tabella 10

I gruppi che influenzerebbero la politica americana
nel Medio Oriente
Partecipanti ufficiali e non ufficiali

 

Partecipanti ufficiali

 

il presidente e i suoi collaboratori della Casa Bianca

il dipartimento di Stato il Pentagono

la cia (come fonte di informazioni)

i comitati chiave del Congresso

 

Partecipanti non ufficiali

 

a) società petrolifere con interessi petroliferi nel Medio Oriente (cercano di tutelare ed estendere i loro interessi e pertanto favoriscono la comprensione e la simpatia per quanto concerne le aspirazioni e le politiche arabe)

b) società petrolifere con interessi esclusivamente interni (sono favorevoli al perpetuarsi dell’attuale politica mirante a escludere il petrolio straniero dal mercato degli Stati Uniti e sono pertanto ostili a ogni riavvicinamento generale Stati Uniti - Paesi arabi)

c) altre industrie produttrici di energia (anch’esse ostili a ogni rilassamento degli attuali controlli sulle importazioni negli Stati Uniti di petrolio straniero a buon mercato)

d) uomini politici nelle cui circoscrizioni elettorali esiste una considerevole popolazione ebraica (costoro adottano logicamente un atteggiamento filoisraeliano nelle votazioni al Congresso e pronunciano appropriati discorsi)

e) organizzazioni prosioniste dell’ebraismo americano

f) il Consiglio americano per il giudaismo (questo organismo è antisionista e si oppone agli clementi filoisraeliani)

g) enti accademici particolarmente interessati agli studi sugli arabi o sul Medio Oriente (si identificano di solito con i punti di vista arabi e cercano simpatizzanti delle richieste arabe)

 

In una società sofisticata, con la sua complessa struttura industriale e sociale, vi sono centinaia di organizzazioni che, qualunque sia il loro scopo principale, agiscono inoltre come gruppi di pressione e tentano di influenzare le decisioni politiche in modo da tutelare gli interessi dei loro membri. Queste organizzazioni rifletteranno, con i loro atteggiamenti divergenti, la diversità di una società complessa. Nei paesi economicamente retrogradi, però, la struttura della società è più semplice e ogni conflitto di interessi, sebbene altrettanto forte, viene sfruttato in un campo più limitato e con un minor numero di partecipanti. In Africa, a sud del Sahara, i gruppi religiosi sono in genere frazionati e apolitici e, ove la comunità commerciale locale è ancora relativamente piccola e debole, le maggiori forze politiche sono limitate a pochi raggruppamenti:

 

gruppi tribali e altri gruppi etnici

sindacati

associazioni di studenti e di laureati

funzionari dello Stato e ufficiali delle forze armate

gli attivisti del partito politico dominante

 

In gran parte dell’Africa occidentale si dovrebbe aggiungere l’associazione dei commercianti dei mercati locali e, nelle zone settentrionali, le tradizionali strutture della leadership musulmana. In Asia, i gruppi religiosi e i loro capi dovrebbero essere aggiunti all’elenco e in taluni paesi (come Formosa, Thailandia, Corea del Sud e Hong Kong) la classe commerciale locale riveste una certa importanza. Mancano da tutti gli elenchi gli interessi commerciali stranieri, che possono avere un ruolo importante o addirittura dominante, ma che rappresentano un problema particolare, già trattato nel capitolo secondo. Tuttavia, quali che siano i gruppi che dominano la scena politica nel nostro paese bersaglio in tempi normali, le particolari circostanze del colpo di Stato significano che soltanto alcuni elementi tra essi rivestiranno importanza per noi.

Le forze politiche possono intervenire contro il colpo di Stato in due modi:

a) possono chiamare a raccolta e spiegare le masse, o una parte delle masse, contro il nuovo governo;

b) possono manipolare mezzi tecnici da esse controllati, allo scopo di opporsi al consolidamento del nostro potere.

L’azione dei capi individuali, politici, religiosi, etnici o intellettuali, che potrebbero avvalersi contro di noi della struttura del loro partito o della loro comunità, costituisce un esempio del primo tipo di intervento; uno sciopero del personale del servizio radiotelevisivo è un esempio del secondo tipo. Uno sciopero generale assocerebbe, in effetti, entrambi i tipi di intervento.

 

 

NEUTRALIZZAZIONE
DELLE FORZE POLITICHE
]IN GENERALE[

 

La politica, come l’economia, ha la sua infrastruttura. Così come l’industria e il commercio richiedono uno sfondo di infrastrutture come le strade, i porti e le fonti di energia, l’azione politica diretta richiede certe infrastrutture tecniche. La mobilitazione dell’opinione pubblica francese, che ebbe luogo durante il tentativo di colpo di Stato in Algeria e che fu la causa principale del suo insuccesso, non sarebbe stata possibile senza l’impiego di tutta una gamma di infrastrutture tecniche. Il governo fece appello alla pubblica opinione mediante i mass media, in particolare i servizi radiofonici e televisivi; i sindacati e altre organizzazioni coordinarono l’agitazione dei loro iscritti mediante una rete di diramazioni collegate con il comando centrale per mezzo dei servizi pubblici di telecomunicazioni; infine, le dimostrazioni di massa non avrebbero potuto aver luogo senza l’impiego di mezzi di trasporto pubblici e privati.

La nostra neutralizzazione generale delle forze «politiche» verrà condotta nei termini di questa infrastruttura. Ci impadroniremo, mantenendole, di quelle infrastrutture che saranno necessarie ai nostri scopi, mettendo temporaneamente fuori uso le altre. Se i mezzi di comunicazione e il sistema di trasporti sono sotto il nostro controllo, o per lo meno non funzionano, la minaccia potenziale posta dalle «forze politiche» sarà in vasta misura neutralizzata; i capi del governo ante-colpo di Stato saranno arrestati, in quanto fanno parte dell’infrastruttura e sarebbero probabilmente le maggiori fonti di ispirazione di ogni opposizione al colpo di Stato.56

Neutralizzeremo in particolare alcune forze politiche identificando e isolando la loro leadership e smembrandone l’organizzazione; ciò si renderà necessario soltanto per quelle forze che siano sufficientemente elastiche e militanti per intervenire contro di noi anche se l’infrastruttura sarà stata neutralizzata.

Entrambe le forme di neutralizzazione implicheranno la scelta di determinati obiettivi che saranno catturati o posti fuori uso da squadre57 formate con quelle forze dello Stato che avremo completamente sovvertito o, secondo la nostra terminologia, incorporato.

A meno che il nostro paese bersaglio sia particolarmente piccolo e abbia una struttura fisica e politica particolarmente semplice, il suo sistema di governo sarà complesso, le sue infrastrutture materiali saranno estese e le sue forze politiche saranno molte di numero, mentre la loro capacità di intervento potrà essere difficile a prevedersi.

Incominceremo, pertanto, analizzando la leadership governativa allo scopo di stabilire quali personalità dovranno essere isolate per la durata della fase attiva del colpo di Stato e quali potranno essere ignorate senza pericoli. Subito dopo, studieremo le infrastrutture materiali e sceglieremo quelle che, con ogni probabilità, rivestiranno importanza durante il colpo di Stato, allo scopo di predisporre la loro cattura o neutralizzazione. Infine, studieremo la probabile natura di quelle forze politiche che potrebbero ancora conservare un certo grado di capacità di intervento dopo le nostre misure «generali», in modo da essere pronti alla loro neutralizzazione individuale.

 

 

LE PERSONALITÀ DEL GOVERNO

 

Per quanto il nostro colpo eli Stato possa essere attuato senza spargimento di sangue, per quanto progressisti e liberali possano essere i nostri scopi, dovremo ugualmente isolare alcuni singoli individui durante, e immediatamente dopo, la sua attuazione. Di essi, il gruppo più importante sarà quello (ormato dalle figure più eminenti del regime ante-colpo di Stato o, in altri termini, dai leader del governo e dai loro stretti collaboratori, sia che essi siano ufficialmente uomini politici o no. I componenti del gabinetto (ormeranno un gruppo alquanto numeroso, da dieci a cinquanta persone: aggiungendo i loro collaboratori e i loro intimi consiglieri, alcuni dei quali potrebbero organizzare un’opposizione contro di noi, potremmo arrivare facilmente a un numero di persone quattro o cinque volte superiore. Oltre a essere scomodamente numeroso, questo gruppo sarà inoltre particolarmente deciso e pericoloso. La reputazione personale, la prestanza e l’autorità dei suoi componenti potrebbero essere tali da consentire loro di chiamare a raccolta contro di noi le forze disorganizzate dello Stato o le masse organizzate; potrebbero inoltre consentire a questi uomini di imporre la loro volontà alla squadra inviata a catturarli, tramutando quelli che sarebbero dovuti essere i catturatori in alleati. Il generale Challe, ad esempio, era considerato il patron dai sottufficiali dell’esercito (rancese in Algeria, e anello dopo il completo insuccesso del suo tentativo di colpo di Stato, il governo di Parigi non poté affidarlo a una scorta militare durante il viaggio verso la Francia e l’arresto e dovette ricorrere alle crs58 che non erano mai state sottoposte alla sua autorità militare. In fin dei conti, se un giovane soldato che agisce al di fuori delle sue mansioni familiari si trova di fronte a una personalità politica tutto il comportamento della quale è calcolato in modo da indurre la gente a ubbidirla, è difficile essere assolutamente certi che eseguirà gli ordini e non i contrordini che potrebbero essergli impartiti.

Il gran numero di persone da fermare e i loro possibili effetti di «radiazione» lasciano capire che le squadre inviate a arrestarle dovrebbero essere al contempo numerose e ben selezionate. Poiché le nostre risorse saranno limitate, questo a sua volta significherà che dovremo accentrare i nostri sforzi sui personaggi più importanti nell’ambito del gruppo, riservandoci di arrestare gli altri quando i nostri mezzi saranno stati potenziati dall’adesione dell’elemento «aspetta e sta’ a guardare». Non possiamo arrestare tutti coloro che possono costituire un eventuale pericolo, ma dobbiamo essere certi di trarre in arresto gli uomini realmente pericolosi, vale a dire le figure chiave della leadership, le quali possono o non possono venire prime nell’ordine di precedenza ufficiale.

La struttura formale del governo può essere suddivisa in due grandi categorie (come risulta dalla tabella 11): il tipo «presidenziale», in cui il capo dello Stato è anche colui che prende le maggiori decisioni (come negli Stati Uniti, in Francia e in quasi tutti gli Stati afro-asiatici), e il tipo «primo-ministeriale», in cui il capo dello Stato ha in vasta misura doveri simbolici o cerimoniali, mentre le vere decisioni vengono prese a un livello teoricamente più basso (come in Inghilterra, in India e in quasi tutta l’Europa, nonché nell’URSS).

 

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Una terza scelta, che non è affatto una struttura, ma il diniego di una struttura, piuttosto, è la forma di governo dell’«uomo forte». L’«uomo forte» può non essere un primo ministro e addirittura può non rivestire alcuna posizione ufficiale, ma governa effettivamente avvalendosi del gruppo politico ufficiale come di un paravento. Questo tipo di regime viene a determinarsi quando l’apparato dello Stato è indebolito a tal punto che soltanto il capo di qualche unità delle forze armate o della polizia è in grado di controllare la situazione e di restare al potere. Se questa persona è sia pur minimamente accettabile come capo politico, può assumere la carica formale e divenire anche il capo visibile del governo. Abd el-Nasser in Egitto e Reza Scià (il padre dell’attuale scià di Persia) riuscirono entrambi in ciò dopo un breve periodo di transizione, ma talora possono esservi ragioni razziali o religiose che impediscono all’«uomo forte» di salire a una posizione ufficiale. L’uomo che domina le baionette può essere totalmente inaccettabile come figura politica, ma può ugualmente governare in modo indiretto manovrando i capi ufficiali che egli tiene sotto controllo mediante la sanzione ultima del ricorso alla forza.

Quando, agli inizi del 1966, il governo siriano formato dall’ala moderata del partito B’aath, diretto da Michel Aflak, Salali Bitar e dal capo militare Hafez, fu rovesciato da una fazione di estrema sinistra del partito, la nuova leadership constatò che, pur controllando l’esercito e il paese, non poteva governare apertamente. Gli ufficiali dell’esercito che avevano diretto questo recente colpo di Stato erano troppo giovani, troppo sconosciuti e, soprattutto, si trattava di alawiti. Salali Jadid, il loro capo, è un nomo tetro e cupo che destava timore e odio tra quella piccola parte del pubblico dalla quale era conosciuto; e, fra tutte le comunità della Siria, quella degli alawiti è la meno prestigiosa. Ai tempi coloniali, i francesi avevano reclutato quasi tutte le loro forze di repressione, le Troupes Spéciales du Levant, tra le comunità della minoranza, soprattutto tra gli alawiti, e avevano concesso alla regione alawita nella Siria settentrionale una forma di autonomia, allo scopo (o così affermarono i nazionalisti) di spezzare l’unità nazionale siriana. Dopo l’indipendenza, la comunità sunnita, che aveva la maggioranza, considerò gli alawiti dei rinnegati e l’opinione pubblica avrebbe accettato soltanto con difficoltà un capo dello Stato alawita.

Salali Jadid sormontò questa difficoltà nominando tutti i ministri del gabinetto dopo averli scelti accuratamente in modo da arrivare a un equilibrio tra le varie comunità, pur riservando il potere di prendere le vere decisioni a un gruppo separato, il Consiglio rivoluzionario nazionale, presieduto da lui stesso. Così, sebbene la Siria abbia un presidente (Nureddin al-Atassi), un primo ministro (Yussef Zwayen) e un ministro degli Esteri (Ibrahim Makhus), tutte le decisioni politiche importanti sono prese da Jadid; i ministri si recano all’estero per visite ufficiali, pronunciano i discorsi pubblici e appaiono in tutte le pubbliche cerimonie, ma il potere non è nelle loro mani.

Il governo dei paesi «socialisti» è ufficialmente un governo di partito, ma tende a tramutarsi in uno dei due altri tipi; nella forma originaria, il reale potere politico è accentrato nel Comitato centrale o in qualche più alto consesso del partito, conte indica la figura 1.

Una volta escluse le figure puramente cerimoniali, il numero delle persone alle quali occorre ancora provvedere sarà ridotto e possiamo ridurlo ulteriormente applicando il nostro criterio del breve intervallo di tempo. Il ministro della Pianificazione economica può essere una figura cruciale del governo, la sua posizione come tecnocrate può essere inattaccabile, eppure egli può non essere in grado di schierare l’opinione pubblica contro di noi, oppure di affermare la propria autorità sulle forze armate. La natura drammatica del colpo di Stato ridurrà la vita politica alla sua ultima possibilità di difesa, la forza pura, e noi ci dedicheremo a

 

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