Capitolo 4

Quella riunione fu un vero spasso. Mi è capitato in seguito diverse volte di sfogliare le pagine del blocco su cui avevo preso nota della scena, solo per divertirmi a rileggerle. Dudley Frost era una delle pochissime persone che si siano mai sedute nello studio e siano riuscite a far tacere Nero Wolfe in virtù della loro eloquenza. Naturalmente Dudley Frost ci riuscì più grazie al volume che alla forza delle parole, comunque ci riuscì.

Arrivarono poco dopo le tre. Fritz li fece entrare nello studio. Per prima entra Calida Frost, madre di Helen e zia Callie di Lew... Anche se suppongo sarebbe più corretto presentarla come signora Frost, dato che non siamo mai diventati amici per la pelle. Era la donna di media altezza, con la schiena diritta e la bocca orgogliosa, che avevo visto da McNair. Era attraente e ben fatta, con occhi profondi e decisi di uno strano colore, qualcosa come il marrone rossiccio della birra scura; nessuno avrebbe mai pensato che fosse tanto matura da essere la madre di una dea adulta. Dudley Frost, il padre di Lew, pesava circa novanta chili, essenzialmente di muscoli, non di grasso. Aveva capelli grigi e curatissimi e baffi altrettanto grigi. Una qualche brutale collisione gli aveva spinto il naso leggermente fuori centro, ma solo un osservatore attento come me l'avrebbe notato. Indossava un elegante abito grigio a righe ed esibiva un fiore rosso all'occhiello.

Llewellyn andò alla porta dello studio, li accompagnò nella stanza e li presentò. Dudley Frost borbottò un "Piacere" a Wolfe e ne concesse uno anche a me. Io stavo disponendo le sedie. Dudley Frost si rivolse al nostro cliente: ― Cosa c'è ora? Qual è il problema, figliolo? Stai attenta, Calida, la tua borsa sta per cadere. Cosa succede, signor Wolfe? Speravo di poter andare a giocare un po' a bridge, oggi pomeriggio. Ci sono difficoltà? Mio figlio mi ha spiegato... E l'ha spiegato anche alla signora Frost, mia cognata... Abbiamo pensato fosse meglio per Lew che venissimo subito qui...

Llewellyn lo interruppe. ― Il signor Wolfe vuole diecimila dollari.

Frost padre ridacchiò. ― Santo cielo, li vorrei anch'io. Anche se c'è stato un tempo in cui... Ma ormai è passato. ― Guardò Wolfe e, cambiando ritmo, domandò: ― Perché volete diecimila dollari, signor Wolfe?

Wolfe aveva un'aria tetra; aveva già capito cosa lo aspettava. Rispose in uno dei suoi più profondi toni di voce: ― Per depositarli nel mio conto in banca.

― Ah! Bene. Giustissimo: me la sono voluta. Strettamente parlando, era l'unica risposta corretta alla mia domanda. Avrei dovuto dire... Vediamo: per quale ragione vi aspettate che qualcuno vi dia diecimila dollari? E da chi ve li aspettate? Spero non da me, perché io non li ho. Mio figlio ci ha spiegato che, in un attacco di follia, vi aveva assunto in prova per un certo incarico. Lui è un somaro, ma di sicuro non vi aspetterete che vi dia diecimila dollari solo perché è un somaro, vero? Spero di no, perché non li ha neppure lui. E neanche mia cognata li ha... Non è vero, Calida? Cosa ne pensi, Calida? Devo continuare? Credi che serva a qualcosa?

La signora Frost stava fissando Wolfe e non si prese la briga di voltarsi verso il cognato. Cominciò a parlare con un tono di voce basso e piacevole.

― Penso che la cosa più importante sia spiegare al signor Wolfe che è saltato a una conclusione sbagliata a proposito di quanto ha detto Helen. ― Sorrise a Wolfe. ― Mia figlia Helen. Prima di tutto però, visto che Lew ha ritenuto necessario che venissimo qui, forse è meglio sentire cos'ha da dirci il signor Wolfe.

Wolfe puntò gli occhi semichiusi sulla donna. ― Ho molto poco da dire, signora. Vostro nipote mi ha incaricato di svolgere un'indagine e mi ha persuaso a compiere un passo senza precedenti, che per me è stato estremamente sgradevole. Avevo appena cominciato quando il signor Frost mi ha informato che non se ne faceva più niente e mi ha chiesto quanto mi doveva. Io gliel'ho detto. E, considerate le insolite circostanze, ho richiesto un pagamento immediato in contanti. In preda al panico, il signor Frost ha telefonato a suo padre.

La signora aggrottò le sopracciglia. ― E avete chiesto diecimila dollari?

Wolfe inclinò impercettibilmente la testa e la risollevò.

― Ma signor Wolfe... ― La donna esitò un attimo. ― Ovviamente non ho familiarità con il vostro mestiere ― gli sorrise ― o si tratta di una professione? Ma di certo si tratta di una somma notevole. È la vostra tariffa normale?

― Adesso statemi a sentire. ― Dudley Frost aveva continuato ad agitarsi sulla sedia. ― Dopotutto la questione è semplice; ci sono solo alcuni punti da mettere in chiaro. Innanzi tutto, l'incarico era solo di prova. Doveva esserlo, perché come faceva il signor Wolfe a dire che sarebbe o non sarebbe riuscito a risolvere il caso finché non fosse andato là ed avesse esaminato la situazione? In secondo luogo, possiamo valutare il tempo del signor Wolfe a venti dollari l'ora: Lew gli deve quaranta dollari. Ho pagato tariffe più basse a ottimi avvocati. Terzo, non ha senso parlare di diecimila dollari, perché non li abbiamo. ― Si sporse in avanti e piazzò una mano sul ripiano della scrivania. ― Vi sto parlando in tutta franchezza, signor Wolfe: mia cognata non ha un soldo, nessuno lo sa meglio di me. Sua figlia, mia nipote, possiede tutto quanto resta del patrimonio di suo padre. A eccezione di Helen, siamo una famiglia povera. Mio figlio pensa di avere iniziato una buona attività, ma l'ha già pensato altre volte. Dubito che riuscireste a incassare, ma naturalmente l'unico modo per accertarlo sarebbe un'azione legale. Cosa che si trascinerebbe per le lunghe, e, prima o poi, voi accettereste un compromesso.

Il nostro cliente l'aveva chiamato diverse volte "Papà!... Papà!", cercando di interromperlo, ma senza successo. Adesso Llewellyn tese una mano e la strinse sul ginocchio del padre. ― Stammi a sentire un momento! Se mi lasci parlare un attimo... Il signor Wolfe non trascinerà proprio niente per le lunghe! L'ispettore Cramer verrà qui alle sei per mettere a confronto le loro opinioni. Le opinioni a proposito di questa storia!

― E allora? Non c'è bisogno che tu mi stritoli una gamba. E chi diavolo è l'ispettore Cramer?

― Sai benissimo chi è: il capo della squadra Omicidi.

― Ah, quello. Come fai a sapere che sta venendo qui? Chi te l'ha detto?

― Ha telefonato poco prima che io ti chiamassi. Per questo ho chiesto a te e alla zia Callie di venire subito qui.

Vidi apparire un lampo negli occhi di Dudley Frost, anche se fu velocissimo, e mi chiesi se l'avesse notato anche Wolfe. Il lampo scomparve altrettanto velocemente. ― Chi ha parlato con l'ispettore Cramer? Tu? ― domandò Dudley a suo figlio.

― No. Io ― intervenni brusco.

― Ah! ― Dudley Frost mi fece un ampio sorriso astuto. Trasferì il sorriso a Wolfe e poi di nuovo a me. ― A quanto pare vi siete dati parecchio da fare. Naturalmente capisco che organizzare una telefonata mentre mio figlio era qui, nel vostro studio, era il modo migliore per rafforzare la vostra minaccia. Ma il punto è che...

― Archie, portatelo via ― scattò Wolfe.

Posai penna e blocco sulla scrivania e mi alzai in piedi. Si alzò anche Llewellyn, che rimase in piedi come un piccione. Notai che sua zia si limitò a inarcare leggermente un sopracciglio.

Dudley Frost scoppiò a ridere. ― Andiamo, signor Wolfe! Rimettiamoci a sedere, ragazzi. ― Ridacchiò. ― Santo cielo, non vi biasimo certo per aver cercato di impressionarci. Era naturale...

― Signor Frost. ― Wolfe agitò un dito. ― La vostra convinzione, secondo cui io ho bisogno di fingere una telefonata per impressionare vostro figlio, è estremamente offensiva. Ritirate quello che avete detto o andatevene.

Frost rise di nuovo. ― Be', diciamo che l'avete fatto per impressionare me.

― Questo, signore, è ancor peggio.

― Allora mia cognata. Sei impressionata, Calida? Io devo ammettere di esserlo. A mio parere, la situazione è in questi termini: il signor Wolfe vuole diecimila dollari; se non li ottiene, intende parlare con l'ispettore Cramer ― dove e quando non importa ― e informarlo che Helen ha detto di aver visto la scatola di canditi prima di Molly Lauck. Naturalmente Helen non gli ha mai detto niente del genere, ma questo non impedirà alla polizia di tormentarla e forse di tormentare anche tutti noi. E la cosa potrebbe perfino finire sui giornali. Nella mia posizione di amministratore fiduciario del patrimonio di Helen, ho una responsabilità pari alla tua, Calida, anche se lei è tua figlia. ― Si voltò verso Llewellyn. ― È tutta colpa tua, Lew. Completamente. Sei stato tu a fornire l'occasione a questo Wolfe. Non hai ancora imparato...

Wolfe si sporse al massimo sulla poltrona e tese una mano, finché la punta delle dita arrivò a un paio di centimetri dal cappotto di tweed marrone della signora Frost. Si rivolse a lei: ― Vi prego. Fatelo smettere.

La donna si strinse nelle spalle. Suo cognato continuava imperterrito. La signora si alzò di scatto dalla sedia, aggirò i suoi parenti e venne verso di me. Si avvicinò abbastanza per domandarmi calma: ― Avete un buon whisky irlandese?

― Certo. Nient'altro?

Annuì. ― Preparatelo liscio. E doppio. Con un po' d'acqua a parte.

Andai al bar, presi la bottiglia di Old Corcoran, versai una dose doppia e versai anche un bicchiere d'acqua a parte. Sistemai il tutto su un vassoio-tavolino che piazzai accanto alla sedia dell'oratore. Frost guardò prima il vassoio e poi me.

― E questo cos'è? Dov'è la bottiglia? ― Alzò il bicchiere, lo mise sotto il naso storto e annusò. ― Ah! Bene. ― Osservò il gruppo. ― Nessuno mi fa compagnia? Calida? Lew? ― Annusò di nuovo il whisky. ― No? Allora, alla salute dei Frost, vivi e morti. Che Dio li benedica! ― Non sorseggiò il whisky e neppure lo mandò giù in un fiato: lo bevve come latte. Prese l'acqua, ne bevve un sorso - circa mezzo cucchiaino da tè - rimise giù il bicchiere e poi si appoggiò allo schienale della sedia, carezzandosi pensosamente i baffi con la punta delle dita. Wolfe lo stava osservando come un falco.

La signora Frost domandò tranquillamente: ― Cos'è questa storia dell'ispettore Cramer?

Wolfe si voltò verso di lei. ― Nessuna storia, signora. Solo quello che vi ha detto vostro nipote.

― L'ispettore Cramer viene qui per consultarvi?

― È quello che ha detto.

― A proposito della... della morte della signorina Lauck?

― Così ha detto.

― Non è... ― Esitò. ― È normale che la polizia discuta con voi gli affari dei vostri clienti?

― È normale che io discuta con chiunque possa avere informazioni utili. ― Wolfe diede un'occhiata all'orologio. ― Vediamo se riusciamo a metterci d'accordo, signora Frost. Sono le quattro meno dieci e io non permetto assolutamente che qualcosa possa interferire con la mia abitudine di restare dalle quattro alle sei con le mie piante, al piano di sopra. Come vostro cognato ha detto con stupefacente coerenza, la questione è semplice: non sto dando un ultimatum al signor Llewellyn Frost; gli sto semplicemente offrendo un'alternativa. O lui mi paga immediatamente la somma che gli avrei addebitato per portare a termine l'incarico e salda il debito - e lui sapeva prima ancora di venire da me che io addebito parcelle molto alte per i miei servizi - oppure decide di farmi portare a termine le indagini e aspetta che gli mandi il conto. Naturalmente, per me sarebbe molto più difficile se la sua stessa famiglia cercasse di ostacolare...

La signora Frost scosse la testa. ― Non abbiamo intenzione di ostacolarvi ― disse gentilmente. ― Ma è chiaro che avete frainteso un'affermazione che mia figlia Helen ha fatto mentre la interrogavate, e noi... Be', naturalmente siamo preoccupati per questo. E poi... Se state per parlare con la polizia, sarebbe certo auspicabile che voi capiste...

― Io capisco, signora Frost. ― Wolfe guardò di nuovo l'orologio. ― Voi vorreste essere certa che non informerò l'ispettore Cramer della frase di vostra figlia che io avrei frainteso. Mi dispiace, ma non posso impegnarmi su questo punto, a meno che non mi venga immediatamente tolto l'incarico, con relativo pagamento a saldo, oppure che il signor Llewellyn Frost e, date le circostanze, anche voi e vostro cognato mi confermiate che devo proseguire le indagini per cui ero stato assunto. Vorrei aggiungere che tutti voi mi sembrate irragionevolmente allarmati, cosa che ci si può forse aspettare da persone nella vostra posizione sociale. È altamente improbabile che vostra figlia sia in qualche modo coinvolta nell'assassinio della signorina Lauck; se per caso fosse in possesso di un'informazione importante, che per discrezione ha deciso di non rivelare, prima ne parlerà e meglio sarà. Prima che la polizia ne abbia in qualche modo sentore.

La signora Frost aggrottò la fronte. ― Mia figlia non possiede alcuna informazione.

― Senza offesa: preferirei chiederglielo di persona.

― E voi... Voi volete che noi vi permettiamo di continuare. In caso contrario, intendete dire all'ispettore Cramer...

― Non ho detto cosa intendo fare.

― Però vorreste continuare.

Wolfe annuì. ― O così, oppure il saldo immediato della parcella.

― Senti, Calida. Stavo pensando... ― Era Dudley Frost. Si raddrizzò sulla sedia. Vidi Wolfe appoggiare le mani sui braccioli della poltrona. Frost proseguì: ― Perché non facciamo venire qui Helen? Questo Wolfe sta bluffando. Se non stiamo attenti, ci ritroveremo a dover sputare diecimila dollari di Helen e, dato che ne sono responsabile io, sta a me impedirlo. Lew dice che avrà i soldi entro la settimana prossima, ma gli ho già sentito dire storie del genere. Un amministratore fiduciario ha il sacro obbligo di conservare integro il patrimonio che gli è stato affidato. E non possiamo pagare con gli interessi attivi, perché li hai spesi tu. L'unico modo per scoprire il bluff di questo individuo...

Stavo per andare al bar per preparare un altro po' di whisky irlandese, visto che a quanto pareva la dose precedente era già stata assimilata, quando capii che non era necessario. Wolfe allontanò la poltrona dalla scrivania, si alzò, aggirò la scrivania e si fermò davanti a Llewellyn. Parlò a voce abbastanza alta da sovrastare il chiasso di Dudley Frost.

― Devo andare, grazie a Dio. Potrete comunicare la vostra decisione al signor Goodwin. ― Si avviò verso la porta e, quando Dudley Frost lo chiamò, non si fermò.

― Ehi! Non potete scappare via così! Va bene, va bene! ― Dopo che il suo bersaglio fu uscito, si rivolse alla cognata: ― Non te l'avevo detto, Calida, che dovevamo scoprire il suo bluff? Hai visto? In casi come questo basta solo...

La signora Frost non si era presa il disturbo di voltarsi per assistere all'uscita di Wolfe. Llewellyn si era fatto avanti per un'altra presa al ginocchio di suo padre e stava pregando: ― Dài, papà. Smettila... Ascoltami un momento...

Mi alzai in piedi e dissi: ― Se desiderate discutere la questione tra di voi, vi lascerò soli per un po'.

La signora Frost scosse il capo. ― Grazie, ma non credo sia necessario. ― Si rivolse al nipote e gli parlò seccamente: ― Lew, sei stato tu a mettere in moto questa storia: a quanto pare dovrai continuarla.

Llewellyn le rispose; suo padre si unì alla conversazione. Io non badai a nessuno: andai alla mia scrivania e infilai un foglio nella macchina per scrivere. Battei la data in cima e scrissi il testo.

 

A Nero Wolfe.

Vi prego continuare, fino a ulteriore comunicazione, le indagini relative all'omicidio di Molly Lauck per le quali vi ho assunto ieri, lunedì 30 marzo 1936".

 

Estrassi il foglio dalla macchina per scrivere, lo misi su un angolo della scrivania di Wolfe e porsi a Llewellyn la mia penna. Il giovane si piegò sul foglio per leggerlo. Suo padre balzò in piedi e gli diede uno strattone.

― Non firmare! Che cos'è? Fammi vedere! Non firmare niente!

Llewellyn si arrese. Frost padre, accigliato, lesse il foglio due volte. La signora Frost tese una mano per averlo e lo lesse con un'occhiata. Mi guardò.

― Non credo che mio nipote debba firmare qualcosa...

― Io credo di sì. ― Ormai ero nauseato quanto Wolfe. ― C'è una cosa di cui voi tutti non sembrate rendervi conto: se il signor Wolfe dovesse ritenersi esonerato dai suoi obblighi nei confronti del cliente e dicesse all'ispettore Cramer la sua opinione a proposito di ciò che ha detto la signorina Frost, allora non ci sarebbe più niente da fare. Quando Cramer lavora per una settimana su un caso d'omicidio di grande risonanza e non ottiene risultati, diventa così duro da inghiottire i suoi sigari tutti interi. Naturalmente non picchierà la signorina Frost con un tubo di gomma, ma la farà portare alla centrale di polizia e le urlerà in faccia per tutta la notte. Non vorrete certo...

― Va bene. ― Adesso Dudley Frost aveva rivolto a me il suo cipiglio. Mio figlio desidera che Wolfe continui. Fin dall'inizio ho pensato che questa fosse la decisione migliore, ma mio figlio non firmerà questo foglio. Non firmerà niente...

― Sì, invece. Firmerà. ― Presi il foglio da Calida Frost e lo rimisi sulla scrivania. ― Di cosa avete paura? ― Alzai le mani. ― Santo cielo! Voi siete tre e io sono solo. Non ci saranno problemi di memoria. E cosa c'è scritto poi? Dice: "Fino a ulteriore comunicazione". Il signor Wolfe ha detto che potete comunicare a me la vostra decisione. Bene, io devo avere un documento che la provi. Altrimenti vi assicuro che farò io stesso due chiacchiere con l'ispettore Cramer.

Lew Frost guardò sua zia, suo padre e poi me. ― È davvero un bel pasticcio. ― Fece una smorfia disgustata. ― Se in questo momento avessi diecimila dollari, vi giuro davanti a Dio...

― State attento ― lo interruppi. ― Quella penna a volte perde. Forza, firmate.

Mentre gli altri due lo osservavano accigliati, Llewellyn Frost si piegò sul foglio e scarabocchiò il suo nome.