18

FRATELLI DIVISI

I collaboratori d’alto livello di tutte e tre le famiglie reali erano così allarmati per gli articoli apparsi sui giornali e per le speculazioni sui social riguardo a una spaccatura tra i fratelli e le loro mogli che cominciarono a discutere apertamente del possibile impatto sulla monarchia se le cose non si fossero sistemate. Da mesi, i titoli in prima pagina si concentravano sul deterioramento dei rapporti tra le due coppie. E i commenti sui social erano altrettanto chiassosi. La situazione era talmente fuori controllo, dice una fonte, che «persino la regina era preoccupata».

Nella primavera del 2019 i funzionari dello staff reale si riunirono per valutare le possibili soluzioni. «Dobbiamo ideare un sistema per proteggere la monarchia, punto e basta» dichiarò uno di loro. «Non è un segreto, il suo futuro dipende unicamente dalle quattro persone che al momento vivono a Kensington Palace. La popolarità pubblica è nelle loro mani […] Quando [il principe di Galles] diventerà re, la monarchia durerà solo se quei quattro non saranno in guerra. Non possiamo permettere che accada.»

«Harry era arrabbiato per le ripercussioni pubbliche e per l’inesattezza di gran parte delle informazioni divulgate» aggiunge una fonte. «C’erano stati momenti in cui aveva avuto la sensazione che i collaboratori di suo fratello avessero rilasciato delle dichiarazioni per dare un’immagine positiva di William, anche a costo di distruggere lui. Era stato un periodo caotico e Harry era molto confuso. Non sapeva a chi o a cosa credere, e lui e William non si parlavano abbastanza, il che rendeva tutto assai più difficile.»

Questa fu di gran lunga la conseguenza più dannosa, perché riportava alla mente la fase della metà degli anni Novanta, alla fine del matrimonio di Carlo e Diana, in cui la stampa e l’opinione pubblica avevano messo esplicitamente in discussione la longevità della monarchia. Nonostante le proteste del personale di corte, secondo cui i fratelli andavano d’amore e d’accordo, i rumors non si erano zittiti.

Il 14 marzo 2019 Buckingham Palace annunciò che William e Harry sarebbero andati ciascuno per la sua strada separando i propri uffici.

«La regina ha acconsentito alla creazione di un nuovo ufficio per il duca e la duchessa di Sussex, dopo il loro matrimonio nel maggio scorso. L’ufficio, creato con il contributo della sovrana e del principe di Galles, vedrà la luce in primavera.»

L’ufficio di Harry e Meghan era un segreto di Pulcinella da novembre. Gli aiutanti di Palazzo si affrettarono a precisare che era una progressione naturale. I principi non erano più «i ragazzi», come li chiamava Diana, bensì uomini con caratteri, stili personali e ruoli costituzionali futuri molto diversi. Come dice un portavoce, erano su «strade divergenti».

Tutti pensavano che quando i fratelli avessero preso le necessarie distanze l’uno dall’altro, sarebbero riusciti a ricostruire il rapporto. «È molto improbabile che lavorino insieme» osservò all’epoca un membro dello staff reale. «Non è normale all’interno di una famiglia. È inevitabile che prima o poi emerga qualche tensione.»

A «tenere i cordoni della borsa» era il principe Carlo, che finanzia parecchie delle sue attività pubbliche, filantropiche e private con i proventi della sua proprietà, il ducato di Cornovaglia, e anche questo fu un fattore scatenante dei dissidi tra William e Harry. A volte i fratelli dovevano competere per ottenere nuovi fondi per i loro progetti dal padre, che copriva anche parte delle spese di Camilla e dei suoi figli (tra cui i guardaroba di Kate e Meghan). «Devono litigare per stabilire chi riceverà quale somma di denaro dal padre per sostenere i loro progetti» ci ha rivelato un aiutante di Palazzo. «Se si considera il fatto che esiste una gerarchia intrinseca, si capisce perché la situazione sia così complessa.»

«Pur essendo il padre di Harry, Carlo è anche il loro capo, e ciò complica il rapporto per una serie di ragioni» ci ha detto una fonte. «Carlo tiene molto alla sua immagine pubblica, e ci sono state occasioni in cui Harry ha avuto la sensazione che quest’ultima avesse la precedenza su tutto il resto.»

Harry non era il solo ad avere un rapporto difficile con il principe di Galles. «I ragazzi fanno il bello e il cattivo tempo con il padre» rivela una fonte, portando l’esempio della programmazione del servizio fotografico per il settantesimo compleanno di Carlo, che i principi definirono «un totale incubo».

«Nessuno dei due fu pronto ad assicurare la propria disponibilità» riferisce la fonte.

Un secondo aiutante di Palazzo, che partecipò alle riunioni sul futuro dei fratelli, spiega: «In questa famiglia, l’ordine di nascita determina la tua posizione di potere, perciò Harry è sempre arrivato secondo rispetto a William, soprattutto quando si tratta di finanziamenti. In passato è successo che Harry volesse farsi carico di progetti più importanti e svolgere più lavoro, ma non è riuscito a reperire i fondi. William ha sempre avuto la priorità. È così che funziona quando sei in affari con la tua famiglia».

I principi Andrea e Edoardo non lavorano con il fratello maggiore Carlo, perciò non hanno mai vissuto le stesse tensioni di William e Harry. Era comprensibile che Harry non volesse vivere all’ombra di William ora che stava per iniziare una vita con Meghan, commentano i membri dello staff reale.

Harry e Meghan desideravano creare un ufficio tutto loro a Windsor, con un team separato dagli altri. Ma i funzionari anziani non tardarono a bocciare tale idea.

Questi membri del personale di corte, che Diana chiamava «uomini in completo grigio», reputavano che fosse necessario tenere a bada l’interesse globale per i Sussex e la loro popolarità. Nel breve periodo trascorso dalle loro nozze da fiaba, Harry e Meghan avevano già cominciato a portare la monarchia a nuove vette in tutto il mondo, rendendola più accessibile per coloro che non avevano mai sentito un legame con quell’istituzione. Tuttavia occorreva richiamare la coppia all’ordine; altrimenti si sarebbe corso il rischio che la sua popolarità eclissasse quella della Royal Family.

«Per i funzionari di Palazzo che si chiedevano come gestire i Sussex, c’era un’altra figura capace di fare da modello alle giovani donne che sfruttano una posizione reale per iniziative benefiche internazionali: la madre di Harry» scrisse il redattore politico Tim Shipman nel Sunday Times, citando una fonte secondo cui «per loro il pericolo è che Meghan diventi più grande di Diana».

Meghan non godeva di un sostegno totale nell’istituzione della monarchia, e alcuni tabloid britannici la dipingevano come una minaccia, ma era entrata nelle simpatie di gran parte del pubblico. Per le persone, tanto nel Regno Unito quanto all’estero, Meghan era un’apripista, una donna che si muoveva con disinvoltura in un mondo prima considerato off-limits.

Le femministe elogiavano la sua attenzione instancabile alla responsabilizzazione delle donne attraverso l’influenza del suo nuovo ruolo reale. Il 10 gennaio 2019 Meghan annunciò il suo impegno verso Smart Works, un’organizzazione britannica che aiuta le donne a migliorare le proprie opportunità lavorative grazie a un servizio di consulenza e alla fornitura di un guardaroba professionale. La duchessa aveva collaborato privatamente con l’ente come volontaria, dando consigli alle assistite su come affrontare i colloqui e su quale abbigliamento scegliere. Juliet Hughes-Hallett, fondatrice di Smart Works ed ex redattrice di moda di British Vogue, imparò a conoscere Meghan nel corso di svariati mesi prima dell’annuncio, restando colpita dal suo senso pratico fin dalla prima visita nel marzo del 2018. «Era emozionata e ha voluto essere coinvolta fin dall’inizio» dice del contributo di Meghan al programma, che dal lancio nel 2013 ha aiutato migliaia di donne a trovare un lavoro. «Ciò che ci ha sorpresi di più sono state la sua empatia e la sua capacità di far sentire le donne al sicuro. Inoltre è molto simpatica.»

L’annuncio coincise con una visita pubblica alla sede dell’organizzazione a West London, dove risultò chiaro che Meghan era nel suo ambiente non appena arrivò, infilando la testa nell’ufficio sul retro per salutare alcuni membri dello staff, che ormai conosceva bene. «Non si tratta soltanto di donare vestiti e vedere dove finiscano, ma anche di essere partecipi del nostro successo reciproco come donne» osservò Meghan mentre aiutava a sistemare gli indumenti di seconda mano per una mamma di tre bambini, Patsy Wardally, un idraulico abilitato che cercava di rientrare nel mondo del lavoro dopo aver cresciuto una figlia autistica. La collaboratrice Marina Novis, che passò del tempo con la duchessa durante le sue numerose visite, afferma: «È straordinario vederla parlare con le candidate, perché le ascolta davvero e fa domande molto pertinenti. L’anno scorso [prima delle nozze] stava parlando con noi della sicurezza di sé, e le abbiamo chiesto: “Come fa ad averne così tanta?”. “Sto per assumere un ruolo importante, proprio in questo periodo. La cosa essenziale da fare è respirare e avere fiducia in se stessi” ha risposto».

Meghan infuse quella fiducia a tutti e quattro i suoi patronati, tra cui i due ricevuti da Sua Maestà: il National Theatre e l’Association of Commonwealth Universities (ACU), che unisce università e docenti di oltre cinquanta paesi per promuovere la conoscenza. «Tiene molto all’impatto delle arti, siano esse usate a scopo sociale per migliorare la salute o per favorire il senso di appartenenza» dichiara Rufus Norris, direttore artistico del National Theatre. «E che bel modo di applicare al suo nuovo mondo l’esperienza maturata in una dimensione che conosce benissimo.»

Le iniziative filantropiche di Meghan rispecchiavano esattamente i suoi interessi e le sue capacità. «Voleva che fossero un riflesso della sua personalità, delle sue competenze, e un’anticipazione dei numerosi ambiti che le sarebbe piaciuto esplorare come membro attivo della famiglia reale» spiega un aiutante di Palazzo. «La responsabilizzazione femminile e la diversità di genere saranno sempre un pilastro del suo lavoro.» Meghan inorridì quando notò la mancanza di entrambe durante una visita all’ACU a febbraio, dopo aver visionato i dati che rivelavano la prevalenza di uomini bianchi tra i docenti britannici. «Oddio» esclamò durante una conversazione con la dottoressa Rachel Cowan, la responsabile del piano di uguaglianza, diversità e inclusione all’Università di Manchester. «È scioccante vedere quanta strada resti da fare.»

Sostenitrice di lunga data del movimento animalista Adopt, Don’t Shop (Non comprare, adotta), Meghan diventò testimonial anche del centro veterinario Mayhew, dove, durante la seconda visita alla sede centrale nella zona nordoccidentale di Londra, disse all’amministratrice delegata Caroline Yates: «Gli animali sono una parte molto importante della mia vita. C’è un grande bisogno di strutture come questa – a Londra, nel Regno Unito e nel resto del mondo –, e purtroppo so quanto siano vitali i finanziamenti. Voglio aiutarvi a crescere in tutti i modi possibili».

I movimenti e il look di Meghan erano seguiti non solo nel Regno Unito, ma anche dalle più illustri pubblicazioni americane. Anna Wintour definì «fantastico» l’abbigliamento della duchessa al summit di Women in the World nell’aprile del 2019. «Di recente ho riflettuto spesso sui tailleur» disse al pubblico la direttrice di Vogue. «Grazie alla duchessa di Sussex!»

La creazione di uffici separati avrebbe permesso ai fratelli di occuparsi dei loro interessi e, allo stesso tempo, era finalizzata a rendere disponibili le risorse necessarie per le loro responsabilità in via di evoluzione. «I Cambridge e i Sussex hanno futuri diversi, dunque occorre prepararli entrambi al cambio di regno» affermò all’epoca un aiutante di Palazzo anziano, riferendosi a quando il principe Carlo diventerà re. «L’obiettivo finale è predisporre tutte le strutture possibili per dare loro un assetto permanente.»

Harry si rese conto che forse lui e Meghan non avrebbero avuto molto tempo per avere un impatto su scala globale. È consapevole, infatti, che quando George compirà diciotto anni e diventerà un membro senior attivo, tutta l’attenzione della monarchia si concentrerà sulla successione di Carlo, William e George, lasciando Harry in panchina, come accadde agli zii Edoardo e Andrea allorché Carlo e i suoi fratelli raggiunsero la maggiore età.

Nonostante i bei discorsi, i Sussex non si videro mai assegnare un ufficio per gestire i loro affari. Secondo una fonte fu messo in chiaro che non avrebbero ricevuto alcun trattamento preferenziale. La notizia fu un brutto colpo per i duchi ma, con una sorta di compromesso, ottennero un piccolo team a Buckingham Palace. Anche se non era tutto ciò che avevano chiesto, era più di quanto fosse in programma all’inizio: la proposta di condividere lo staff con altri membri della famiglia reale sotto il grande ombrello di Buckingham Palace.

Carlo voleva che la separazione non incidesse sui costi. Ma secondo alcuni aiutanti di Palazzo, William lottò perché fossero destinate risorse sufficienti al nuovo ufficio dei Sussex, affinché disponessero di uno spazio di lavoro adeguato e di un cospicuo budget per le comunicazioni. Il duca di Cambridge sapeva che i Sussex erano importanti per la Royal Family e che avevano bisogno di tutto il sostegno necessario. E ruoli secondari per Harry e Meghan avrebbero comportato maggior lavoro per i Cambridge. Nel corso di diverse settimane, William e il suo fedele segretario privato, Simon Case, parteciparono a incontri con i funzionari anziani di Buckingham Palace per assicurarsi che Harry e Meghan ricevessero il miglior trattamento possibile.

Con i nuovi fondi, la coppia poté assumere Sara Latham, stimatissima esperta di pubbliche relazioni ed ex funzionaria dell’amministrazione Clinton, incaricandola di gestire la strategia comunicativa per l’ufficio dei Sussex.

Sara, che ha la doppia cittadinanza americana e britannica, aveva collaborato alla candidatura di Hillary Clinton alla presidenza nel 2016, svolgendo il ruolo di responsabile del personale per il presidente della campagna elettorale, John Podesta. Aveva lavorato anche nel governo britannico di Tony Blair come consulente speciale del segretario di stato per la cultura, i media e lo sport dal 2005 al 2006. Il suo ultimo incarico prima di entrare nella Firm era stato quello di socia dirigente di Freuds, un’agenzia internazionale di PR fondata dall’ex marito di Elisabeth Murdoch, la figlia del magnate dei media Rupert Murdoch. Avendo lavorato con Nick Loughran – uno degli ex responsabili delle comunicazioni preferiti di Harry, nonché il marito di Clara, l’assistente di Kensington Palace –, Sara aveva una certa dimestichezza anche con il mondo dei reali.

Intelligente, simpatica e ottima stratega, Sara diceva le cose come stavano, e i Sussex la presero subito in simpatia.

Quando fu annunciata la separazione degli uffici, occorse dividere lo staff che prima aveva lavorato per entrambi i fratelli e procedere a una notevole riorganizzazione. Jason Knauf, da tempo responsabile delle comunicazioni dei Sussex, si ritrovò al servizio dei Cambridge, svolgendo un ruolo preponderante nelle iniziative filantropiche della coppia e poi diventando amministratore delegato della fondazione. Nei mesi successivi avrebbe sovrinteso anche alla divisione della Royal Foundation e alla scissione dei molti programmi congiunti. «I quattro avrebbero potuto andare avanti come prima, ma i Cambridge erano ansiosi di ripartire da zero» dichiara una fonte. «Entrambe le coppie volevano seguire separatamente le loro attività benefiche.» Anche se ciò non segnò la fine immediata di tutti i progetti dei Fab Four (l’ultimo, Shout, un servizio di messaggistica per dare immediato supporto psicologico a coloro che ne hanno bisogno, era annunciato per il maggio seguente), fu la fine delle iniziative di gruppo condotte sotto la stessa organizzazione ombrello, come il Royal Foundation Forum, l’evento del febbraio del 2018 che aveva funto da vetrina per i loro programmi, tra cui Heads Together e United for Wildlife.

Christian Jones – ex addetto stampa del Dipartimento per l’uscita dall’Unione Europea – fu incaricato di gestire la nuova strategia di comunicazione dei Cambridge. Harry e Meghan rimpiangevano entrambi di aver perso il collaboratore, che aveva lavorato per loro quando le due coppie condividevano il medesimo ufficio. Meghan aveva legato immediatamente con lui dopo la sua assunzione nel dicembre del 2018 ed era stata una sua sostenitrice fin dal loro primo pranzo insieme al ristorante italiano Chucs a Notting Hill. Adorava il fatto che le parlasse da amico e andasse al lavoro con le sneaker. Inoltre apprezzava le sue idee. I due facevano regolarmente brainstorming insieme dimenticando ogni formalità. Tuttavia, la nuova opportunità a capo del team del futuro re era troppo allettante perché Christian potesse rifiutarla.

Quanto alla reputazione di Meghan come boss intrattabile, gli aiutanti di Palazzo la definiscono molto determinata, ma anche premurosa. Inviava spesso piccoli doni agli uffici di Kensington Palace, come all’inizio del 2018, quando mandò al team delle comunicazioni e allo staff privato un vasto assortimento di sorbetti per ringraziarli dell’aiuto, e non di rado regalava fiori e biglietti scritti a mano ai funzionari principali per i loro compleanni.

Tuttavia sarebbe stata la prima a dire di «puntare alla realizzazione del cambiamento».

«È un dato di fatto» afferma una fonte vicina alla duchessa. «È quello che la anima e che la fa alzare la mattina. Ed è nella posizione di farlo.»

Con una grande dimostrazione di solidarietà da parte della regina, Meghan fu nominata vicepresidentessa del Commonwealth Trust, una piattaforma per giovani fautori del cambiamento nei cinquantaquattro stati membri, pensata per promuovere, finanziare e connettere i giovani leader. Harry ottenne invece la carica di presidente. Durante il suo primo impegno in quel ruolo Meghan si unì a un gruppo di donne influenti – tra cui la cantante Annie Lennox e l’ex primo ministro australiano Julia Gillard – per un evento finalizzato a discutere l’importanza della Giornata internazionale della donna al King’s College di Londra. In quell’occasione Anne McElvoy, caporedattrice di The Economist, le domandò come reagisse ai titoli dei giornali che etichettavano il suo femminismo come «di tendenza».

«L’idea di rendere “di tendenza” la parola “femminismo” non ha nessun senso per me» rispose la duchessa. «È un argomento che rientrerà per sempre nelle discussioni.»

Come sua moglie, nemmeno Harry tardò a rendere operativo il suo ufficio. Nell’aprile del 2019 lui e Oprah annunciarono una partnership per produrre una serie sulla salute mentale per Apple TV+ alla fine del 2020 o all’inizio del 2021. Oprah, che volò a Londra nel mese di marzo per incontrare il principe e Meghan (già in stato di gravidanza avanzata), racconta che l’idea le è venuta dopo una conversazione con il principe. «Quali sono, a tuo parere, i problemi più importanti che il mondo deve affrontare oggi?» gli chiese. «Il cambiamento climatico e il benessere, l’equilibrio e la salute mentali» rispose Harry senza esitazione.

«Sono incredibilmente orgoglioso di lavorare con Oprah» disse Harry in una dichiarazione. «Sono davvero convinto che una buona salute mentale – l’equilibrio mentale – sia il segreto per una leadership efficace, una comunità produttiva e un io determinato […] La nostra speranza è che questa serie sia positiva, illuminante e inclusiva, in grado di condividere storie globali di persone dalla tenacia eccezionale, capaci di lottare per uscire dai luoghi più bui, e che ci offra l’opportunità di capire meglio noi stessi e chi ci circonda.»

La vita professionale del principe stava decollando. Cosa altrettanto importante, anche quella privata sembrava in via di assestamento. Il principe si augurava che l’intervento di William a favore del suo ufficio fosse l’inizio di una distensione tra lui e suo fratello. «In quel momento decise di buttarsi il passato alle spalle e di essere grato a William per gli sforzi che aveva compiuto» riferisce una fonte vicina alla coppia.

Harry era disposto ad accettare che lui e il fratello fossero persone diverse. William era sposato con l’istituzione della monarchia, all’interno della quale ricopriva un ruolo ben preciso, mentre Harry aveva una strada tutta sua da seguire. E dovette ammettere che entrambi ci erano rimasti male. In fin dei conti, però, erano una famiglia e quel legame non meritava di essere distrutto.

William fu contento di recuperare il rapporto con Harry. Secondo una fonte interna al Palazzo, alla fine di marzo il duca di Cambridge disse: «Sai una cosa? Io e mio fratello abbiamo fatto una bella chiacchierata per la prima volta in due mesi».

Quell’anno, a Pasqua, Harry partecipò da solo alla funzione di famiglia al castello di Windsor, perché Meghan, ormai vicina al parto, non se la sentì di presenziare a un grande impegno pubblico. Nella cappella i due risero e chiacchierarono tra loro.

«È stata una gioia vederli andare d’accordo» commenta un funzionario di Buckingham Palace.