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Il rispetto di Swanny per la professione di Eden aumentava a mano a mano che, in disparte, osservava le riprese per la pubblicità. Doveva essere sfiancante per lei, ma lavorava con costanza, ascoltava le istruzioni del regista e le seguiva alla perfezione ogni volta.
Lui non capì quale fosse il problema quando il regista urlò «Stop!» e volle ripetere la scena. Per lui era perfetta, cazzo. Ma il regista sembrava un vero stronzo.
Quando lei arrivò accompagnata da lui e il resto della squadra fece una scenata. Si era lamentato a voce alta per la presenza di così tanta gente in mezzo ai piedi e nonostante l’agente di Eden fosse arrivato presto e l’avesse preso da parte per spiegargli la situazione, era ovvio che non fosse d’accordo.
Abbaiava ordini a voce alta e con un tono così odioso che Swanny digrignava i denti a sentirlo. Il modo in cui il regista si rivolgeva a Eden gli faceva venire voglia di dare un pugno dritto in faccia a quello stronzo.
Dopo diverse ore di riprese il regista mandò tutti in pausa e abbaiò agli addetti ai capelli e al trucco di andare a ritoccare.
«Ha un aspetto di merda» si lamentò il regista a voce alta. «Ho bisogno di perfezione, cazzo. Datemi perfezione.»
«Che stronzo» mormorò Skylar accanto a Swanny, rispecchiando perfettamente la sua stessa idea riguardo quel pezzo di merda. «È stupenda. Non potrebbe avere un aspetto di merda neanche nella peggiore delle sue giornate. Ma cosa cazzo vuole?»
Swanny acconsentì brontolando, era impietrito e guardava la gente affrettarsi a ritoccare i capelli e il trucco di Eden. Come cazzo poteva lavorare in quelle condizioni? E poi, come cazzo faceva a tenere quel sorrisone mentre uno stronzo continuava a criticarla?
Sapeva che quell’incarico era importante per Eden. Aveva detto che era il più importante della sua carriera. Ma cazzo, non sembrava proprio valere la pena di subire abusi di quel tipo.
L’agente di Eden si avvicinò a Swanny e Skylar, osservava la scena annoiato. Come se non ci fosse niente di strano e fosse semplicemente un giorno di lavoro come un altro.
«È sempre così?» sbottò Swanny.
Il suo agente sembrava sorpreso di sentire Swanny parlare con lui e poi sbatté le palpebre, era chiaramente confuso.
«In che senso?»
«È sempre circondata da complete teste di cazzo che le urlano contro, che le dicono che ha un aspetto di merda e che si lamentano di ogni cazzo di cosa che fa?»
Il suo agente fece un passo indietro, aveva un’espressione preoccupata, quindi Swanny si accorse di avere un aspetto arrabbiato e probabilmente la sua espressione non era proprio piacevole.
«Il regista è uno dei migliori del settore» rispose in sua difesa. «Potrà sembrare troppo critico, ma alla fine il risultato sarà impeccabile. Continuerà finché non sarà soddisfatto, cioè non dovrà andare bene, ma dovrà essere perfetto. È un affare troppo grande per accettare qualcosa che non sia il meglio.»
«Resta comunque uno stronzo» mormorò Skylar.
L’agente di Eden rise nervosamente. «Suppongo che possa sembrare così a chi non è del settore, ma Eden sa essere tollerante, come sempre. Capisce l’importanza di avere un prodotto perfetto e continuerà a lavorare finché non l’avrà ottenuto. Lei lavora così, ed è molto brava nel suo lavoro. È il motivo per cui ha ottenuto questo contratto.»
Guardò Skylar e poi Swanny, con esitazione tese la mano, prima a Skylar. «Sono Nigel Blackstone, l’agente di Eden.»
«Skylar, faccio parte degli addetti alla sicurezza di Eden.»
Fu più riservato quando porse la mano a Swanny.
«Swanny, anche io sono un addetto alla sicurezza di Eden» disse brevemente.
«Ma è davvero così tanto in pericolo?» chiese Nigel, i suoi occhi erano pieni di preoccupazione. «Voglio dire, so che la sparatoria si è rivelata essere casuale e che hanno arrestato il responsabile. C’è altro che dovrei sapere?»
«Stiamo solo prendendo qualche precauzione aggiuntiva» disse Swanny in tono neutrale. «Dato che il suo nome è su tutti i notiziari, non possiamo essere certi che qualche idiota non prenda ispirazione e decida di spararle. Questo servizio era troppo importante per lei, non poteva rinunciare, quindi abbiamo rafforzato la sicurezza per ora.»
A malincuore dovette dargli credito. Sembrava davvero preoccupato per Eden e non si era lamentato neanche un secondo della presenza della kgi ed era anche intervenuto per spiegare la situazione al regista. Nigel era stato deciso e il suo tono non aveva lasciato spazio a discussioni.
Poteva sembrare troppo viscido e troppo elegante, troppo bello per essere un uomo, ma aveva preso le difese di Eden e aveva fatto capire al regista che non gliene fregava un cazzo se la situazione non gli piaceva.
Quello, insieme all’apparente preoccupazione per la sicurezza di Eden, lo fece salire di diversi gradi nella scala di stima di Swanny. Non poteva dire che quell’uomo gli piacesse. Era troppo viscido per i suoi gusti e secondo Swanny poteva celarsi una persona completamente diversa dietro l’apparenza. A differenza di Eden, che si mostrava esattamente per ciò che era. Niente finzione. Era vera fino all’osso.
«Ovviamente la sicurezza di Eden è prioritaria» si affrettò a dire Nigel. «Spero di non avervi dato ragione di dubitare della mia lealtà nei suoi confronti, sia professionalmente che personalmente. È la mia cliente più importante, quindi qualsiasi precauzione sia necessaria, l’approvo totalmente.»
«Sono certo che Eden apprezzi il suo sostegno» mormorò Swanny.
«Per me è una priorità» disse Nigel, sottolineando ancora la sua opinione. «Penserò io a qualsiasi problema con il regista. Tante modelle darebbero un occhio per questo contratto, ma quelli di Aria non sono stupidi. Vogliono Eden perché vogliono il meglio e se Lonnie, il regista, dovesse causare qualche problema... lo scavalcherò e lui finirà per essere licenziato oppure si adatterà. Ha ottenuto questo lavoro perché, come Eden, è il migliore nel settore. Ma può essere sostituito. Eden no. Non è negoziabile. Ho un contratto di ferro e se facessero qualcosa di stupido come cercare di liberarsi di Eden, dovrebbero comunque darle il compenso. Che resti tra noi, ma se qualcuno dovesse andare via, non sarebbe di certo Eden. Aria la vuole troppo.»
«Se continua a comportarsi come uno stronzo con Eden, dovrai trovare un sostituto molto presto» ruggì Swanny. «Se non la lascerà in pace, dovrò cambiargli i connotati.»
Nigel impallidì, il suo sguardo si spostava nervosamente tra Swanny e Skylar. «Parlerò con Lonnie appena finiranno le riprese di oggi. Devo parlare anche con Eden e, be’, penso anche con voi dato che siete le sue guardie del corpo.»
Swanny alzò in sopracciglio con fare interrogatorio.
«Come forse saprete, ci sarà un evento formale di inaugurazione alla fine del servizio. Ci saranno tutti» disse, sottolineando ‘tutti’, anche se Swanny non aveva idea di chi intendesse con tutti.
«Sì, me l’ha detto» rispose Swanny. «Mi ha detto che mi servirà uno smoking per confondermi con gli altri invitati.» Dentro di sé era compiaciuto per aver condiviso quell’informazione specifica.
Skylar sbuffò e lui la guardò, notando che i suoi occhi brillavano di malizia.
«Voglio proprio vederti» disse lei ridendo.
«Anche tu dovrai vestirti bene per l’occasione» disse Swanny in tono secco.
Skylar alzò le spalle. «Sono perfettamente capace di scegliere un vestito elegante e un paio di scarpe belle da morire. Il fatto che la maggior parte del tempo abbia un abbigliamento e un trucco mimetici non significa che non sappia socializzare e ‘confondermi con gli altri invitati’.»
Nigel si schiarì la gola, riportando l’attenzione su di sé. «Fra tre sere ci sarà un evento più piccolo. Ci saranno solo i rappresentanti di Aria e lo staff che lavora al servizio. Quindi suggerirei di comprare quello smoking al più presto, servirà per entrambe le occasioni.»
Porca puttana.
E quella stronza di Skylar era evidentemente divertita dal suo disagio. Le lanciò un’altra occhiataccia che avrebbe terrorizzato una persona normale. Ma lei sorrise ancora di più e serrò le labbra, sembrava che stesse cercando di non scoppiare a ridere. Era sicuro che dentro di sé si stesse pisciando addosso dalle risate.
«Credo di sapere cosa farai domani» biascicò Skylar.
«Be’, sì, intelligentona. Anche tu dovrai venire. Non esporremo Eden più di quanto necessario.»
«Non vedo l’ora» disse Skylar con un’espressione sincera. «È passato un po’ dall’ultima volta che mi sono vestita elegante e che mi sono truccata, a eccezione del trucco mimetico. Avrai due strafighe sottobraccio quando entreremo in scena.»
Lui rise, ma era d’accordo con ciò che aveva detto. Skylar era indubbiamente una donna bellissima, che indossasse la tuta mimetica e l’attrezzatura da combattimento o che indossasse abiti normali. E soprattutto era una tipa tosta.
Non vedeva l’ora di vedere due tipe toste come Skylar e Eden indossare tacchi a spillo e un abito da sera che si adattasse alle loro curve. Non che lui guardasse Skylar in quel modo. Era una compagna di squadra, ma soprattutto era come una sorella per lui. Erano molto legati, non avrebbe mai compromesso il loro rapporto provandoci con lei.
Tra l’altro, avrebbe dovuto parlare dell’altra festa con Nathan, Joe e Edge affinché potessero prepararsi e assicurarsi che Eden arrivasse sana e salva e che un membro della kgi fosse sempre abbastanza vicino a Eden da sentire qualsiasi cosa.
Avrebbe parlato con loro dopo il servizio, ma voleva che fosse una cosa veloce perché tutto ciò che voleva era riportare Eden in camera, procurarle qualcosa da mangiare e farle un bel massaggio perché doveva essere terribilmente stanca dopo così tante ore passate a fare la stessa cosa all’infinito.
Il suo lato egoista sapeva che in realtà la voleva tutta per sé. La notte precedente era stata una delle più belle della sua vita e non si erano neanche tolti i vestiti. Ma non gli aveva certo impedito di immaginare il suo corpo perfetto scarsamente coperto da quel négligé di seta molto sexy.
Anche se si erano promessi di andarci piano, era sicuro che quella sera lei sarebbe stata nel suo letto. Non avrebbero fatto l’amore, ma lei avrebbe dormito con lui. Ma sapeva anche che la chimica combustibile tra loro avrebbe reso il sesso inevitabile, di lì a poco.
Ricominciarono le riprese e in quella sessione Eden era stata trasformata in una sirena seducente che indossava un abito rosso sexy che avrebbe fatto sbavare uomini a distanza di centinaia di metri.
La scenografia raffigurava alcuni monumenti iconici di Parigi. Lei rideva, flirtava e quasi lo faceva impazzire per come si comportava davanti all’obiettivo. Era impossibile che un vero uomo si trovasse vicino a lei senza impazzire dalla voglia. E sapeva benissimo di non essere immune.
Gli bastò guardare gli uomini single della squadra per capire che anche loro stavano fantasticando.
Dovette trattenere il ruggito che minacciava di esplodere dal suo petto. Non voleva che altri uomini la guardassero, che la vedessero come la vedeva lui, ma sapeva che era un pensiero stupido. Eden era pagata per essere il sogno proibito di ogni uomo ed era perfetta per quel ruolo.
Tutte le insicurezze che aveva messo a tacere tornarono, si chiese di nuovo perché una donna del calibro di Eden dovesse guardarlo due volte.
Ci furono diverse riprese di Eden con la Tour Eiffel alle spalle, era sensuale, i suoi capelli mossi dall’aria di un ventilatore in modo da creare l’effetto di essere all’aperto durante una giornata perfetta, quella massa setosa sollevata dal vento si spargeva intorno a lei.
Anche le sue parole portavano Swanny al punto di impazzire. A volte era scherzosa, altre maliziosa, poi sensuale e seducente, invitava il pubblico a provare il prodotto che pubblicizzava con un tono di voce roco e gutturale. Come se stesse parlando con il suo amante.
Proprio come lui voleva che gli parlasse.
Controllò l’orologio, impaziente di vedere la giornata volgere al termine. Forse avrebbe dovuto fare il gentiluomo e almeno invitarla a cena fuori, ma non riusciva a immaginare una serata migliore di una trascorsa a mangiare nella loro suite, solo loro due. Trascorrere un po’ di tempo insieme, da soli, e lasciare che la serata facesse il suo corso. Con la speranza che finisse come voleva lui.
Ma per lui era Eden a condurre. Non voleva metterle alcuna pressione. Ma non era nemmeno un ipocrita. La voleva più di ogni altra cosa e i segnali che lei gli aveva mandato, suggerivano che lei lo voleva altrettanto, per quanto fosse sconvolgente.
Il suo cazzo era diventato due centimetri più lungo al solo pensiero che quella donna bellissima e fantastica lo volesse. Quel tipo di attenzione femminile avrebbe gonfiato il cazzo di qualsiasi uomo, per principio. Non aveva mai pensato di avere un ego, ma si ritrovò proprio lì, con il petto gonfio, bello dritto, e il suo cazzo era perfettamente in linea con ogni altra parte del suo corpo, quindi era ovvio che avrebbe aggiunto qualche altro centimetro per l’eccitazione e l’impazienza di scoparla sul suo letto.
«Terra chiama Swanny» disse Skylar in tono secco. «Stanno mettendo via tutto. Controlliamo che la macchina sia pronta così possiamo far uscire in fretta Eden dall’edificio, senza che nessuno la noti.»
Swanny si risvegliò dai suoi pensieri e annuì. «Di’ a Joe e Nathan di controllare l’uscita. Io, tu e Edge copriremo Eden, così non rischieremo la sua sicurezza.»
Una volta tornato all’hotel avrebbe parlato dell’evento con la squadra, ma aveva intenzione di fare in fretta. Avrebbe dato a Eden abbastanza tempo per farsi la doccia e mettersi comoda e poi avrebbero avuto la serata tutta per loro.