MISTIFICAZIONE

È strano, oggi a colazione affettando un salame ho trovato un dente. Ero ancora preso dallo schifo di questa scoperta, quando dalla bottiglia del latte è uscita una vivace lucertola. Ah, ho pensato, io non mangerò più, mi costringerò a un regime spartano di pane e acqua minerale. Nell’acqua della bottiglia ho visto galleggiare un foglietto e l’assurda idea di un naufrago che affida così al caso le sue ultime speranze mi ha deciso a rompere la bottiglia e a ricuperare il messaggio. A matita, nel foglio erano scritte queste parole: «Sono una giovane imbottigliatrice, mi annoio, chi trova questo biglietto mi scriva, inviando fotografia, scopo eventuale amicizia». Seguiva il nome e l’indirizzo. Quanto al pane, spezzettandolo, ci ho trovato dentro una piccola lima. Era, ho saputo poi, il pane speciale che il nostro fornaio, uomo senza scrupoli, fa per le famiglie dei carcerati che vogliono evadere, stanchi di attendere l’amnistia di Pasqua. Ho protestato egualmente e il fornaio, fissandomi con un dolce sorriso: «Stia zitto, le conviene» ha detto «dovrei farle pagare la differenza, perché la lima è di acciaio tedesco. E poi, una lima in casa serve sempre». Siamo dunque a questo punto: che non si è più sicuri di niente, e in tutto ciò che serve al nostro nutrimento si può nascondere l’insidia. Io guardo il panetto di burro e dico tra me: Lo apro? Non mi scoppierà tra le mani? Da certe uova fresche, che andavo rompendo, vedevo uscire una polvere gialla, nauseante, e infine un biglietto con su scritto: «Vale un punto». Portando cento di questi biglietti al pollaio, si può scegliere tra un servizio di bicchieri o un plaid di carta assorbente.

Del vino, non parliamone. Io usavo bere un vino bianco, secco, di marca: lo bevevo finché un giorno, rovesciandomene un bicchiere addosso, ho scoperto che come vino non vale niente, ma è invece un ottimo liquido per togliere le macchie. Proseguendo questo studio ho anche scoperto che molti liquori sono una mano santa per lucidare i mobili, e infatti nella mia modesta casa i mobili brillano. Il brodo compresso è sconsigliabile per fare il brodo ma si rivela insostituibile per conservare morbide le scarpe. Una minestra passabile l’ho ottenuta facendo fondere un cucchiaio di detersivo in polvere e lasciando cuocere per un quarto d’ora. Si può renderla più gustosa aggiungendovi delle pasticche di tranquillanti. Ma poiché il problema di fondo resta sempre aperto, io rifiuto il cibo e certe volte resto a letto e mangio il giornale del mattino.

In un sigaro ho trovato un garofano secco. Doveva trattarsi di uno di quei garofani che le sigaraie, sin dai tempi di Carmen, s’infilano all’orecchio per darsi un’aria spavalda. Ho messo il garofano tra le pagine di un libro e qui ho fatto una scoperta agghiacciante: le pagine del libro erano bianche, non c’era scritto niente. Eppure lo avevo comprato il giorno prima e i caratteri non avevano potuto svanire in una notte, se si pensa che libri stampati nel Cinquecento sono ancora leggibili. Ma il libraio mi ha assicurato: l’autore di quel libro (e non è poi il solo) non ha niente da dire e licenzia le sue opere così. Ne ha scritte dodici, volumi di versi e romanzi, e aspira al massimo premio letterario. Bene, ho pensato, qui non ci resta che la contemplazione della natura, andrò nei dintorni della città e placherò le mie angosce passeggiando nei luoghi resi sacri da una storia bimillenaria e dal ricordo dei poeti che amo, tra i quali, sopra tutti, Orazio. Primo intoppo: un vigile urbano mi ha fermato protestando che dalla mia automobile veniva un insopportabile puzzo di frittura, nocivo ai pedoni. Era vero. Abbiamo indagato la causa ed eccoci alla strana scoperta che, all’olio per il motore, le raffinerie mescolano ormai olio d’oliva che non saprebbero altrimenti come smerciare.

Quel giorno proseguii verso la campagna, pur oppresso dalla sgradevole sensazione di andare friggendo pesce guasto. La campagna è una mistificazione. Un bosco che io amavo è stato tagliato e con gli alberi ci hanno fatto dei cartelli inneggianti alla riforma agraria. Un colle è stato squartato per farne una cava di tufo, ma è crollato seppellendo un paese che vantava tra i suoi monumenti un’abbazia dell’XI secolo. I paesani vivono offrendo agli automobilisti, che attraversano quella disperata zona, funghi velenosi e polli quadrati, che acquistano in città, già in scatola, e che loro fanno rinvenire con un procedimento rozzo ma efficace, pompandoli con una comune pompa da bicicletta. È gente tranquilla, che ha un solo scopo nella vita, quello di mistificare gli abitanti della città, oppure di andarsene loro stessi in città per essere mistificati. Odiano talmente la natura che la domenica, quando non hanno niente da fare, strappano l’erba dai prati e gli arbusti dei fossi per affrettare le erosioni, le frane, le alluvioni.

Ho creduto di fare cosa saggia acquistando una enorme pagnotta di pane contadino, integrale, ricco di quegli elementi che nel pane di città sono introvabili. Ho dovuto buttarla in un fosso perché si muoveva da sola, e io non so ancora, né voglio saperlo, che razza di animale nascondesse quella crosta dorata: una lepre, un topo di campagna, un bambino?

Ieri parlavo con un mistico della maggioranza. Mentre parlava di Dio, dai suoi occhi uscivano donnine nude o in pagliaccetto, che egli non vedeva e che scoppiavano nell’aria con un soffio ovattato. Dalle orecchie gli uscivano biglietti di banca, contratti d’appalto, cambiali, lettere di raccomandazione di ministri. La conversazione diventa, così, difficile. Voi parlate tutta la sera di cifre e di acquisti e siete convinti di parlare di pittura, parlate di premi e di cenacoli e il discorso è sulla letteratura, parlate di sesso e credete di parlare di amore. Andate a una cena di gala in favore dei bambini abbandonati e vi accorgete che la maggior parte dei bambini abbandonati, che voi volete contribuire a soccorrere, sono stati partoriti da alcune signore presenti, già di facili costumi. Parlate con un generale: ha una crisi religiosa. Parlate con un religioso: ammira le teorie di Clausewitz sulla guerra totale. Parlate con un giovane rivoluzionario e dalle sue parole esce l’orrida ammirazione per tutte le cose che non possiede, gloria, denaro, donne, e che egli copre di insulti. Accarezzate una bambina, chiedendole quanti anni ha e che scuole frequenta e scoprite che ha già vinto un concorso di bellezza. Ecco un eroe: pensa alla famiglia e non si compromette più. Sfogliate la mitologia moderna: Ercole, il semidio, trova un impiego e le sue fatiche diventano vane ma retribuite. Gli idealisti non muoiono più in esilio, ma passano da una crisi politica a una crisi distensiva. Le donne evolute non hanno che uno scopo: cambiare sesso. Molti uomini pensano invece a un terzo sesso, che sta imponendo le sue leggi sociali, biologiche, e la sua letteratura. Oggi, quando nella bistecca ho trovato un ago per iniezioni, con il quale curavano certo quella povera mucca, ho sorriso. Non riesco più a preoccuparmi. Venga, o mistificazione, il tuo regno!

Tuttavia il desiderio di sopravvivere mi ha spinto verso un villaggio di pescatori, umile e saggia gente, che io amo e che avevo un po’ perso di vista. Pensavo: Tra i pescatori Gesù sceglieva i suoi apostoli ed è forse meglio andare alla sorgente. Sono entrato in una capanna. Stavano inebetiti davanti alla televisione. In un’altra capanna, il pescatore e la sua famiglia erano intenti a dipingere di rosso le branchie di certi pesci acquistati al mercato vicino e destinati forse alla fabbricazione delle colle. Li dipingevano di rosso per farli apparire freschi. Mi sono messo ad aiutarli.