così via. E anche le due ragazze che hanno visto la vittima mangiare il candito sono giovani e belle. La storia non si sgonfierà. Ogni volta che entro nel suo ufficio, il commissario sbatte il pugno sul bracciolo della poltrona. L'avete visto fare la stessa cosa proprio qui, nel vostro studio.
Wolfe annuì. ― Il signor Hombert è uno sgradevole personaggio. Sono spiacente di non aver niente per voi, signor Cramer, davvero spiacente.
― Già, spiace anche a me. Comunque, una cosa potete farla: datemi una spinta. Anche se è nella direzione sbagliata e voi lo sapete.
― Be'... Vediamo. ― Wolfe si appoggiò allo schienale, con gli occhi semichiusi. ― Siete bloccato sul movente: non riuscite a trovarne uno per la signorina Lauck e ne trovate troppi in altre direzioni. Non siete in grado di rintracciare l'acquisto né dei canditi, né del veleno. In effetti non avete trovato niente e vi manca un punto di partenza. Però in realtà uno l'avete; ve ne siete servito?
Cramer lo fissò. ― Servito di cosa?
― Dell'unica cosa che è indubbiamente legata al delitto. La scatola di canditi. Cosa ne avete fatto?
― Naturalmente l'ho fatta analizzare.
― Parlatemene.
Cramer fece cadere la cenere nel portacenere. ― Non c'è molto da dire. È una scatola da un chilo che è in vendita in tutta la città, nelle drogherie e nei supermercati; è prodotta dalla Bailey di Filadelfia e viene venduta a un dollaro e sessanta. La confezione si chiama Misto Royal ed è un assortimento di frutta, noccioline, cioccolatini, eccetera. Prima di consegnare la scatola al chimico, ho chiamato la fabbrica della Bailey e ho chiesto se le scatole di Misto Royal sono tutte uguali. Mi hanno risposto di sì: la confezione viene preparata rigorosamente in base a una lista, che mi hanno letto. Per controllo, ho mandato qualcuno a comprarne qualche scatola, le ho aperte e ho confrontato il contenuto con la lista. Facendo lo stesso con la scatola dalla quale Molly Lauck ha preso il candito, ho scoperto che mancavano tre pezzi: ananas candito, una prugna candita e una mandorla giordana. Il che concordava con la storia della Mitchell.
Wolfe annuì. ― Frutti, noccioline, cioccolatini... c'erano anche caramelle?
― Caramelle? ― Cramer lo fissò. ― Perché caramelle?
― Nessuna ragione. Una volta mi piacevano.
Cramer grugnì. ― Non prendetemi in giro. Comunque non ci sono caramelle in una scatola Misto Royal della Bailey. Peccato, vero?
― Forse. La cosa certamente diminuisce il mio interesse. Per inciso, questi dettagli relativi al candito... sono stati pubblicati? Qualcuno ne è stato informato?
― No. Lo sto dicendo a voi e spero sappiate mantenere un segreto. È l'unico che abbiamo.
― Eccellente. E il chimico?
― Certo, eccellente: a cosa mi serve? Il chimico ha scoperto che non c'era niente che non andasse negli altri dolci lasciati nella scatola, a eccezione di quattro mandorle nello strato superiore. Lo strato superiore di una scatola di Misto Royal ha cinque mandorle giordane; Molly Lauck ne aveva mangiata una. In ognuna delle altre quattro c'erano più di sei grani di cianuro di potassio.
― Interessante. Solo le mandorle giordane erano avvelenate.
― Già. È facile capire perché hanno scelto proprio le mandorle: il cianuro di potassio ha lo stesso odore e sapore delle mandorle, solo più intenso. Il chimico ha detto che il sapore doveva essere forte, ma non abbastanza da spaventarvi, se vi piacciono le mandorle. Conoscete le mandorle giordane? Sono ricoperte di zucchero candito duro, di diversi colori. Qualcuno ha fatto dei buchi, li ha riempiti di cianuro e poi ha ricoperto di nuovo le mandorle, in modo tale che il foro si sarebbe notato difficilmente senza cercarlo di proposito. ― Cramer sollevò le spalle e le lasciò ricadere. ― Dite che la scatola di canditi era un punto di partenza? Bene, io sono partito e dove sono arrivato? Nel vostro studio, a dirvi che sono a un punto morto e con quel maledetto Goodwin che sghignazza.
― Non badate al signor Goodwin. Archie, non irritatelo! Però voi non siete partito, signor Cramer: vi siete semplicemente limitato ai preparativi per la partenza. Può darsi che non sia troppo tardi. Se, per esempio...
Wolfe si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi. Osservai il movimento quasi impercettibile delle sue labbra: dentro e fuori, pausa, di nuovo dentro e fuori. E poi ancora...
Cramer mi guardò, inarcando le sopracciglia. Io annuii e gli dissi: ― Calma, ci sarà un miracolo: aspettate e vedrete.
― Zitto, Archie ― borbottò Wolfe.
Cramer mi fissò e io gli strizzai l'occhio. Dopodiché ci limitammo a restare seduti. Se la cosa fosse andata per le lunghe, avrei dovuto uscire dallo studio per andare a farmi una risata: Cramer era buffissimo. Sedeva rattrappito, timoroso del minimo movimento per non disturbare il genio di Wolfe all'opera; non scuoteva neppure la cenere dal sigaro. Devo ammettere che era veramente a un punto morto. Continuò a guardarmi per dimostrare che stava facendo qualcosa.
Finalmente Wolfe si stirò, apri gli occhi e parlò: ― Signor Cramer. Questo è proprio un invito alla fortuna. Potreste incontrarvi con il signor Goodwin domani mattina alle nove, presso la sede del signor McNair, e portare con voi cinque scatole di quel Misto Royal?
― Certo. E poi?
― Be'... Provate a fare così. Pronto con il blocco, Archie?
Aprii a una pagina bianca.
Tre ore più tardi, dopo cena, alle dieci andai sulla Broadway a caccia di una scatola di Misto Royal Bailey. Poi rimasi seduto nello studio fino a mezzanotte con la scrivania coperta da canditi e memorizzai un codice.