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TEMPESTE TROPICALI
Verso la fine del 2016 si delineò una Meghan più disinvolta e più prudente. Cambiò numero di telefono per la prima volta dopo anni, inviando quello nuovo solo a un gruppo ristretto di persone. Fu l’ennesimo passo verso il distacco dalla vecchia vita.
Ciò che non era mutato era invece la convinzione che Harry fosse l’uomo giusto. I loro sentimenti crescevano di pari passo. Il principe diceva agli amici che era felice di come le cose sembrassero naturali con Meghan, di quanto fosse armoniosa la loro relazione. «Come se fossimo sempre stati destinati a stare insieme» confidò a un amico mentre bevevano un drink a Londra all’inizio di dicembre. Quindici giorni dopo, Meghan prenotò un volo last minute Air Canada per la capitale britannica, semplicemente perché non sopportava di aspettare l’incontro che avevano in programma di lì a qualche settimana. Sarebbe stato il loro modo per festeggiare il Natale insieme.
Benché facessero sul serio, la loro love story era ancora troppo recente per procurare a Meghan un invito al Christmas party della regina a Sandringham, un evento formale a cui possono partecipare soltanto i membri della famiglia reale, accompagnati dai coniugi. Così, mentre Harry era a casa della sovrana nella campagna del Norfolk, Meghan decise di passare le feste a Los Angeles con Doria e la famiglia della sua cara amica Benita Litt, avvocato specializzato in diritto dell’intrattenimento, nonché creatrice di una linea di borse, che era stata in Spagna con Meghan e Misha l’estate precedente. Meghan amava stare in compagnia di Benita e di suo marito, Darren, soprattutto quando c’erano anche le sue «figliocce fatine», Remi e Rylan.
Se la visita fuori programma a Londra doveva essere la loro festa di Natale, Harry e Meghan erano decisi a godersela. Il giorno dopo l’arrivo di Meghan a Heathrow, andarono da Pines and Needles a Battersea Park, a caccia del loro primo albero di Natale condiviso (il negozio, a soli tre chilometri da Kensington Palace, era anche il preferito di Madonna ed Elton John). Dopo aver curiosato per un quarto d’ora, scelsero un abete del Caucaso alto un metro e ottanta, che si infilarono sottobraccio e caricarono in auto da soli.
Quindi si tapparono in casa, dove cucinarono e decorarono l’albero, uscendo solo una volta per una rapida seduta di allenamento alla vicina palestra KX prima di fare la spesa per la cena. Il 14 dicembre, desiderosi di lasciare il cottage dopo due giorni di clausura, decisero di passare una serata in città. Avevano accettato i biglietti last minute per andare a vedere Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte ma, essendo usciti in ritardo dal palazzo, temevano che il traffico di Piccadilly Circus in cui si ritrovarono imbottigliati avrebbe impedito loro di arrivare entro le diciannove e trenta, orario di inizio dello spettacolo. Così saltarono giù dal minivan anonimo che avevano preso per evitare di attirare l’attenzione e si avviarono a passo svelto, mano nella mano e a capo chino, verso il Gielgud Theatre.
Il West End era affollato e capirono che, se fossero stati abbastanza veloci, sarebbero arrivati a destinazione senza essere riconosciuti. Erano entrambi entusiasti all’idea di percorrere le strade più vivaci di Londra, sapendo benissimo che il mondo intero voleva vederli insieme. Fu un breve momento di libertà che non si concedevano da un po’, anche se durò soltanto sessanta secondi al massimo. Per quei pochi attimi si sentirono come una delle tante coppie che camminavano lungo il marciapiede. Fu elettrizzante e divertente. Quando varcarono la soglia del teatro come spettatori comuni, la maschera che aspettava di accompagnarli ai loro posti nel palco VIP rimase piuttosto sorpresa. Anche Harry e Meghan si scambiarono un’occhiata incredula.
Ironicamente, quel fugace istante di anonimato fu la loro prima immagine di coppia a essere catturata e mostrata al mondo intero. Non si erano accorti, infatti, che un fotografo li aveva seguiti dal cancello del Palazzo, immortalando ogni loro mossa mentre correvano per arrivare al teatro prima che si spegnessero le luci.
La pubblicazione delle loro prime fotografie insieme non fu sicuramente ciò che Kensington Palace aveva sperato. Vennero a sapere del paparazzo solo quando Harry ricevette un messaggio da un addetto stampa alle dieci e trentacinque del giorno successivo, con una foto della prima pagina del Sun. ESCLUSIVA MONDIALE!, annunciava il titolo. Harry e la sua Meg: il primo scatto del principe innamorato. La coppia non si meravigliò, consapevole che prima o poi sarebbe uscito un articolo di quel genere, anche se Meghan non gradì essere stata seguita a sua insaputa. «È stato inquietante» disse a un’amica.
A turbarla così tanto da farla scoppiare in lacrime fu invece una serie di presunte fotografie in topless, postata dal volgare sito di gossip Radar Online. Benché gli autori precisassero che gli scatti risalivano alle nozze con Trevor in Giamaica nel 2013, Meghan dichiarò che non erano sue. I suoi avvocati avviarono un’azione legale, ma le scuse tiepide che ricevettero sul sito furono una magra consolazione. Sommato ai paparazzi ormai accampati costantemente davanti alla casa di Doria a Los Angeles – un’intrusione che costrinse madre e figlia a passare gran parte delle feste nascondendosi a Toronto –, l’ultimo bombardamento mediatico aveva lasciato Meghan molto scossa.
Per tirarle su il morale, Harry programmò un viaggio di capodanno, durante il quale sarebbero davvero potuti fuggire da ogni cosa. Chiamò il suo amico Inge Solheim, una guida turistica norvegese che aveva conosciuto nel 2011 durante un’escursione a scopo benefico di Walking with the Wounded (Camminando col ferito), un’associazione che si propone di favorire il reinserimento degli invalidi nella vita civile. Inge si era fatto in quattro per Harry quando il principe stava con Cressida, organizzando una settimana bianca top secret in Kazakistan nel 2014. «È sempre un piacere aiutare un amico come Harry» afferma Inge, che propose a Harry e Meghan una settimana in una baita a TromsØ, sulla punta estrema della Norvegia, nel Circolo polare artico, dove non c’era la minima possibilità di essere disturbati dai fotografi. Lì la coppia trascorse sette giorni di corse in slitta, whale watching, cene a base di prelibatezze locali e abbracci sotto il cielo illuminato dall’aurora boreale.
Al loro rientro a Londra, Meghan finalmente conobbe Kate, la duchessa di Cambridge. L’incontro del 10 gennaio fu breve, ma Harry volle assicurarsi che le due avessero la possibilità di legare.
Anche se Harry era ospite fisso nell’appartamento 1A, Kate non era parsa granché interessata a scoprire chi fosse la donna che aveva reso così felice suo cognato. Ma quell’indifferenza non era necessariamente diretta contro Meghan. «La duchessa è una persona molto riservata» spiega un’amica. Dopo aver sposato William, Kate ha sempre selezionato con cura le persone da accogliere nella sua cerchia sociale. Oggi le sue amiche – tra cui Lady Laura Meade ed Emilia Jardine-Paterson, entrambe mogli di amici di William – sono perlopiù le stesse che aveva con sé il giorno delle nozze. Come suo marito, Kate si muove all’interno di un gruppo ristretto.
Meghan portò un regalo per la duchessa, che aveva festeggiato il suo compleanno solo il giorno prima. Il quaderno Smythson rilegato in pelle morbida le aiutò a rompere il ghiaccio, assieme alle attenzioni riservate dall’attrice a Charlotte, che allora aveva venti mesi. Alla fine dell’incontro Kate invitò Meghan a contattarla in qualunque momento in caso di necessità. Avendo vissuto in prima persona cosa significava essere una royal girlfriend, sapeva quanto fosse difficile vedere la propria vita privata messa improvvisamente a nudo.
Il 17 gennaio Meghan arrivò a Nuova Delhi per una visita di cinque giorni in India con la World Vision. In qualità di ambasciatrice di questa organizzazione umanitaria internazionale, si recò nella capitale indiana per documentarsi sulla miriade di problemi che affliggevano le donne e i bambini indigenti, per esempio gli ostacoli all’istruzione e all’assistenza sanitaria. Dopo aver portato a termine la missione, che aveva studiato e pianificato per mesi, tornò a Londra da Harry.
Benché ufficialmente non vivessero insieme, passò quasi tutto l’inverno del 2017 nell’appartamento del principe a Kensington Palace. Dopo aver lasciato il segno sull’arredamento, ora aveva anche un guardaroba formato da capi acquistati a Londra – di brand come J. Crew e Stella McCartney –, oltre che da vestiti portati durante le visite precedenti.
Londra cominciava a profumare di casa. Spesso, di sera, Meghan e Harry si rannicchiavano nel salotto modesto, facendo maratone di serie televisive (le loro preferite erano Il Trono di Spade e Breaking Bad). Avevano anche gli stessi gusti in fatto di film. Entrambi fan della Disney, amavano guardare pellicole come Oceania e Il re leone. E grazie all’imminente stagione degli Oscar negli Stati Uniti, Meghan era in possesso di una pila di screener inviati a elettori e membri del SAG-AFTRA, il sindacato americano degli attori. Poiché faceva parte dell’organizzazione, poterono vedere i migliori film dell’anno comodamente a casa loro.
Di tanto in tanto uscivano, ad esempio per andare all’Electric Cinema a Notting Hill per vedere Il diritto di contare oppure per mangiare un boccone. Avevano i loro locali collaudati, come la Soho House, il luogo del loro primo incontro, e il Sands End, un ristopub in stile rustico a Fulham. Il proprietario, l’ex ufficiale delle Guardie gallesi Mark Dyer, che aveva accompagnato Harry durante l’anno sabbatico, era sempre stato pronto a offrirgli consigli e sostegno.
Harry e Meghan si sentivano a loro agio in quei luoghi, ma non poterono dire la stessa cosa quando andarono in Giamaica a marzo per le nozze di Tom Inskip. Il Round Hill Hotel and Villas a Montego Bay era troppo esposto per i loro gusti, ma la coppia ricevette assicurazioni che i quarantacinque ettari del resort sarebbero stati chiusi al pubblico per tutti e tre i giorni dell’evento. Così Harry prenotò una villa nell’angolo più lontano del resort, nascosta sotto la vegetazione lussureggiante, e la coppia prese un volo per i Caraibi.
Il primo giorno, il sole splendente e l’acqua turchese misero gli ospiti di buonumore. I festeggiamenti proseguirono fino a notte fonda, con i vecchi amici che bevevano cocktail e ricordavano i tempi andati.
Ma dopo ventiquattr’ore, per Harry e Meghan l’atmosfera si guastò. Le guardie del corpo che li avevano accompagnati in Giamaica scoprirono il fotografo di un’agenzia di Los Angeles che si aggirava nella proprietà. Lo buttarono fuori, ma ormai aveva immortalato sia la coppia stretta in un sensuale abbraccio sul minuscolo balcone privato sia Meghan che, con un bikini succinto, si concedeva qualche effusione in acqua con il principe.
Se Meghan era turbata, Harry era furibondo. Durante una nervosa chiamata al Palazzo, diede istruzioni categoriche. Quelle foto non dovevano essere divulgate. «Fate qualunque cosa sia necessaria» ordinò.
Il responsabile delle comunicazioni gli assicurò che si stavano occupando della questione. Le successive telefonate all’agenzia, costellate di espressioni come «scandalosa violazione della privacy», fecero sì che gli scatti rubati non venissero mai messi in vendita e non comparissero da nessuna parte, neppure negli angoli più oscuri della rete (tuttora non sono mai stati pubblicati). Ma l’agenzia aveva ancora intenzione di vendere le immagini della coppia in acqua, comprese decine di inquadrature del corpo di Meghan.
Nella camera da letto della villa, Harry urlava furioso. Meghan, preoccupata, capiva benissimo il suo stato d’animo, sapendo che quel profondo rancore verso i media, sorto dopo la morte di Diana, non era mai sparito, riaffiorando ogni volta che un reporter provava a mettere a segno uno scoop. Eppure non aveva mai visto il principe così arrabbiato. Nei precedenti episodi sgradevoli con i paparazzi, era riuscita quasi sempre a trovare le parole giuste per rabbonirlo. Spesso era l’unica in grado di calmarlo quando faceva una delle sue sfuriate. In Giamaica, tuttavia, Harry rimase frustrato per giorni. Era talmente abbattuto che persino gli amici notarono il suo umore cupo. Pur non avendo mai visto prima quel suo lato, Meghan non ne restò delusa. Piuttosto si rattristò a vederlo tanto demoralizzato.
Purtroppo non fu l’ultima volta che la stampa rovinò i loro piani. L’assillante attenzione dei media fu la ragione per cui, in aprile, Meghan chiuse The Tig, annunciando che il suo amato progetto aveva fatto il suo corso. Il blog non fu tanto criticato quanto usato per alimentare false ipotesi sulla sua vita privata con il principe. Tutti i vecchi post diventarono articoli. Se lei e Harry non si mostravano in pubblico per tre giorni, un blog di gossip prendeva da The Tig la ricetta dell’açaí na tigela, spacciandolo per il dolce che Meghan serviva al suo nuovo uomo. Oppure il post sui benefici della centrifuga verde: era quella la dieta che Meghan faceva seguire a Harry? No, era un articolo che aveva scritto tre anni prima. La situazione, che ormai rasentava il ridicolo, non era più adeguata alla vita di una royal girlfriend.
Dopo essersi concessa un momento per condividere alcune delle sue citazioni preferite del sito («Essere se stessa è la cosa più bella che una persona possa fare», «Di una cosa siate certi: la felicità non si trova… si costruisce». Oppure: «Viaggiate spesso: perdervi vi aiuterà a ritrovarvi»), Meghan si rivolse ai lettori.
«Dopo quasi tre bellissimi anni di questa avventura con voi, è ora di dire addio a The Tig» scrisse in una lettera di commiato online. «Quello che è cominciato come un progetto fortemente voluto si è concretizzato in una sorprendente iniziativa ricca di ispirazione, incoraggiamento, svago e leggerezza. Avete reso più luminose le mie giornate, regalandomi un’esperienza che mi ha riempita di gioia. Continuate a vivere momenti di scoperta, continuate a ridere e a correre rischi, e a essere “il cambiamento che volete vedere nel mondo”. Soprattutto, non dimenticate mai quanto valete, come non mi sono mai stancata di ripetervi: voi, miei dolci amici, siete abbastanza.»
Gli occhi dei reporter tornarono a puntare Meghan quando fece la sua prima comparsa a un evento sociale ufficiale. Il 6 maggio si accomodò nel palco reale a Coworth Park per guardare Harry che disputava una partita di polo per beneficenza, anche se poi la folla di fotografi costrinse la coppia a nascondersi dietro le auto nel parcheggio VIP, creando un momento di grande imbarazzo e frustrazione.
Fu sempre per colpa dei media che Pippa Middleton li aggiunse con riluttanza alla lista degli invitati alle sue nozze, il 20 maggio 2017. Pippa e sua madre Carole temevano infatti che la presenza dell’attrice americana al fianco di Harry potesse rubare la scena agli sposi.
Meghan scelse con cura l’outfit, affidandosi a Jessica per trovare un completo che fosse elegante ma sobrio per la sua entrata in chiesa con Harry. La determinazione a non fare gaffe al matrimonio di Pippa fu solo una delle tante decisioni dettate dal suo futuro ruolo di membro della famiglia reale.
Nonostante gli sforzi, la sua presenza all’evento costituiva un problema, che però non c’entrava nulla con il vestito. Il giorno della cerimonia, The Sun pubblicò in prima pagina l’articolo Meghan contro Pippa nelle… nozze dei fondoschiena, accompagnato da un’immagine di Meghan che, inquadrata da dietro con indosso un paio di leggings, usciva da una scuola di yoga in Central London quella settimana, accanto alla famigerata fotografia del sedere di Pippa durante il matrimonio di Kate nel 2011.
Harry e Meghan decisero che dopo un articolo così volgare l’attrice non sarebbe potuta andare in chiesa, a soli cinquanta metri da un press pen5 appositamente allestito. Se prima avevano temuto che nonostante le precauzioni il loro arrivo avrebbe scatenato un circo mediatico, ora non avevano più dubbi. Meghan avrebbe dovuto conservare il completo e il cappello di Philip Treacy per un’altra occasione.
Nei giorni successivi all’evento circolò l’ipotesi che Harry fosse andato da solo alla St Mark’s Church a Englefield, nel Berkshire, per poi tornare a Londra per recuperare Meghan e portarla al ricevimento a casa Middleton, a Bucklebury, percorrendo circa duecentoquaranta chilometri tra andata e ritorno. In realtà la coppia aveva escogitato una soluzione ingegnosa.
La mattina della cerimonia, Harry e Meghan partirono insieme per il Berkshire. Prima di proseguire verso la cappella, il principe lasciò Meghan all’Airbnb affittato da un caro amico, anch’egli invitato all’evento. Mentre gli altri ospiti erano in chiesa, Meghan indossò un lungo e castigato vestito nero e si truccò da sola (il parrucchiere l’aveva raggiunta a Kensington di prima mattina).
Dopo la funzione delle undici e trenta, Harry rientrò per pranzare con lei, quindi salirono su un’Audi nera e parteciparono al ricevimento, arrivando proprio quando un caccia Supermarine Spitfire stava per eseguire una serie di acrobazie aeree. Sedersi insieme nel padiglione di vetro costruito sulla proprietà sarebbe stato divertente ma, su richiesta di Pippa, tutte le coppie dovettero dividersi. Harry si accomodò accanto all’amico e conduttore televisivo Tom Bradby, applaudendo l’ingresso degli sposi. Dall’altra parte della stanza, Meghan sorseggiò champagne Dom Ruinart del 2002 e mangiò trota e agnello, chiacchierando per tutta la sera con il suo nuovo gruppo di amici, tra cui Mirka, la moglie di Roger Federer. Dopo cena, mentre il DJ Sam Totolee si esibiva alla console, Harry e Meghan si riunirono vicino alla pista da ballo. Il vecchio Harry avrebbe sicuramente concluso la serata facendo baldoria con gli amici. Invece lui e Meghan passarono quasi tutto il tempo a scambiarsi impressioni sulla festa. Lasciarono il ricevimento verso le due del mattino, facendosi riaccompagnare a Kensington da una guardia del corpo.
5 Area recintata per gli esponenti dei media. (N.d.T.)