Capitolo XXXII

Lars li accompagnò a bordo di una golf car attraverso un'entrata laterale riservata ai VIP. Aveva avuto l'accortezza di riservare loro un tavolo a soli tre metri dal palco. Mortimer non potè reprimere un largo sorriso stupito.

Il locale era splendido.

Era strutturato come un grande palco d'orchestra, con la sala che si ampliava e si sollevava gradatamente dal podio fino all'entrata principale. Il piano del palcoscenico sporgeva in fuori a semicerchio, costeggiato da tavolini. Alle spalle di Mortimer si allungavano altre due file parallele di tavolini, e dietro a questi si sviluppava il locale vero e proprio, con tavoli sparsi, banconi del bar lungo ogni parete e donne in minigonna e lustrini che giravano fra i tavoli, consegnando drink e flirtando con i clienti.

Un pezzo degli Smash Mouth esplose dagli altoparlanti, seguito da un brano strumentale di ottoni dal gusto new pop.

In alto, ragazze in bikini dondolavano su trapezi, mandando saluti e baci ai clienti. Ogni tanto, un faretto puntava una di loro, che si produceva in semplici acrobazie strappando l'applauso entusiasta della platea.

Il sorriso si afflosciò sul volto di Mortimer quando pensò ad Anne. Aveva eseguito un numero sul trapezio? Chi erano queste donne? Mogli, sorelle e figlie. Non voleva pensarci, altrimenti avrebbe rovinato tutto.

Una brunetta favolosamente snella con i lineamenti aquilini porse a Bill e Mortimer la lista dei drink.

«Non vedo nessuna di quelle schifezze marcate Freddy's». Osservò Bill.

«Bene». Mortimer indicò il Jack Daniel's incluso nella lista.

«Solo sei dollari alla bottiglia. Pensi che sia un errore di stampa»

«Deve essere un liquore contraffatto che spacciano per Jack Daniel's», disse Bill. «Per me va bene, se sei d'accordo». Ordinarono una bottiglia di Jack Daniel's e la cameriera disse che sarebbe tornata con il menù.

Bill guardò Mortimer per un lungo istante, poi disse: «Non hai ancora menzionato tua moglie».

«Dovrà aspettare». Mortimer sorrise. «Ho avuto un'illuminazione».

«Be', io non ne capisco niente, ma non vomiti più come prima».

«Cosa?». Mortimer lo guardò sconcertato.

«Quando ci siamo conosciuti», disse Bill. «Sembrava che passassi il tuo tempo a vomitare».

«Non rompere».

La cameriera arrivò con una bottiglia di Jack e due bicchieri. I due uomini rifiutarono cortesemente il ghiaccio e la ragazza versò tre dita di whisky in ogni bicchiere.

«Volete ordinare?»

«Sul menù c'è scritto "bistecche"», disse Mortimer.

La cameriera annuì.

«Vere bistecche?», insistette Mortimer. «Non bistecche di ratto o bistecche fatte con l'imbottitura dei divani o con la soia verde o altra roba simile? Bistecche di vero bovino?»

«Costate di manzo».

«Due costate, patate e la verdura più fresca che avete», ordinò Mortimer.

La donna prese nota e si allontanò.

«Vere bistecche», ripeté Bill con un fischio di ammirazione. «Voglio proprio sapere quanto le fanno pagare. Un occhio della lesta. Ci scommetto».

«Due occhi della testa», disse Mortimer. «Ma non mi importa». Bevuto il liquore, guardarono increduli i bicchieri e la bottiglia. «Sono io», disse Bill, «o questo Jack Daniel's è realmente fantastico?»

«Lo penso anch'io. Sarà autentico?».

Bill scosse la testa. «È troppo a buon mercato. Forse è solo che ci eravamo abituati a quelle porcherie di Freddy».

Scoppiarono a ridere.

«Non saprei. Dopo un po' quella Bionda Annacquata comincia a piacerti», commentò Mortimer con un ampio sorriso.

Bevvero un altro sorso di Jack Daniel's, squisito quanto il primo.

Mortimer provò una piacevole sensazione di calore. Partiva dalla pancia e si irradiava in ogni parte del corpo, rendeva la lista più leggera. Alzò lo sguardo e sorrise a una delle trapeziste. Batté il piede a ritmo di un brano intitolato I Touch Myself cercò di ricordare quale gruppo lo suonasse.

Si avvicinò la cameriera e posò la mano morbida sulla spalle di Mortimer. «Lo chef sta per mettere le vostre bistecche sulla griglia. È tutto a posto qui?»

«Forse può aiutarmi», disse Mortimer. «Sto cercando Anne Tate. Mi hanno detto che lavora qui». Una luce si accese negli occhi della cameriera. «Oh, sì. Mi sembra di conoscerla». Corrugò lievemente la fronte. «Ma è da un po' che non la vedo. Sono tante le persone che vengono assunte. Posso informarmi».

«Gliene sarei grato. Sono... diciamo un vecchio amico».

«Nessun problema».

«Ehi!». Bill sollevò il bicchiere e fece roteare il liquore ambrato nel vetro. «Che roba è?».

La cameriera lo guardò pensando che fosse una domanda trabocchetto. «Jack Daniel's».

«Lo so. Voglio dire, chi lo produce? Praticamente ha il gusto di quello autentico».

«È autentico», replicò la donna. «La distilleria non ha mai chiuso. Può leggere qui dietro». Ruotò la bottiglia perché Bill potesse leggere l'etichetta posteriore.

«Che io sia dannato», disse Bill. «Lo producono ancora» Strizzò gli occhi cercando di decifrare i caratteri piccoli sull'etichetta.

«Leggi», lo incoraggiò Mortimer.