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Mi rifiutavo di crederci. Per accettare l’idea che fossero sopravvissuti a un proiettile nella testa bisognava avere una dose di speranza maggiore di quella che mi era rimasta nel cuore. Troppa in assoluto, forse.

Ava mi spiegò che quando ero svenuto sul letto, aveva deciso di uscire a chiamare il 911. Passando davanti al salotto, però, aveva visto il mio cellulare sul tappeto.

Lo aveva raccolto perché voleva vedere le foto che le avevo descritto, per quanto macabre. Sapendo che nella stanza era nascosta una webcam, era salita fino a metà scala per aprire le immagini.

«Perché le hai aperte?» le chiesi, irritato.

«Non lo so» rispose lei stringendosi nelle spalle. «M’interessava.»

«Indipendentemente dal perché lo ha fatto, Alex, è stato fondamentale» osservò Mahoney.

Sampson annuì. «Penso che ce ne saremmo accorti anche noi, alla fine.»

«Di cosa?»

Mahoney prese un iPad, richiamò le immagini che mi aveva inviato Mulch e le allineò una accanto all’altra per poterle visionare tutte insieme. Girò lo schermo verso di me, che mi trattenni dal guardarle finché non mi disse: «Se le guardi tutte insieme, lo noti».

Mi feci forza e, nonostante il mal di testa, studiai il cadavere di Nana, quello di Bree, Damon, Jannie e Ali. Erano tutti più o meno nella stessa posizione.

«È stato un omicidio rituale» commentai. «Li ha uccisi tutti nello stesso modo.»

«L’ho pensato anch’io, lì per lì» disse Ava.

La guardai, sorpreso. «Che cosa?»

«Vi ascoltavo, quando tu e Bree parlavate di lavoro» replicò lei sulla difensiva. «Però non so, mi parevano fin troppo uguali per essere un rituale.»

Sampson non mi diede il tempo di rispondere e disse: «Vieni al punto, Ava».

La ragazza annuì e si avvicinò, prese l’iPad di Mahoney, toccò lo schermo e mise il dispositivo in orizzontale. Le foto di Bree e Jannie erano una sopra l’altra e ciascuna riempiva metà schermo. Ava indicò il foro del proiettile. «Sono identici.»

«Certo che sono identici. Ha mirato nello stesso punto!»

«No, sono troppo uguali» insistette lei e mi mostrò la chiazza di sangue che si era formata per terra. «Come queste: stessa forma, stessa quantità di sangue. Hai notato gli schizzi?»

Subito non vidi nulla di particolare, ma poi mi venne in mente che nel sogno Mulch mi ordinava di mettermi nella stessa posizione in quel «lago di sangue perfetto». Il mio inconscio aveva visto quello che aveva visto Ava e aveva cercato di comunicarmelo come poteva.

Annuii, scioccato. «Hai ragione.»

Sampson disse: «Se n’è accorta e ci ha portato a vedere le foto sul tuo smartphone. Io ero al lavoro con Ned da quando mi avevi consegnato il telefono di Nana, e Billie l’ha accompagnata in ufficio. Ci ha mostrato le foto ingrandite sullo schermo del computer e ci ha convinto».

Mahoney annuì. «Ho chiesto ai tecnici di turno a Quantico, che dopo un breve esame ci hanno confermato che le foto sono state ritoccate con Photoshop. Molto bene, ma sono state ritoccate.»

Mi si accese nel petto un barlume di ottimismo. Possibile che fosse vero? Possibile che fossero ancora vivi? E come?

Punto debole
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