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Justine camminò con Jack verso l’entrata del cimitero buio, con i ragazzi armati alle loro spalle. Per ragioni che non avrebbe saputo identificare, non provava il terrore che l’aveva attanagliata durante l’aggressione nella cella. Anzi, si sentiva stranamente calma mentre oltrepassavano l’arco in ferro battuto del cancello. Le giunsero alle narici l’odore dell’incenso e quello di Jack.
Cosa ci trovi di solito nei cimiteri?
Roberto accese una torcia elettrica e la puntò davanti a loro. Ovunque si vedevano lapidi, monumenti e tombe. Su molte c’era uno strato di cera rossa, che Justine immaginò essere colata dalle candele accese per il Giorno dei Morti.
«Questo cimitero è infestato», dichiarò il ragazzo.
«Da cosa?» chiese Justine.
«Un vampiro. Dava la caccia ai cittadini di Guadalajara duecento anni fa. Ha cominciato con piccoli animali, cani e gatti, che sono stati trovati dappertutto in città, completamente prosciugati del loro sangue. Poi anche i bambini sono stati trovati morti, dissanguati.»
«Dissanguati?» gli fece eco Jack.
«Te l’ho detto.»
«Dove hai imparato così bene l’inglese?» domandò Justine.
«Arizona», rispose Roberto. «Ci vivevo con i miei, finché non sono morti, due anni fa. Poi sono tornato qui. Girate a destra su quel sentiero.
Un ragazzo intelligente, notò Justine. Perché si è ridotto così?
Nel frattempo Roberto continuava a raccontare la storia del vampiro. «Tutti vivevano nella paura. Quando faceva buio, si chiudevano in casa e pregavano per le loro vite. Un gruppo di cittadini, stanchi di quel continuo terrore, decise di farla finita con quell’incubo e cercare il vampiro. Alla fine lo trovarono e gli piantarono un paletto di legno nel cuore.»
«Ne sono lieto», disse Jack. «È rassicurante.»
«Ma non è finita», proseguì il ragazzo. «La mattina dopo, la gente della città portò qui il suo corpo. Portarono molte pietre e ce lo seppellirono sotto, sperando che non ritornasse più dall’aldilà. Lo vedete quell’albero?» Puntò il fascio di luce su una quercia massiccia, oltre un’inferriata. «Dicono che il vampiro è sepolto là sotto. Se un giorno l’albero verrà tagliato, uscirà di nuovo dalla tomba e tornerà a cacciare.»